domenica 20 dicembre 2009

UN BABBO NATALE PER GLI EVASORI

NON PIOVE MAI SULL'ASCIUTTO!

Il Governo ha deciso di prorogare lo scudo fiscale. Così, chi non ha ancora provveduto a rimpatriare i capitali detenuti illegalmente all'estero potrà ora farlo, con un modico sovraprezzo, il 6%, invece del 5%, se ci si adeguerà entro febbraio 2010, e il 7%, se lo farà entro marzo, salvo uleriori ritocchi.
Il ministro Tremonti ha presentato i risultati della prima tranche dello scudo fiscale come uno straordinario successo: circa 80 miliardi rientrati per un gettito addizionale di 4 miliardi. In che senso sia stato un successo, però, non si capisce.
Che i capitali siano rientrati davvero e che vadano a finanziare le imprese italiane è tutto da dimostrare, visto che il rientro vero era previsto solo per i capitali detenuti presso i paradisi fiscali.
Che, viceversa, sia stato uno straordinario regalo per gli evasori, oltretutto protetti dall'anonimato, è indubbio, come è indubbio il fatto che le maggiori entrate attuali vanno a detrimento di quelle future. Per i redditi scudati, infatti, il fisco non potrà procedere con la normale attività di accertamento, che avrebbe potuto condurre, domani, ad entrate ben maggiori.
I condoni, poi, sono in genere pericolosi perché generano aspettative di futuri condoni, aumentando la propensione ad evadere al presente. Figuriamoci un condono a fisarmonica come questo, dove prima si pone un limite improrogabile e, poi, lo si sposta a piacimento, facendo altresì intendere che, se ci sarà bisogno, lo si sposterà ancora.
E', in sostanza, un fisco che tratta con i guanti bianchi gli evasori  e che, incredibilmente, con buona pace dell'equità fiscale, fa la faccia feroce con quei contribuenti che, avendo dichiarato l'imponibile, usano il ravvedimento operoso per spostare in avanti il pagamento delle imposte, in una situazione di crisi economica e carenza di liquidità. Quale è il senso di questa politica tributaria?

(a cura di Michele Sala)

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