In questi giorni l'attenzione dei media e dell'oppinione pubblica verso la politica è stata concentrata sull'approvazione della legge elettorale.
Detto per inciso, una legge potenzialmente devastante per la democrazia così come è nata dalla Costituzione. Il prossimo sarà un Parlamento costituito da una maggioranza di deputati fedeli al capo di un unico partito (quale esso sia di sinistra o di destra) che ha i poteri di decidere sulle sorti del Paese, dell'economia, dei diritti e delle libertà dei cittadini.
Il modo in cui questa legge è stata approvata legittima tutti a praticare anche per il futuro forzature antidemocratiche.
Se questo è stato l'argomento prevalente all'attenzione pubblica, lo specchio della realtà ci mostra un paese diverso, la disoccupazione rimane tra le più alte nei paesi europei, la crescita economica ai livelli minimi ben sotto alla media europea.
Il governo con le leggi di programmazione economica e con le leggi sul lavoro ha puntato tutto sul liberismo di mercato puntando sulla centralità delle imprese, attraverso finanziamenti generalizzati senza finalità e togliendo regole di tutela dei lavoratori. Una competizione di mercato non fondata sull'innovazione ma sulla riduzione dei costi del lavoro.
Questo modello che punta sul liberismo e sulla centralità dell'impresa si è dimostrato non in grado di attaccare i nodi strutturali della crisi dello sviluppo.
Una persona insospettabile come il governatore di Bankitalia Vincenzo Visco, ha recentemente dichiarato che la mancanza di lavoro è la piaga che affligge l'Italia. Aggiunge che si rischia "la disoccupazione di massa in un tempo di transizione che non sarà così breve", perchè le imprese sono incapaci di innovare, anche a causa dei disincentivi a investire in capitale umano.
Punta il dito contro "la flessibilità freno agli investimenti in innovazione. Alle imprese non è convenuto investire su quelli che più sanno. Uno dei maggiori disincentivi a investire" deriva a suo avviso "dal modo in cui abbiamo reso flessibile il mondo del lavoro. Serve un investimento sul capitale umano che in Italia non è avvenuto".
Sarà colto questo monito dal governo?
Riaprire una diversa prospettiva di sviluppo per l'Italia e per i suoi cittadini è sempre più urgente e necessaria.
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