domenica 31 ottobre 2010

QUALE FUTURO PER LA SCUOLA PUBBLICA?

LA SCUOLA PUBBLICA E' IL NOSTRO FUTURO
La Scuola Pubblica è il luogo per eccellenza che ha segnato la storia delle società moderne, il luogo in cui tutti i cittadini hanno potuto accrescere i loro saperi, in cui il censo e lo stato sociale di ognuno di noi ha dovuto confrontarsi con l'insieme della società, in cui le nostre diversità hanno influito nel costruire un insieme di società condivisa.
Per questo è importante per noi, ancor più lo è la scuola di Bussero che ha raggiunto punti alti di qualità formativa per i nostri alunni, ma crediamo lo sia per qualsiasi società moderna che così voglia chiamarsi.
Abbiamo pensato perciò di fare una riflessione collettiva, pubblica, aperta sullo “stato della Scuola Pubblica”, come momento di ripensamento di quello che siamo oggi o che stiamo diventando.
La facciamo a partire da una visione nazionale chiamando il segretario generale della Federazione dei Lavoratori della Conoscenza – CGIL e dalla situazione delle nostre scuole, per la quale abbiamo gentilmente chiesto la disponibilità della Dirigente scolastica di Bussero.
La facciamo oggi, in presenza di una profonda crisi, perché sappiamo che solo un ulteriore passo avanti nei saperi e nelle conoscenze può aiutarci a ridefinire il prossimo futuro dei nostri figli e nostro.
Per questi semplici motivi Ti chiediamo di partecipare all'incontro.

QUALE FUTURO PER LA SCUOLA PUBBLICA?
Intervengono
ATTILIO PAPARAZZO
Segretario Generale della FLC-CGIL Milano
ALBALISA AZZARITI
Dirigente scolastico dell'Istituto comprensivo di Bussero
SALA GRANAIO – VILLA RADAELLI – Via Moro-Bussero
VENERDI' 5 NOVEMBRE 2010 h21
Sono invitati il Consiglio d'Istituto di Bussero, il Comitato dei Genitori,
i genitori, le cittadine e i cittadini

1° CONGRESSO DI SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'

RELAZIONE CONCLUSIVA DI NICHI VENDOLA

















Ecco a voi il video della relazione conclusiva di Nichi al primo congresso nazionale di Sinistra Ecologia Libertà, svoltosi a Firenze dal 22 al 24 ottobre.




dal sito di SEL

giovedì 21 ottobre 2010

L'ACQUA NON E' IN VENDITA

SIAMO PRONTI A DARE BATTAGLIA
 Chiara Cremonesi dal Consiglio Regionale - 19 ottobre 2010

E' davvero sbalorditivo che Formigoni voglia ignorare il pronunciamento di 144 consigli comunali in rappresentanza di larga parte dei cittadini lombardi e il milione e 400 mila firme raccolte nei mesi scorsi contro la privatizzazione dell'acqua.

Ci tocca apprendere da un quotidiano - e ciò è sintomatico del livello di rispetto di questa Giunta nei confronti del Consiglio - che il progetto di legge calendarizzato ieri nella riunione dei capigruppo e relativo alla riforma degli Ato contiene un passaggio sulla messa a gara del servizio idrico.

E così la legge lombarda che, grazie al fronte comune dei sindaci, dei comitati e dei gruppi consiliari di opposizione, aveva alla fine garantito la gestione in house degli acquedotti verrebbe a cadere. Con il rischio che l'acqua della Lombardia finisca e si concentri nelle mani di poche imprese private interessate esclusivamente a realizzare profitti.

L'acqua è un bene comune indisponibile, diritto primario alla vita che nessuno può regalare al mercato. Auspichiamo che Formigoni, in considerazione del fatto che i cittadini già si sono espressi chiaramente sul tema, receda dal suo progetto. Ma se il pdl arriverà in Commissione e in Aula, saremo di nuovo pronti a dare battaglia, insieme ai comitati e agli enti locali, per difendere il servizio idrico da chi lo vuole svendere ai privati.

SOSPESO IL CORSO DI ARMI NELLE SCUOLE

Chiara Cremonesi dal Consiglio Regionale - 19 ottobre 2010
Apprendiamo con soddisfazione che il corso di armi, tiro e cultura militare promosso per le scuole superiori della nostra regione dall'Ufficio scolastico regionale e dal Comando militare dell'esercito della Lombardia, con il benestare dei Ministeri della Difesa e dell'Istruzione, è stato sospeso, come annuncia il sito dell'Unuci. La nostra opposizione in Consiglio e la mobilitazione degli studenti hanno ottenuto un risultato importante. Resta ora da capire quale ruolo abbia avuto in tutto ciò la Regione, visto che il suo logo campeggiava sull'opuscolo di presentazione e visto che né il presidente Formigoni né l'assessore La Russa si sono degnati di rispondere alle nostre sollecitazioni in merito.

Sulla questione del patrocinio abbiamo presentato proprio oggi un'interrogazione e confidiamo ora che sulla questione sia fatta la dovuta chiarezza.

lunedì 18 ottobre 2010

LA SCUOLA CHE NON VOGLIAMO

CORSO DI ARMI NELLE SCUOLE:
REGIONE CONFERMA PATROCINIO
di Chiara Cremonesi

La Regione conferma il patrocinio sull'ormai famoso corso di armi e tiro, frutto di un'intesa tra l'Ufficio scolastico regionale e il Comando militare dell'esercito della Lombardia, con il benestare dei Ministeri della Difesa e dell'Istruzione e rivolto alle scuole superiori della Lombardia.

Oggi in Aula è stata discussa la mozione che avevamo presentato sulla vicenda, convinti che il protocollo "Allenati per la vita" sia incompatibile con il principio di una scuola chiamata a promuovere la cultura della pace.

Avremmo voluto ascoltare dal Presidente Formigoni o dall'assessore alla sicurezza La Russa perché la Regione sostenga l' iniziativa, ma né l'uno né l'altro si sono degnati di rispondere.

E' intervenuto soltanto un consigliere della Lega che ci ha candidamente spiegato come questo corso aiuti l'esercizio della legalità. Cioè, l'addestramento di ragazzi minorenni alla cultura militare, all'uso delle armi e alla sopravvivenza in ambienti ostili - perché questa è la sostanza delle lezioni, come da opuscolo di presentazione - sarebbe un insegnamento di legalità.

Noi pensiamo invece che si debba passare attraverso l'educazione civica, l'educazione alla solidarietà e l'educazione al rispetto dei diritti e dei doveri. Cosa che ci sembra scontata, ma che di questi tempi, in tutta evidenza, purtroppo non è.

Regione Lombardia, con questa scelta, si assume una responsabilità pesante di fronte al dovere delle istituzioni di contribuire alla costruzione di un futuro di pace e di convivenza civile.

venerdì 15 ottobre 2010

MANIFESTAZIONE PER DIRITTI, DEMOCRAZIA, LEGALITA', CONTRATTO

IL LAVORO
E' UN BENE COMUNE
Pomigliano va ben oltre Pomigliano: quello che hanno tentato di far passare nello stabilimento campano è ciò che stanno cercando di imporre nel paese.

Ci vogliono tutte e tutti precari, ricattabili.
Vogliono lavoratori senza diritti.
Vogliono cittadini senza voce.
Vogliono comandare, non governare.
Vogliono distruggere tutto ciò che è pubblico, a partire dalla scuola.

Sostengono che "la sicurezza sul lavoro è un lusso che non ci possiamo permettere", lo stesso pensano della democrazia.

Oggi è il momento di scegliere, di schierarsi.
"Il lavoro è un bene comune: diritti, democrazia, legalità, contratto": sono le parole chiave della manifestazione promossa dalla Fiom-CGIL per il 16 ottobre a Roma.
Sono anche le nostre parole e ci sentiamo uniti a chi quotidianamente si batte contro l'ingiustizia nei luoghi di lavoro, nelle scuole, nei quartieri.

SI AI DIRITTI
NO AI RICATTI

lunedì 11 ottobre 2010

TOBIN TAX


Se l’Europa riscopre il vecchio Tobin

 di Alfiero Grandi

La Tobin tax entrò negli obiettivi del programma del 2° Governo Prodi. Purtroppo la sua attuazione non fu realizzata nei 2 anni di vita del Governo. Tra proponenti e sostenitori se ne sono occupati in tanti. Oggi la disatrosa crisi finanziaria internazionale ha costretto a discutere di forme di regolazione dei mercati finanziari e di Tobin tax si è cominciato a parlare anche nelle sedi internazionali. Ne hanno parlato in tanti: dal banchiere che presiedeva il corrispettivo inglese della Consob italiana fino, più recentemente, a Sarkozy nel discorso all’ONU.

Visti i complessi problemi posti dalla crisi finanziaria e dalle sue disastrose conseguenze la Tobin tax è uno degli strumenti di intervento sui mercati finanziari.

La crisi finanziaria internazionale ha messo a nudo le contraddizioni e le storture del sistema finanziario internazionale, che sono ben maggiori dei mutui subprime.

In campo finanziario la globalizzazione è reale. I capitali si muovono da tempo in grande libertà e decidono le fortune o la caduta dei sistemi economici nazionali e lo fanno in assenza, o quasi, di regole.

Anzi, prevale tuttora una concorrenza tra aree del mondo attraverso il trattamento più favorevole da riservare ai movimenti dei capitali.

L’attività finanziaria è cresciuta oltre i livelli immaginabili. C’è chi ha calcolato che ben oltre il 90 % delle attività finanziarie non hanno alcun rapporto con le attività reali della produzione, dei servizi, delle attività materiali o immateriali.

I capitali che si muovono nel mondo sono enormi, molte volte il PIL mondiale annuo.

Questa ipertrofia finanziaria ha favorito lo spiazzamento delle attività produttive e reali, ha relegato il lavoro nel punto più basso della scala dei valori sociali.

Se l’attività finanziaria è cresciuta, parafrasando Sraffa, producendo denaro attraverso denaro, gli effetti nefasti sono stati molto concreti e reali.

La beffa è doppia: prima la crisi finanziaria ha trascinato l’economia nella recessione, poi il risanamento dei conti pubblici viene scaricato sugli stessi che ne hanno già pagato le conseguenze in termini di disoccupazione, caduta dei redditi, ecc.

Nei giorni cruciali della crisi finanziaria c’è stata una fase in cui le urla contro i nuovi untori del mondo finanziario si levavano altissime. Passata la fase più acuta e incerta, gli ambienti finanziari hanno capito rapidamente che si poteva parlare alle vecchie abitudini.

Questo è anche un problema di democrazia: alcuni centri finanziari nelle attuali carenze di regole possono decidere della vita e della morte di un’economia nazionale (vedi Grecia) mentre la discussione dovrebbe iniziare proprio dall’opportunità o meno di consentire che alcuni prodotti finanziari continuino ad esistere, a quali regole debbono sottostare altri prodotti, e a quali condizioni possono essere consentiti altre attività ancora. Soros ha detto: “un mercato globale ha bisogno di regole globali”. Purtroppo la libera circolazione dei capitali è avvenuta prima di definire le regole. Occorre che vengano stabilite precise regole e chiari divieti.

Le Autorità debbono avere il potere di controllare tutti i prodotti finanziari, vietando senza ambiguità quelli rischiosi che vivono perché offrono il miraggio di facili guadagni.

La crisi finanziaria internazionale non ha ancora esaurito i suoi effetti. Le previsioni dciono che prima del 2015 l’occupazione non tornerà ai livelli precrisi, l’economia dei paesi cosiddetti forti segna il passo, l’occupazione è ferma e quindi le conseguenze della crisi finanziaria internazionale si stanno prolungando nel tempo.

Quindi l’idea, foss’anche l’utopia, di un nuovo ordine regolatore mondiale dei mercati finanziari (una nuova Bretton Wood) da raggiungere anche per gradi è di grande attualità. E’ uno snodo decisivo, senza affrontare il quale il governo dei processi economici è quasi impossibile.

Il mercato non è in grado di regolarsi da solo. Può solo essere regolato dalle scelte politiche. La teoria della mano invisibile che regola non tiene. La mano che regola deve essere visibile e guidata dalle scelte politiche.

La Tobin tax in questo senso va vista solo come un primo passo che avrebbe il merito di rendere conoscibile un mercato finanziario largamente opaco, naturalmente occorre porsi il problema di un sistema di regole più complesso e cogente della Tobin.

La Tobin tax è un granello ma può essere molto utile, a condizione che ciascuno faccia la sua parte.


mercoledì 6 ottobre 2010

NOTIZIE DAL CONSIGLIO COMUNALE DEL 30 SETTEMBRE 2010

RICOGNIZIONE SUI PROGRAMMI E VERIFICA DEGLI EQUILIBRI DI BILANCIO

Il Consiglio Comunale, entro il 30 settembre di ogni anno, è chiamato a deliberare la ricognizione sullo stato di attuazione dei programmi, al fine di verificare e monitorare l’andamento della gestione nel corso dell’esercizio.
Tale ricognizione è uno degli elementi diretti a giudicare la capacità del nostro Comune di raggiungere i propri obiettivi.
Da sottolineare che le Relazioni dei Responsabili di Settore sullo stato di attuazione dei programmi evidenziano un andamento che, a nostro giudizio, merita un attento controllo politico al fine di rispettare gli obiettivi più qualificanti del Piano Esecutivo di Gestione (PEG).
Fermo restando il rispetto del pareggio finanziario e del patto di stabilità, sono state altresì apportate alcune variazioni al bilancio di previsione 2009 ed al bilancio pluriennale 2009-2011, apportando alcune marginali ripuliture, onde evitare che vadano nei residui.
Da notare che l’avanzo di amministrazione dell’esercizio 2009, - pari ad € 691.545,01 - rimane ancora disponibile per l’intera somma.
Alla seduta non si è presentata l’opposizione.

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