martedì 30 settembre 2014

CITTÀ METROPOLITANA


Eletto il consiglio della città metropolitana.

Domenica 28 i sindaci e i consiglieri di tutti i comuni della provincia di Milano hanno votato i consiglieri della città metropolitana.
La lista del centrosinistra C+ ha ottenuto 14 consiglieri su 24. Una brillante affermazione è stata conseguita dai due candidati di SEL, rispettivamente 6° Pietro Mezzi e 9° Patrizia Quartieri.
Un ringraziamento va a tutti gli amministratori che hanno dato la preferenza ai candidati.
In Martesana, per Sinistra per Bussero, questa è stata l'ennesima occasione per tessere relazioni, che ora vanno consolidate su obiettivi territoriali a partire dai contenuti dello statuto dell'area metropolitana.

10° FESTA DELLA CASA

 

10° - FESTA DELLA CASA

Domenica 28 settembre si è tenuta la decima edizione della Festa della Casa della Solidarietà e dell’Impegno Civile “Giuseppe Barlassina”. Una Festa tranquilla, tra persone abituate a costruire e vivere la realtà del nostro paese.
Una Festa di persone, uomini e donne, giovani e meno giovani che non cambiano verso, come oggi va di moda, ma che caparbiamente producono azioni, fatti, iniziative tese a produrre cambiamenti positivi per chi è più svantaggiato, per chi sta sotto, sapendo che così facendo migliora la comunità per tutte e tutti.
Da Spazio Solidale Onlus, impegnata sui temi dell’intercultura e della solidarietà internazionale, a Legambiente, ai giovani di Controsenso più attivi che mai, ai gruppi teatrali Gruppo Teatro Bussero e Caravane de Vie, al Gruppo Danze Sandegoga, al Gas di Bussero, per finire con Sinistra per Bussero, l’attività della Casa non conosce sosta e la Festa è simbolicamente il momento del bilancio annuale e del rilancio del lavoro.
Insomma niente di nuovo sotto il cielo in Via Croce 20, ma attenti perché il 2014/2015 riserverà sorprese e la Casa è sempre Aperta per nuove avventure e nuovi Incontri

domenica 28 settembre 2014

UNA SOCIETÀ GIUSTA PROTEGGE I LAVORATORI DAI LICENZIAMENTI ARBITRARI

Intervista a BERNARDETTTE SÈGOL - Segretario generale della Confederazione Europea dei Sindacati

In Italia si sta lavorando a una grossa riforma del lavoro e si ipotizza la cancellazione dell'articolo che prevede il reintergro di un lavoratore licenziato senza giusta causa, cosa ne pensa di questa riforma? 
"Sono al corrente della questione e sostengo al cento per cento i sindacati italiani che dicono che i licenziamenti devono essere giustificati e che la protezione dei lavoratori è una questione essenziale, non vivremmo in una società giusta se non proteggiamo i lavoratori dai licenziamenti arbitrari".
Il governo italiano è convinto che sia la flessibilità la chiave per rilanciare la crescita e l'impiego in Europa.
"Chiedo al governo italiano di guardare cosa ha comportato negli altri paesi Ue la flessibilità sul lavoro, il risultato è stato un aumento catastrofico della precarietà, una leggera diminuzione della disoccupazione e di sicuro non l'aumento della competitività. Credere che la flessibilità possa aumentare l'impiego di qualità è un errore, come dicono anche molti economisti".

Il premier italiano, Matteo Renzi, crede che i sindacati proteggono solo una parte dei lavoratori, ma non i precari e i giovani. Lei cosa ne pensa?
"È assolutamente falso, i sindacati in Italia come in Europa hanno come priorità il lavoro, il lavoro dei giovani e la lotta alla precarietà. I sindacati sostengono chi non ha lavoro, i giovani.
È un giudizio ingiusto. Voglio ricordare che i Paesi più competitivi sono proprio quelli dove la fiducia, le negoziazioni e il dialogo sociale sono più forti".

da FQ tv - di Alessio Pisanò

martedì 23 settembre 2014

CAMBIAMENTO: INNOVAZIONE O RESTAURAZIONE?

Diamo un senso ai termini.
Ancora una volta i diritti dei lavoratori sono sotto attacco da chi ha governato e governa l'Europa e che è responsabile della crisi finanziaria, economica e produttiva più duratura mai registrata nel continente e di una disoccupazione di massa sopratutto giovanile.
Le “terapie” propinate dai fautori del neo liberismo economico e del neo liberalismo come idea per ridisegnare in radice l’idea di mondo e dello stare al mondo, sono il rigore e l'austerità senza sviluppo che hanno prodotto l'attuale recessione.
Per uscirne ancora si insiste nel voler colpire le regole sul rapporto di lavoro per recuperare competitività, tagliare tutto il tagliabile, non guadare in faccia nessuno nelle politiche pubbliche.
Neo liberismo e neo liberalismo stanno insieme e insieme colpiscono sul piano politico, con la conquista del potere da parte delle forze neo liberiste, su quello economico, con il trionfo della finanziarizzazione globale del capitalismo, su quello sociale, con la frammentazione e l’individualizzazione dei rapporti sociali, la rottura di ogni vincolo di solidarietà e soprattutto la crescita di una gigantesca forbice di ricchezza tra chi possiede tutto e chi poco o niente.
Renzi è il presidente di turno, come i precedenti, che deve mettere a posto i conti in Italia.
Sta imboccando una strada che si allontana dal costituzionalismo democratico che mise strettamente insieme le idee della democrazia politica con quelle della democrazia sociale, i diritti sociali con quelli del lavoro, la dignità della persona nella sua individualità con quella del cittadino e poi pure con difficoltà anche della cittadina, nei suoi rapporti sociali, compresi quelli col luogo di lavoro.
Non ci si può illudere che se si imbocca la strada del taglio dei diritti si possano ottenere mediamente più diritti per tutti.
Nonostante la smisurata precarizzazione del rapporto di lavoro stiamo toccando i livelli massimi di disoccupazione.
Le diseguaglianze attuali sono frutto di scelte ideologiche, politiche e economiche di chi ora chiede meno diritti ed è utopistico che assecondandoli oggi si possano ottenere maggiori garanzie diffuse.
All'Italia viene chiesto di togliere di mezzo alcuni meccanismi di tutela del lavoro, l’articolo 18 in primis, e anche quelli che presiedono alla formazione e alla percorrenza di salari e stipendi. E c’è da tagliare robustamente comparti essenziali dello stato sociale.
Questo cambiamento non è innovazione ma semplicemente restaurazione antecedente le conquiste democratiche.
L’articolo 18 non è sotto tiro per quel che ancora vale oggi, ma perché è il simbolo di qualcosa, che alle élites europee, ammalate di neo liberismo, proprio non va giù, lo si agita da parte del premier italiano come un capro espiatorio finalmente da sacrificare.
Bisognerebbe che qualcuno cambi lo schema, ridisegni un nuovo blocco sociale e dicesse parliamo dell'articolo 18, ma se ne serva per costruire un nuovo spazio politico di proposta e iniziativa che rimetta al centro, in stretta connessione, la questione dei diritti sociali e quella della ripresa economica: reddito, lavoro e sua qualità, occupazione.
Partano subito misure concrete per chi non ha il lavoro, per i giovani soprattutto, per chi lo perde e non sa dove sbattere la testa; si immagini e costruisca una nuova modalità di tutela e aiuto della vita materiale di donne e uomini, una nuova tavola dei diritti, una nuova idea della dignità del lavoro; si rilancino gli investimenti, i consumi interni e si combatta la deflazione, perché solo così si potranno creare le condizioni per rilanciare l’occupazione e riprendere la via della crescita.

martedì 16 settembre 2014

PRIORITÀ AL LAVORO O DALLA RECESSIONE NON SI ESCE

Ci risiamo. Puntualmente ogni volta che vengono diramate le previsioni sullo stato dell'economia non ci sono buone notizie per l'Italia.
Le ultime arrivano dall'OCSE che prevedono per l'Europa una crescita media per quest'anno dello 0,8% e del 1,1% nel 2015.
L'Italia, rileva l'OCSE, è il solo paese del G7 che cala nel Prodotto Interno Lordo con un -0,4% nell'anno in corso.
I mezzi di informazione rilevano sempre più insistentemente che da un lato il Presidente del Consiglio Renzi continua ad annunciare riforme, con un piglio decisionista che crea consenso alla sua persona ma non si vede ancora un consenso alla sua politica.
Sulla politica il mantra sono le “riforme strutturali”. Su questo la pressione non dà tregua.
Questa pressione viene dall'Europa “della linea del rigore neo-liberista e dell’inflessibilità dei vincoli,” saldamente in mano ai conservatori delle alleanze nordiche della Germania, che vanificano anche le presenze nella commissione europea dei partiti socialisti.
In Italia la spinta a quelle che vengono chiamate riforme, ma in realtà sono restaurazione di condizioni del passato, vanno nella solita unica direzione: “ La liquefazione di quel che resta del sistema di welfare e dissolvimento dei diritti del lavoro: la vera questione in ballo è solo questa”.
La richiesta dell’impegno sulle “riforme strutturali”, cioè quelle vere si traduce nell'intervento di una radicale riduzione della spesa pubblica, per debellare il debito e un’altrettanta radicale riforma del mercato del lavoro.I segnali che arrivano puntano a mettere in evidenza anche i limiti delle (contro)riforme fatte e ventilate sul mercato del lavoro. Tali riforme, si nota, hanno avuto come focus la flessibilità – in entrata e in uscita – ma hanno trascurato di affrontare la rigidità dei meccanismi di determinazione dei salari.
Dopo la precarizzazione del rapporto di lavoro, oggi si chiede la precarietà anche delle buste paga.
“Allora forse è meglio affermare che cambiare verso significa smettere di accettare senza condizioni i vincoli europei, vuol dire attuare una politica fiscale nel segno dell’equità, tagliando i veri sprechi, a cominciare dal re dello spreco: il progetto di acquisto degli F35. Semplificare si la burocrazia ma fare investimenti selettivi in settori trainanti su un modello di sviluppo compatibile con la natura”.

lunedì 8 settembre 2014

PRIMO IL LAVORO

Puntualmente il Circolo con il patrocinio dell'Amministrazione comunale ha organizzato una serata per il sostegno del presidio dei lavoratori della Jabil in difesa del posto di lavoro.
Una bella serata gestita dai lavoratori con il contributo di volontari e dei gestori del bar e ristorante del Circolo.
L'evento è stato caratterizzato da un'eccellente jams session musicale con la partecipazione tra gli altri di Max Prandi, Max de Bernardi, Giancarlo Cova, Amanda e la Banda, Trutz Groth.
Il ricavato della serata è stato devoluto a sostegno dei lavoratori.
Un altro piccolo passo a sostegno dei lavoratori nella nostra zona, riconosciuto e partecipato da tanti cittadini di Bussero, che come sempre hanno dato prova della loro solidarietà.
Oggi più che mai l'imperativo è : Primo il Lavoro.