Qualcuno
ha un idea su cosa ci sia dietro una FESTA?
Già
perché per preparare un evento come FESTAPERTA occorrono un
centinaio di ore di lavoro volontario.
Ore
che messe in un collage potrebbero essere l’idea per un film di
successo tipo “PERFETTI SCONOSCIUTI” oppure “INDOVINA CHI VIENE
A CENA?”
Vi svelerò ora cosa accade nelle riunioni che porteranno alla definizione del programma e dei contenuti di FESTAPERTA.
Sul tuo indirizzo di posta
quel giorno trovi una mail che già, senza guardare l’origine,
quando leggi l’imprinting “care, cari……” ti dici
“…..minchia! è già passato un anno?”
A quel punto capisci che ti
chiedono di dare il sangue per otto giorni e lo fai volentieri perché
la lista dei contatti che ha toccato te, sta chiamando all’appello
altri 80 volontari che come te avranno detto al 90%, “….minchia!
è già passato un anno?”
Arriva la prima chiamata alle
armi. Ti chiedi come mai così presto se la FESTA si fa a luglio?
Ma non fai la domanda, perché hai capito che mettere in moto la macchina e farla funzionare per tempo è cosa delicata e seria e perché sai che nelle organizzazioni che funzionano, va bene essere uomini e non numeri, qualcuno che tira le fila (che comanda!) ci deve essere, o no?
Ma non fai la domanda, perché hai capito che mettere in moto la macchina e farla funzionare per tempo è cosa delicata e seria e perché sai che nelle organizzazioni che funzionano, va bene essere uomini e non numeri, qualcuno che tira le fila (che comanda!) ci deve essere, o no?
Con uno stile post sovietico in un clima da salsa e merenghe si costituiscono i "gruppi di lavoro":
- Gruppo MENU’
- Gruppo MUSICA
- Gruppo ORGANIZZAZIONE
Mi concentrerò solo sul
gruppo menu’.
Intorno al tavolone di via
della Croce ci sono 20 persone. Hai la consapevolezza di non poter
far parte del sotto-gruppo cucina perché gli uomini del FRITTO e
della BRACE sono un team collaudato, ai fornelli idem e alla
distribuzione pure. Ti resta, sperando negli anni di scalare
posizioni nel rating dell’organizzazione, il servizio ai tavoli, le
pulizie e la lavastoviglie.
Si parte: la nostra CUOCA si
presenta come in un incontro del politikburò con il menù dell’anno
precedente e le proposte per il nuovo.
Altro che lo chef
Canavacciuolo di Cucine da incubo: qui nessuno si incazza, tutti sono
pronti a fare il loro lavoro, ad aiutare l’altro, a stare insieme
perché si sta bene insieme.
Ti senti orgoglioso di
esserci, perché misuri la capacità di chi è leader in politica di
lasciare la responsabilità a chi diventa leader in queste occasioni.
La discussione democratica sui
primi è di sostanza: gli arancini li proponiamo di mercoledì o di
sabato? Richiedono tanto lavoro, vanno a ruba ma riusciremo a
soddisfare la domanda?
E ancora. Il pizzocchero lo
prendiamo in Valtellina o al supermercato? No, la qualità deve
essere il nostro elemento distintivo (cent franc de pù ma in
Valtelina!)
Sono arrivate le 23,30 non c’è
tempo per il resto ci aggiorniamo a lunedì prossimo.
Siamo in 30 questa sera: è
arrivato il momento di affrontare l’annosa questione dei secondi.
Carni e pesci equamente
proposti ci lasciano lo spazio per definire grammature politicamente
corrette e le modalità di approvvigionamento. Guardo l’orologio:
si sono fatte le 23 un’altra volta, riunione chiusa.
È arrivata la serata del
listino prezzi: la presentazione dei criteri adottati è un misto fra
una relazione di Mario Draghi e un bollettino della Borsa.
Margini, politiche di
marketing, logiche di mercato sempre con un okkio alla concorrenza
(feste locali).
“Quanto facciamo quest’anno
i primi? E i secondi?”
“potremmo diminuire il
prezzo delle patatine” suggerisce il populista di sempre
“sarebbe meglio una
riduzione della birra” fa eco un altro “…..però la prendiamo
in Inghilterra visto che la Brexit ha fatto deprezzare la sterlina.”
Si
ride, si decide e si torna a casa pronti ad affrontare la nuova sfida
come sempre con Voi, i nostri giudici, i nostri amici.
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