domenica 30 dicembre 2012

RISULTATI PRIMARIE CANDIDATI

Con il voto di sabato 29 dicembre si è conclusa la maratona per scegliere i candidati del centrosinistra.
Anche Sinistra per Bussero ha concorso attivamente all'organizzazione di questi eventi di partecipazione democratica che hanno avvicinato centinaia di concittadine e concittadini.
Sono stati momenti di politica pulita e trasparente che hanno dimostrato che cambiare si può a partire dal modo di fare e di essere.
Mentre in Italia centinaia di migliaia di cittadini sceglievano i candidati da inserire nelle liste, da un lato, altri - partiti di lungo corso con i "nuovi tecnici saliti in politica"-, si riunivano in stanze segrete per definire accordi sulle liste, dall'altro il vecchio PDL sta contrattando un difficile recupero di rapporto con la Lega.
Vogliamo qui ringraziare pubblicamente tutti i cittadini che con la loro partecipazione hanno reso queste votazioni un evento politico di successo ben augurante per la sfida vera che ci aspetta con la campagna elettorale e con il voto alle politiche del 24 e 25 febbraio.
Nelle votazioni di sabato 29, Sinistra per Bussero si è impegnata per permettere la scelta dei candidati di SINISTRA ECOLOGIA LIBERTÀ, diamo qui di seguito i risultati della circoscrizione di Milano e provincia per la Camera e per il Senato, pubblicando i primi classificati con i voti nelle liste di Sinistra Ecologia libertà.

PARTECIPANTI AL VOTO MILANO E PROVINCIA 3017

LISTA PER LA CAMERA LOMBARDIA 1
Farina Daniele 1429, La Terza Valentina 1240, Quartieri Patrizia 1143, Somoza Alfredo 953.
LISTA PER IL SENATO LOMBARDIA
Magni Tino 1424, Giorgio Giuseppina 1146, Imberti Roberto 1090, Ferrari Agradi Carla 956.

sabato 15 dicembre 2012

RISULTATO PRIMARIE LOMBARDIA










A BUSSERO HANNO VOTATO IN 331

HANNO CONSEGUITO VOTI

UMBERTO AMBROSOLI 150
ANDREA DI STEFANO    125
ALESSANDRA KUSTERMANN 56

RINGRAZIAMO TUTTI I CITTADINI CHE CON LA LORO PARTECIPAZIONE HANNO DIMOSTRATO ANCORA UNA VOLTA L'ALTO SENSO CIVICO DEI BUSSERESI.
ORA SIAMO PRONTI PER CAMBIARE IN LOMBARDIA, PONENDO FINE AL VENTENNIO DI GOVERNO FORMIGONIANO CON LA LEGA, SAPENDO CHE VINCENDO IN LOMBARDIA DAREMO UN CONTRIBUTO DETERMINANTE ANCHE PER LA VITTORIA DEL CENTROSINISTRA ALLE ELEZIONI POLITICHE NAZIONALI.

venerdì 7 dicembre 2012

OMAGGI A VITE ANDATE


 Valerio Marchesi
A un anno dalla morte di Lucio Magri, che in questi giorni è stato ricordato a Recanati dai vecchi compagni e amici di tante battaglie e di Pino Ferraris qualche mese dopo Vi propongo di condividere un ricordo che m’ero sentito allora di scrivere, innanzitutto per me, pensando alla loro vita spezzata e alla densità politica e culturale che hanno saputo, nella vita, portare.

Ci sono persone, la cui scomparsa lascia nel tuo profondo una tristezza ed un vuoto difficilmente colmabile. Capita, m’è capitato, con i parenti stretti, i genitori, i nonni, ma, si dice sia normale, sono coloro che t’hanno cresciuto, messo al mondo, come dire.. sono parte di te stesso.
Quando penso a mia madre, silente, sempre presente con lo sguardo, semplice e nel contempo piena di buon senso e capacità di orientarti, è come rivisitare e ridare senso a una parte di me.
Capita anche con le persone varie, che ti hanno accompagnato, segnato nel percorso della tua vita, quella scolastica, sociale, politica; le persone che hanno orientato le tue scelte, che ti hanno aperto squarci di visione sul mondo, sugli uomini, sulla storia umana.
M’è capitato in questi mesi con due intellettuali scomparsi, intellettuali di sinistra, Lucio Magri e più recentemente Pino Ferraris.
Li ho incontrati molto giovane nella mia formazione politica, umana, nelle scelte sociali e di vita che via via incominciavo a compiere.
Lucio Magri, dirigente del PCI, poi espulso, fondatore del “Manifesto”, intellettuale e uomo complesso, di origine cattolica, diventato comunista, nonostante e contro l’esperienza finale dell’Unione Soviatica Uomo dalle ampie visioni, mai scontato, complesso nelle letture della società e della politica, ma mai “al di fuori del contesto”. Minoranza critica, ma mai “minoritario”, sempre capace di leggere i tempi, fossero essi tristi o promettenti, come lo sono stati gli anni tra il 68 e l’oggi. Uomo visionario e critico spietato degli errori del “comunismo”, senza mai rinunciare a “volare”, come nel suo ultimo libro “Il sarto di Ulm”, nel quale un sarto, appunto, nel Medio Evo sfida il vescovo sostenendo che l’uomo potesse volare e così sfracellandosi sulle rocce sotto le mura della città. Epperò l’uomo “volerà”…….poi……
Pino Ferraris, invece, ci venne a trovare a Bussero, credo quindici anni fa, per parlarci delle società di mutuo soccorso della fine ottocento, inizio novecento. La Storia primordiale del Movimento Operaio. Pino, già segretario Psiup a Torino (sembra parlare di un altro mondo, ma era il 1971), poi del Pdup per il Comunismo, poi in Cgil, poi professore universitario a Camerino, ricercatore e critico dei modelli di produzione industriale, a partire dal tessile di Biella, sua terra natia. Pino, un uomo piccolo, semplice, aperto alla rivisitazione della storia, come levatrice di futuro.
Da quando lo reincontrai a Bussero, non riesco a rimuovere dentro di me questo tarlo della “mutualità”, del “mutuo soccorso” come elemento a partire dal quale ridisegnare rapporti sociali, stato sociale, rapporti di produzione, la vita delle persone, una società sostenibile, basata sull’autorganizzazione delle “masse popolari” (termine desueto oggi che siamo diventati tutti “consumatori”, si dice).
Mi succede così, a costo di essere qualche volta ridicolo, che parlo a destra e a manca della necessità di ricollocare la nostra vita sociale all’interno di questo orizzonte, la mutualità, appunto, a partire dalla nascita sino alla morte.
Un nuovo, vecchio modo di gestire il nostro vivere comune, non più scandito dal solo denaro e dalla merce,ma dalla capacità di “stare insieme” aiutandosi (in mutualità, appunto). Follia?????........
Osservate la crisi dello stato sociale ovunque, la crisi fiscale che ci sta sotto e poi, forse, vedremo che tornare alla fine dell’ottocento, alle società di “mutuo soccorso”, è pensare e guardare al futuro.
Ma, forse, siamo ancora al “volare” del sarto di Ulm.
Le persone, Lucio Magri, morto per suicidio assistito in Svizzera, Pino Ferraris, morto di vecchiaia mi hanno condotto a ripercorrere parte delle mie scelte di vita, a interrogarmi sul senso di ciò che si è fatto, dandomi in questo modo la possibilità di “ringraziarli” per quanto di bello hanno saputo comunicarmi.
Che la terra sia loro lieve e il ricordo infinito.

mercoledì 5 dicembre 2012

VERSO LE PRIMARIE PER LA LOMBARDIA







Il 15 Dicembre in Lombardia si vota per scegliere il candidato del centrosinistra.
Presentiamo uno dei candidati.

Andrea DI STEFANO
Andrea Di Stefano ha 48 anni, è giornalista, si occupa da sempre di economia e finanza etica. Direttore di Valori, rivista mensile, cartacea e on line, promossa da Banca Etica che si occupa di economia sociale, finanza etica e sostenibilità. Collabora con Rainews 24, LaRepubblica, Il Fatto Quotidiano on-line e l'Agenzia dei Giornali Locali del Gruppo Espresso. Su Popolare Network conduce, con Gianmarco Bachi, il programma "Il giorno delle locuste", settimanale di approfondimento di economia e finanza, vincitore del premio Marconi 2012 per la comunicazione.

Inoltre dal 2007 è membro della Commissione Centrale di Beneficenza della Fondazione Cariplo, che opera come corpo intermedio della società per il sostegno al terzo settore, alla sostenibilità ambientale e economica, alla ricerca e innovazione.
Insieme a Carlo Monguzzi e Emilio Molinari ha costituito il primo osservatorio contro le ecomafie.

martedì 4 dicembre 2012

CAMBIAMO IL PAESE

Da Repubblica: intervista a Nichi Vendola
«Sono abbastanza felice », dice Nichi Vendola. Non ha vinto lui, ieri sera, ma – il leader di Sel ne è convinto – «ha prevalso la sinistra». Un’Italia che chiede scuola pubblica e tutele per i lavoratori. Un Paese che vuole il rinnovamento proposto da Matteo Renzi, ma che ha bisogno di molto molto altro. Soprattutto, ha vinto Pier Luigi Bersani: il governatore pugliese gli riconosce la corona di «candidato premier». E ha perso Mario Monti: «Lo vedo in panchina, come molte altre personalità che hanno dato tanto al Paese. Bisognerà parlarne, certo, ma non è questo il momento di farlo ».
Si aspettava un risultato così netto?
«Ci speravo molto. Questa straordinaria meccanica delle onde, che è la partecipazione democratica, è stata animata da proposte, anche diverse, di innovazione, di cambiamento, di riforma. Penso che in ciascuna di quelle posizioni ci siano arricchimenti per un’agenda riformatrice, e penso che il significato sintetico e luminoso di questo voto finale è che il Paese chiede una svolta a sinistra nell’agenda di governo».
Un segnale a Monti?
«È così. Il voto delle primarie chiede un governo che tuteli la pubblica istruzione, che oggi viene percepita come ferita e agonizzante.
Chiede politiche che possano sostenere la domanda interna, che consentano l’apertura di cantieri, che liberino la spesa in conto capitale dai vincoli del patto di stabilità. Il Paese ci chiede di respirare. C’è tanta Italia che è da troppo tempo in apnea. Non dobbiamo solo metterci addosso buoni programmi e buone intenzioni, ma saper offrire una speranza politica all’Italia spaventata: a quella del ceto medio, delle partite Iva, dei lavoratori e delle lavoratrici che vivono un inedito e drammatico sentimento di solitudine».
Ci sarà posto per Renzi, nel centrosinistra che parla a quest’Italia?
«Quanti hanno scelto Renzi perché l’Italia non è un Paese per giovani hanno bisogno di sapere che questa domanda di ricambio generazionale sarà colta. Ma il problema prevalente, oggi, è la giustizia sociale. All’anima liberal che si è manifestata nel voto a Renzi dobbiamo dare soddisfazione dal punto di vista dei diritti civili e della libertà».
Il risultato rende più concreta la possibilità di una lista unica tra Sel e Pd?
«La considero abbastanza fantapolitica, perché il tema che io pongo è molto più complesso. Riguarda la possibilità di aprire un cantiere in cui discutere del soggetto politico dei progressisti, del partito del futuro. C’è una discussione importante su come rimotivare l’agire collettivo, su come restituire alla politica la sua essenza di buona politica. Le scorciatoie organizzative non mi interessano. In tutta Europa c’è necessità di una sinistra che rimescoli le carte di culture politiche che si sono confrontate in modo rissoso. Nel futuro non vedo un partito ideologico, ma un soggetto politico plurale in cui le diversità sono ricchezza».
Il punto è: quanto futuro? Non sono già maturi, i tempi di questo progetto?
«Stiamo parlando di una discussione da avviare, della crisi della forma partito come si è configurata nel ‘900. Siamo tutti dentro a un mutamento delle forme della comunicazione politica e della cultura generale. Prima o poi servirà riflettere sul rapporto che vi è tra la crisi dei legami sociali, delle forme di comunità, e quella della politica. Per restituirle il suo scettro, ceduto da troppo tempo a poteri estranei».
Lei ha già detto, come era ovvio dopo la gara, che Bersani è il suo candidato premier. E Monti? Che ruolo potrà avere il presidente del Consiglio se l’alleanza di centrosinistra vincerà le prossime elezioni?
«Credo che ci siano molte personalità che hanno servito il nostro Paese: è una panchina ricca. Quando sarà il momento ci occuperemo di questo. Io adesso voglio occuparmi di politica. Quando dico che l’agenda Monti sta facendo del male all’Italia, quando ne parlo denigrandola, sto facendo una critica politica. Nella mia testa, sulle figure di garanzia come quella del presidente della Repubblica, dobbiamo fare una discussione abbastanza libera. Dobbiamo discuterne ».
Cosa pensa di Antonio Ingroia, che il “movimento arancione” vorrebbe candidare alla premiership? Come vede quel che si muove alla sua sinistra?
«Chiunque ha intenzione di portare arricchimento culturale a una coalizione dell’alternativa, e si vuole misurare con il dovere di una grande responsabilità nazionale, è il benvenuto».

domenica 2 dicembre 2012

RISULTATO PRIMARIE

Care e Cari
abbiamo appena concluso lo spoglio del 2° turno delle primarie.
Bussero si conferma tra i paesi con maggiore partecipazione.
Un grazie a tutti coloro che hanno votato. Seguirà una puntuale valutazione del senso di questo voto. Possiamo già dire che la grande partecipazione al 1° e 2° turno sono di per se una dimostrazione che il popolo del centrosinistra vuole partecipare a un vero cambiamento alternativo all'antipolitica e al populismo.
Il voto confluito su Bersani anche da chi nel 1° turno aveva votato Vendola segna un punto verso un cambiamento nelle scelte di governo che metta al centro le politiche per il lavoro e l'occupazione, per lo sviluppo sostenibile, per ridisegnare una nuova politica in Europa, per lo stato sociale e per i diritti sociali e civili.

Ecco i risultati
Votanti 632 pari al 88,27% dei partecipanti al 1° turno.
Bianche 2
Voti validi 630

Bersani 392 pari al 62,22%
Renzi     238 pari al 37,78% 


 La prima dichiarazione di Nichi vendola:
«Il segno prevalente del voto del nostro popolo è un'uscita a sinistra. Da adesso Bersani è il candidato premier del centrosinistra. Le primarie sono state un'onda, una spinta per uscire a sinistra dalla seconda Repubblica e dal berlusconismo. Ci sono state molte domande di innovazione ma alla fine il segno prevalente dell'onda riformatrice va nel segno di un cambio radicale dell'agenda di governo, dell'equità sociale. Ora bisogna vincere le politiche e costruire tutti insieme, se sarà possibile, un'esprienza di governo. A me pare che la percentuale importante che ha ottenuto Bersani dice con chiarezza che serve una svolta a sinistra. Il popolo della sinistra chiede di costruire un'agenda di governo non basata sul liberismo e in cui al primo punto ci sia la giustizia sociale».