venerdì 23 dicembre 2011

AUGURI

LUOGHI COMUNI



In questo numero:

Sacrifici tanti, equità nessuna.
Incapace.
40 Anni fa.
La malamministrazione.
Aree 167, il punto.
Il lavoro nella nostra zona.
Testimonianza dal presidio.
Congresso nazionale Legambiente.


PER SFOGLIARE IL GIORNALE PREMI QUI

martedì 13 dicembre 2011

OFFICINA PER BUSSERO


LETTERA APERTA


Bussero, 11 Dicembre 2011

INVITO


                                                                   Cara Cittadina, Caro Cittadino
                                                                  Cara amica, Caro amico

Come ben sai le elezioni comunali si avvicinano rapidamente (probabilmente si voterà a inizio maggio) e la situazione ci spinge ad una accelerazione.

Il fallimento dell'amministrazione Colombo ha sancito la fine di una fase, forse la fine di una storia che per 36 anni aveva prodotto buon governo e personale politico all'altezza.

Oggi più che mai Bussero ha bisogno di una vera novità e per questo l'assemblea cittadina del 11 Novembre ha lanciato una sfida a tutti noi.

La costruzione di un luogo, denominato per ora “Officina per Bussero” che senza preclusioni di provenienze, appartenenze e d'esperienze possa essere popolato e riempito di nuove proposte, nuove risposte, nuovi protagonisti.

Un luogo che nella prima fase dovrà essere completamente “senza rete”, senza copertura politica, senza l'adesione ad un progetto o programma predefinito.

Un luogo delle relazioni che risponda alla domanda: “come possiamo insieme essere utili a Bussero”.

La delega non funziona più. É giunto il momento di produrre la qualità in proprio. Di diventare tutti artigiani della politica. Di rimettere le persone al centro dello spazio pubblico, perché sono le persone che fanno la differenza. Sempre!

Condividere una proposta particolare ad una visione globale, rimettere in gioco competenze ed esperienze, leggere dal proprio punto di vista la realtà che ci circonda per poi trasformarla insieme.

In fondo vogliamo solo praticare la democrazia, perché alla fine siano le idee migliori e le persone più utili a restare in campo per rappresentare una complessità che non potrà mai essere rappresentata solo da un simbolo di partito.

Ti invitiamo, per trovare parole e percorsi comuni per fare il prossimo passo per Bussero, all'incontro programmato Lunedì 19 Dicembre alle nove di sera in villa Casnati.

A presto


Curzio Rusnati - Ornella Ponzellini - Michele Sala

domenica 11 dicembre 2011

PER IL LAVORO


TESTIMONIANZE
Dopo che Nokia Siemens Network ci aveva esternalizzati alla società JABIL avevamo il sospetto che ci volessero chiudere. Ne abbiamo avuto la conferma lo scorso febbraio, quando hanno tentato di farlo, ma non ci sono riusciti, perché altrimenti sarebbero stati commissariati e sarebbero emerse tutte le loro malefatte (esempio gli 80 milioni di buco di bilancio) e avrebbero rischiato il carcere.
Hanno così ricomprato l’azienda per chiuderla a fine anno.
Dal mese di luglio siamo in presidio permanente, giorno e notte, al km. 158 della Padana Superiore, con le donne che trascurano le loro famiglie per difendere il loro posto di lavoro.
Una parte degli impiegati subisce passivamente questa situazione, prendendo scuse per non esporsi ed ora usciranno dall’azienda senza dignità.
Oggi ci sarà una forzatura da parte dell’azienda per far uscire un Tir carico di materiale, che il presidio ha bloccato all’interno della stessa. Noi siamo pronti.
In regione, intanto, le parti, azienda e sindacati, sono lontane dal trovare un accordo sul futuro dello stabilimento Jabil. Nel frattempo anche Nokia ha comunicato l’esternalizzazione di 230 lavoratori a una ditta canadese, che non ha stabilimenti in Italia.
Siamo in attesa di ricevere le lettere di licenziamento che dovrebbero arrivare il 13 dicembre.
Noi non ci muoveremo dal presidio, fino a che non si troverà una soluzione che garantisca la continuità produttiva dello stabilimento, per il nostro futuro e per quello di tutta l’area della Martesana.
Un lavoratore della Jabil

40 ANNI


40 ANNI FA
Sembra passata un’era da quel lontano 1971, estate/autunno, nel quale un numeroso gruppo di giovani decisero che parte della loro vita andava dedicata alla comunità di uomini e donne in cui vivevano, cioè il paese di Bussero, allora tremila anime scarse. Avevano i nomi che una volta si usavano, legati ai santi per lo più, Angelo, Fausto, Giovanni, Giuseppe, Enrico, Vitaliano, Massimo e altri, avevano alle spalle in gran parte la parrocchia, ma alcuni già frequentavano la città per studio o per lavoro. Fecero la scelta di stare “dalla parte degli ultimi”, evidentemente conquistati da quel profeta che era Don Milani e nel contempo sperimentando le nuove strade di una ricerca comunista eretica o socialista utopica. Furono velocemente seguiti da parte delle generazioni seguenti, soprattutto da un gruppo di giovani ragazze dallo spirito indipendente e immediatamente identificatesi con la ribellione femminista che allora esplodeva.
E fu politica a tutto campo, dai consigli comunali, ai doposcuola alla Cascina Gogna e in via Croce, alla scuola, all’ambientalismo, teatro, cultura, Il Manifesto, il Pdup e via via mille altre cose fino ai giorni nostri.
Ci voleva, ci vuole, amore per il nostro paese per fare tutto quello che s’è fatto, compresi gli errori, ci voleva grande spirito di apertura per fare tutti gli incontri che via via si sono succeduti, senza smettere mai d’incontrare, quasi fosse l’imperativo rimasto dalla domanda iniziale che li aveva mossi ad agire, a spendersi, a darsi.
Beh, questi splendidi ragazzi e ragazze di 40 anni fa, compresi quelli che non ci sono più, stanno ancora in circolo, utopisti erranti, critici sferzanti di loro stessi, mai soddisfatti e affamati di futuro, nonché desiderosi che possa essere radioso soprattutto per “gli ultimi”, quelli a cui in fondo sono sempre rimasti legati.
Buona continuazione del viaggio ragazzi e ancora uno sforzo per continuare a cercare di “modificare lo stato delle cose esistenti”.
uno di voi

IL GOVERNO MONTI


SACRIFICI TANTI, NESSUNA EQUITÀ

L'Italia è uno dei Paesi dell'Europa con il più alto debito pubblico rispetto al Prodotto Interno Lordo.
L'Italia è tra i Paesi europei con il più basso sviluppo negli ultimi 10 anni.
L'Italia è uno dei Paesi industrializzati con la maggiore disuguaglianza dei redditi, anche perchè il divario tra ricchi e poveri è andato ampliandosi negli ultimi decenni.
Il Governo Berlusconi ci ha lasciato questa eredità sempre negata.
La caduta del governo Berlusconi è avvenuta per una via "paraparlamentare", ma la sensazione è quella di un esito non improvvisato, ma spinto da più parti istituzionali ed economiche.
Il Governo di Mario Monti é nato sostenuto dalla quasi tutte le forze politiche. Una maggioranza parlamentare apparentemente ampia, di cui è importante sottolineare il carattere apparente date le contrapposizioni interne.
Per dichiarazione e discorso programmatico il governo Monti non è un governo a termine ma "ciò che si prefigge di fare è impostare il lavoro, mettere a punto gli strumenti che permettano ai governi che ci succederanno di proseguire un processo di cambiamento duraturo". Si candida cioè a introdurre provvedimenti con un preciso paradigma economico di impianto neoliberista che limiteranno fortemente l'autonomia è lo spazio di azione dei prossimi governi.
Non siamo iscritti d'ufficio al club degli oppositori a prescindere, attendiamo con rispetto e senza giudizi preventivamente negativi, ma nel discorso sulla fiducia non troviamo quella discontinuità necessaria nel merito rispetto al passato, vogliamo vedere come si concretizza la politica di sacrifici, rigore, equità sostenuti dalla retorica della "salvezza nazionale".
Una politica dei sacrifici di cui valuteremo la tanto indicata equità e che si inserisce in un corpo sociale non reduce da un ventennio di crescita delle retribuzioni ed innalzamento dei diritti ma anzi già segnato da un gigantesco trasferimento di risorse dai redditi da lavoro, dalle pensioni, verso la rendita e il profitto.


Il Governo Monti ha presentato la manovra, esprimiamo una profonda contrarietà a quanto emerso nei singoli provvedimenti. Si tratta di una manovra che colpisce sempre i soliti cittadini, già ampiamente penalizzati dalla crisi, mentre esenta le grandi ricchezze e, addirittura, favorisce i maggiori responsabili della crisi stessa. Siamo nettamente contrari alla stangata sulla prima casa, sia per la reintroduzione indiscriminata dell’Ici che per la rivalutazione delle rendite catastali. Intanto, non si introduce neppure una blanda tassazione sui patrimoni. Al contrario si aumenta l’IVA!
La cosiddetta riforma delle pensioni in realtà taglia da subito gli adeguamenti alla crescita del costo della vita, allunga ingiustamente l’età per tutti, non distinguendo tra i differenti tipi di lavoro. Non introduce nessuna misura che garantisca la pensione a chi oggi è giovane, spesso precario o disoccupato. Con una situazione in cui lavoratori ultracinquantenni stanno perdendo il lavoro e che dovranno aspettare troppi anni per raggiungere la pensione, con i tagli ulteriori alla spesa sociale si sta pianificando l'accorciamento dell'aspettativa di vita.
Tra le tante misure che non ci convincono ce n’è una che giudichiamo potenzialmente devastante. Si tratta della garanzia dello Stato per le passività bancarie, le banche possono essere garantite, mentre i cittadini devono tirare la cinghia.
Tutto ciò che aveva promesso Monti sul versante dei sacrificic’è, sull'equitàdavvero nulla.
Non c’è nulla su crescita, a parte l’ennesimo regalo alle imprese con la deduzione dell’Irap, nulla sul bonus per l’incentivo alle energie rinnovabili, nulla per rilanciare la competitività attraverso gli investimenti in innovazione e sviluppo, nulla si è fatto sull’asta delle frequenze, nulla sulla patrimoniale sulle ricchezze.
Sarebbe stato meglio un governo di scopo destinato a varare una robusta patrimoniale, ridurre le spese militari e introdurre una maggiore tassazione delle rendite e delle transazioni finanziarie, che in tempi brevi accompagnasse il Paese a nuove elezioni. La probabilità del realizzarsi di questi provvedimenti e della condizione elettorale è però fortemente dubbia. Sta a noi oggi la grande responsabilità di mantenere vivo il fuoco dell'alternativa e di una via diversa di uscita dalla crisi.

giovedì 8 dicembre 2011

LE PENSIONI SECONDO FORNERO


Questi professori dai modi così educati approfittano un po’ della fiducia delle persone per nascondere passaggi epocali sotto felpate e quasi ovvie parole.
La professoressa Fornero in un articolo apparso su ‘La Repubblica’ ci spiega ciò che intende come equità per quanto riguarda il sistema pensionistico. Dalle sue parole si deduce che non esiste più un sistema a ripartizione ma in realtà dobbiamo ragionare nei termini di una capitalizzazione individuale.
Ohibò!!! Qualcuno se ne è accorto?
Il sistema pensionistico pubblico è a ripartizione cioè i contributi che si pagano in un certo anno servono per pagare le pensioni vigenti nello stesso anno.
Se c’è un passivo dovrebbe essere coperto con un aumento dei contributi o dal bilancio dello stato, se c’è un attivo dovrebbe andare nel conto patrimoniale, cioè messo da parte.
Lasciamo qui perdere ogni nota considerazione su quanto rientra nelle casse dello stato sotto forma di imposte pagate dai pensionati, lasciamo anche perdere il fatto che alla fine dell’anno non c’è nessun accumulo reale dell’attivo e ciò che avanza viene usato per la spesa corrente, lasciamo, ancora, perdere il fatto che è il fondo dei lavoratori dipendenti e dei parasubordinati che finanzia gli altri.
Cioè lasciamo perdere le reali questioni fondamentali relative al futuro di una pensione pubblica, almeno questo è quello che ci propone il ministro.
Il ragionamento di Fornero è tutt’altro: ogni singolo lavoratore ha un rendimento dai contributi da lui versati e questo rendimento è determinato dal modo in cui si calcola il contributivo cioè in relazione al PIL.
Qui Fornero fa un salto logico improprio perchè il sistema di calcolo del contributivo è appunto un sistema di calcolo inserito in un sistema a ripartizione, e non un vero sistema a capitalizzazione individuale.
Fornero invece dà per scontato che siamo già in un sistema a capitalizzazione individuale in cui ognuno deve calcolare i suoi contributi e vedere se il rendimento che avrà è compatibile non con una pensione rapportata al reddito e sufficiente per vivere ma con un criterio (la capitalizzazione) che è un vero stravolgimento se rapportato al funzionamento reale dei conti previdenziali.
Con quel ragionamento siamo fuori dal sistema a ripartizione e siamo entrati in un sistema a capitalizzazione individuale almeno come base di analisi, nel senso che è vero che la rivalutazione viene fatta secondo un criterio che non è differenziato per linea di investimento e quindi vale per tutti, ma in questo modo si rende la pensione pubblica analoga a quella privata a capitalizzazione individuale effettiva.
Non è un ragionamento inventato lì per lì o magari un po’ casuale, ma è uno schema che il neo ministro segue da tempo. Su questa via si può pensare ad una sovrapposizione ed integrazione fra sistema pubblico e privato che, si può immaginare, porti ad una permeabilità dei due sistemi che in sostanza potrebbe voler dire far passare soldi pubblici al privato.
Siamo quindi ben oltre i tagli, siamo ad un passaggio da un sistema incentrato sul pubblico, caso mai con l’integrazione molto parziale di una pensione integrativa, ad una gestione di tipo privatistico di tutto il sistema previdenziale. Altro che sobrietà dei toni, qui siamo ben oltre i tagli.
Infine vorrei che qualcuno mi spiegasse un salto logico per me incomprensibile. Se Fornero dice che non farà altri tagli ma accelererà solamente la realizzazione di ciò che è già stato deciso dice che farà più velocemente quello che Berlusconi e Tremonti hanno già realizzato. Ora se quello che faceva Berlusconi era macelleria sociale non si capisce perchè le stesse cose fatte più velocemente in fondo possono essere accettate. Misteri della politica e anche, a volte, del sindacato.
G. P.

sabato 3 dicembre 2011

FORMIGONI SI DIMETTA

Tangenti: credibilità Regione azzerata 

di Chiara Cremonesi, Giulio Cavalli dal sito di SEL Lombardia

L'arresto del vicepresidente Nicoli Cristiani è l'ennesimo caso che si aggiunge all'elenco ormai insopportabilmente lungo di rilievi giudiziari riguardanti il Consiglio e la Regione.

Dai festini a luci rosse alla malasanità, dai rapporti con la ‘ndrangheta al traffico illecito di rifiuti, ce n'è davvero per tutti nel centrodestra lombardo, anche nelle posizioni istituzionali di maggior rilievo.

I filoni di indagine aperti sono molteplici e coinvolgono o in qualche modo riguardano consiglieri, assessori e dirigenti regionali di alto livello. E poi anche amici e parenti stretti.

Abbiamo fiducia nel lavoro della magistratura. Ma da subito occorre rilevare il dato politico: Formigoni, la sua Giunta, la sua maggioranza e la loro azione di governo non hanno più alcuna credibilità, progressivamente minata e a questo punto frantumata da una sequenza di inchieste impressionante.

A breve, per esempio, Regione Lombardia dovrà legiferare sulle cave. Viene da chiedersi, a fronte di quanto sta emergendo, con quale legittimità possa farlo. E il discorso vale ugualmente per tutto il resto, dal piano casa ai provvedimenti nel settore socio-sanitario.

Non è più accettabile alcuna mediazione. Non ci si può accontentare della rinuncia a un ruolo. Perché in discussione ci sono l'onorabilità e l'attendibilità dell'istituzione tutta.

Le ombre sono ormai troppe e troppo dense. Formigoni, peraltro sostenuto da un'alleanza che a livello nazionale non esiste più, ne prenda atto. E la parola torni agli elettori.

martedì 29 novembre 2011

"ADDIO COMPAGNI"

MAGRI É MORTO. FONDÒ IL MANIFESTO

Lucio Magri è morto ieri, a 79 anni. Fu tra gli animatori del gruppo di dirigenti comunisti dissidenti che diede vita nel 1969 alla rivista del "manifesto" e due anni dopo al quotidiano  il manifesto


Politico lucido e colto come pochi, con un fortissimo fascino personale, ha lasciato un segno importante nella storia della sinistra italiana

giovedì 24 novembre 2011

UNITI NELLE DIVERSITÀ

UNITI NELLE DIVERSITA’
 Curzio Rusnati
 
Una comunità protagonista, questo era l’obiettivo dell’assemblea cittadina promossa da Sinistra per Bussero, venerdì 11 novembre 2011, alla ricerca di un nuovo percorso amministrativo.
La centralità delle persone, la qualità delle relazioni, l’ascolto, l’affidamento reciproco, al di là delle provenienze ed esperienze, sono gli elementi di una scommessa lanciata a questo paese.
Costruire luoghi, che non possono più essere segreterie dei partiti, dove riconoscersi, prendere la parola ed essere protagonisti alla pari.
Luoghi aperti dove non sia richiesta fedeltà a qualcuno o a qualcosa, ma solo equilibrio, responsabilità ed una buona dose di leggerezza, perché le persone vogliono divertirsi e stare bene anche quando fanno cose serie ed impegnative.
Luoghi orizzontali che fanno della concretezza e della praticabilità delle proposte l’elemento portante.
Luoghi che mettono al centro i beni comuni di Bussero: il territorio e la sua custodia, la socialità con l'attenzione alle persone e la partecipazione come strumento per l’espressione del corpo pubblico di questo paese.
Noi abbiamo solo fatto rotolare la prima palla di neve, speriamo diventi una valanga di idee, persone, sogni, proposte e invenzioni, che tutto travolge e, magari, travolga anche noi.

Fisseremo a breve il prossimo appuntamento operativo al quale ti aspettiamo

Bussero, novembre 2011


lunedì 21 novembre 2011

IL NUOVO GOVERNO

Assemblea Provinciale Milano di SEL 

Daniele Farina - Coordinatore SEL Provincia di Milano

Negli scorsi giorni abbiamo ascoltato il discorso di Mario Monti nel corso del dibattito sulla fiducia al Senato e alla Camera dei Deputati con il quale ha varato un governo di impegno nazionale sostenuto dalla quasi tutte le forze politiche ivi rappresentate. Una maggioranza parlamentare apparentemente bulgara. E di cui è importante sottolineare il carattere apparente.

La caduta del governo Berlusconi è avvenuta per una via che abbiamo definito "paraparlamentare", giusta la festa per l'evento. Giusta ma giustamente breve. Gli accadimenti non vanno, a mio avviso, letti come il precipitato di un tumultuoso accavallarsi di eventi, ma come una soluzione preparata nel tempo. Lungi da me voler accedere a teorie del complotto, alla Trilateral Commission, a consorterie del potere politico finanziario internazionale, su cui si è sviluppata in questi giorni ampia e non so quanto utile letteratura. Ma la sensazione è quella di un esito non improvvisato.


La metto così: nel 2006 io ho votato Giorgio Napolitano e mi sono chiesto in questi giorni se, con il senno del poi, lo avrei fatto. La risposta è sì. Tuttavia questa volta, forse, sarebbe stato meglio accompagnare la crisi del governo e della sua maggioranza verso un ormai scontato esito parlamentare e il paese a nuove elezioni, come Grecia e Spagna. Oppure delimitare il campo di un governo di scopo con alcune cose chiare. Non credo che la speculazione internazionale, se di questo tratta, si sarebbe comportata molto diversamente. Manca ovviamente la controprova.
Oggi ci troviamo invece in una situazione affatto diversa. Per dichiarazione e discorso programmatico il governo Monti non è un governo a termine ma "ciò che si prefigge di fare è impostare il lavoro, mettere a punto gli strumenti che permettano ai governi che ci succederanno di proseguire un processo di cambiamento duraturo". Si candida cioè a introdurre provvedimenti che limiteranno fortemente l'autonomia è lo spazio di azione dei prossimi governi. Un solo esempio perché è il più grave: legge costituzionale per introdurre il vincolo di bilancio in pareggio. Compito del Parlamento certo, ma primo punto del discorso di Monti. Dove sta il problema: sta nel fatto che la natura del suo programma e delle azioni annunciate sono tutte dentro il perimetro tracciato dalle istituzioni economiche sovranazionali. 39 paletti che Alfonso Gianni ha recentemente nominato con immagine forte come i 39 chiodi della nostra bara.
In questo caso tecnico deve intendersi come un preciso paradigma economico di impianto neoliberista. Mi ha fatto in proposito una certa impressione sentire parlare di politiche microeconomiche e di produttività dei fattori, un inequivoco vocabolario neoclassico e successive modificazioni.

SEL non è rappresentata nel Parlamento della Repubblica. Ha collocato la sua azione politica nella ricerca di una discontinuità con le politiche del precedente governo per un reale cambiamento del Paese. La Presidenza di SEL, ieri a Roma, ha apprezzato il cambiamento di stile del governo Monti, la perizia dei suoi componenti, ma non ha trovato nel discorso sulla fiducia quella discontinuità necessaria. Anzi. Di qui il termine delusione è stato utilizzato.
Certo, lotta all'evasione, all'illegalità e alle mafie, tassazione preferenziale per le donne. Attenzione ai giovani ma secondo un impianto di riforma combinata delle pensioni e degli ammortizzatori sociali che rischia di essere una concreta esperienza di quelle forme di cannibalismo generazionale di cui Monti è uno dei maggiori teorici. Non una parola sull'ambiente, il dissesto idrogeologico, per quella che per semplicità chiamiamo green economy, ma anzi nostalgia di nucleare, entusiasmo per la Tav, ammirazione architettonica per il ponte sullo stretto. Con il consenso delle parti sociali si supererà il mercato duale. Che tradotto temo significhi, nonostante le precipitose precisazioni del senatore Ichino, qualche benvenuta garanzia in più per i non garantiti, sottratta a quei super garantiti dei lavoratori dipendenti. Mario monti è un economista e infatti nella teoria dei giochi questa figura si chiama a somma zero.
Spostamento della contrattazione verso i luoghi di lavoro ovvero l'orazione funebre del contratto nazionale e così via fino ad un militare al Ministero della Difesa che non è proprio un bel biglietto da visita verso quella campagna e tensione per la riduzione delle spese militari che andiamo sostenendo. No ad un'imposta patrimoniale se non con una manovra sull'ICI che prevede anche la prima casa. Tante ombre poche luci.
Una politica dei sacrifici di cui valuteremo la tanto indicata equità e che si inserisce in un corpo sociale non reduce da un ventennio di tumultuosa dinamica salariale ed innalzamento dei diritti ma anzi già segnato da un gigantesco trasferimento di risorse dai redditi da lavoro, dalle pensioni, verso la rendita e il profitto. Ha ragione Berlusconi quando dice che il governo Monti hai iniziato bene, per noi assai meno.

Nonostante il pessimismo della ragione Sinistra Ecologia Libertà non è iscritta d'ufficio al club degli oppositori a prescindere. Sarebbe errore grave quello di chi, avendo capito tutto, si ritirasse in un Aventino ideologico. Nel prossimo periodo credo che verranno al pettine i nodi di quella retorica, quella sì fortemente ideologica, della "salvezza nazionale". Li saremo, nel Paese, ad indicare, con la concretezza della proposta, una diversa via di fuoriuscita dalla crisi.
Nell'entusiastico apporto al governo Monti anche il quadro politico appare scomposto, credo abbia ragione Vendola quando afferma che bisogna stare attenti a quelle "quaresime tecnocratiche che predispongono le resurrezioni populistiche". Ovvero a quella di Berlusconi. Il rischio è reale. E mi pare scandalosa la possibilità che chi ha largamente prodotto questo disastro abbia l'opportunità di non pagare il conto. E non è sano pensare che sono tutti d'accordo, compreso il Partito Democratico, nel far fare a Monti quello che avrebbero, dopo le elezioni, dovuto fare loro, noi. E' legittimo solo se, e torniamo all'inizio, si ritiene che la via di uscita dalla crisi si reperisce solo entro i 39 punti, chiodi, della lettera BCE.

La ricerca di un'alternativa politica non può essere disgiunta da quella per un diverso paradigma economico sociale, il famoso nuovo e diverso modello di sviluppo. Il quadro è scomposto e non é detto che non abbiano successo quei novelli alchimisti che cercano dentro questa inedita maggioranza parlamentare la pietra filosofale di nuove alleanze e soggetti elettorali diversi da quelli che abbiamo conosciuto e per i quali abbiamo lavorato. Ma non dovremo aspettare le prossime elezioni politiche generali, quanto prima possibile spero, già il turno di amministrative di primavera lancia segnali inquietanti. Con molti possibili laboratori di un nuovo patto fra Partito Democratico e centro ad escludendum delle altre forze della foto di Vasto. Le primarie sono sparite dal radar e il modello Milano rischia di essere il vincente ma esile esperimento di una notte di prima estate.
Per chi popola le regioni a nord del Paese è posto anche il tema aggiuntivo dello specifico posizionamento della Lega Nord, l'abbandono dell'ormai sfruttato tema federalista e la riapertura di un programma delle origini, vocalmente indipendentista, e verosimilmente del suo corredo politico primitivo.

Sinistra Ecologia Libertà ha indicato la possibilità di un governo di scopo destinato a varare una robusta patrimoniale, ridurre le spese militari e introdurre una maggiore tassazione delle rendite e delle transazioni finanziarie. Ma ha soprattutto indicato il carattere temporaneo del governo Monti e il suo dover in tempi brevi accompagnare il Paese a nuove elezioni. La probabilità del realizzarsi di quei provvedimenti e di quella condizione elettorale è però fortemente dubbia. Sta a noi oggi la grande responsabilità di mantenere vivo il fuoco dell'alternativa e di una via diversa di uscita dalla crisi.
Dobbiamo contribuire ad attrezzare questa comunità politica ad una navigazione che oggi rischia di essere a vista o addirittura notturna, fatto non semplice per una forza priva di risorse materiali e della strumentazione politica di una rappresentanza parlamentare.

venerdì 4 novembre 2011

IDEE PER BUSSERO

IDEE PER BUSSERO
ELEZIONE DEL SINDACO E CONSIGLIO COMUNALE

Elettrici, Elettori di Bussero
è ormai noto che il Sindaco ha rassegnato le dimissioni e che si voterà in primavera per eleggere il nuovo Consiglio comunale.

Le cause della crisi sono evidenti a tutti:
  • l'incapacità amministrativa e politica del Sindaco e della sua squadra nel realizzare il programma di mandato;
  • la loro mancanza di relazione e l'isolamento dalla società civile busserese;
  • un esasperato dirigismo camuffato da “nuova politica”.

Questi fatti, insieme al fallito accordo ribaltone con Progetto Bussero, hanno portato per la prima volta il comune di Bussero ad essere commissariato.

Bussero ha bisogno, ora più che mai, di persone capaci, affidabili, nuove e diverse, che sappiano rinnovare e valorizzare le peculiarità di questo paese e rispondere alla domanda di benessere dei cittadini con un programma realistico.

Per questo riteniamo che l'incontro tra persone sia prioritario agli accordi tra partiti o forze politiche.

Proponiamo quindi un luogo di incontro che abbiamo provvisoriamente denominato LABORATORIO PER LA RINASCITA DI BUSSERO nel quale ci sia un libero confronto di idee per un possibile programma di governo e conseguentemente una naturale comune individuazione delle persone preposte ad amministrare Bussero, adottando nelle scelte il criterio del coinvolgimento degli elettori con le primarie.

PER CONFRONTARCI SU QUESTI TEMI VI INVITIAMO A PARTECIPARE ALLA

ASSEMBLEA PUBBLICA
VENERDÌ 11 NOVEMBRE - ORE 20,45
VILLA RADAELLI - VIA MORO 2


Ci rivolgiamo a voi come donne e uomini di Sinistra per Bussero consapevoli che, coerentemente con quanto soprascritto, ci dovremo cimentare nella libera discussione in campo aperto senza anteporre l'appartenenza.
Ma dato che dal nulla nasce nulla, noi proponiamo un inizio, fiduciosi di incontrarvi per costruire insieme il futuro del nostro paese.
 

 

RIPRENDIAMOCI IL CAMPO

RIPRENDIAMOCI IL CAMPO

METTIAMO FUORI GIOCO CHI HA FALLITO!
SERVE UNA NUOVA POLITICA ECONOMICA PER LA CRESCITA E L'OCCUPAZIONE, NEL RISPETTO DEI DIRITTI E DELLA DIGNITÀ DELLE DONNE E DEGLI UOMINI.

RIDIAMO FUTURO AI GIOVANI,
FACCIAMO RIPARTIRE L'ITALIA.

MANIFESTAZIONE A MILANO
12 NOVEMBRE 2011 alle ore 14,30
DA PORTA VENEZIA A PIAZZA CASTELLO.



Il documento completo "Riprendiamoci il campo"



Il sito degli organizzatori www.riprendiamociilcampo.it

sabato 22 ottobre 2011

VENDOLA

Vendola: “Diamo risposte o sarà escalation”

Intervista a Vendola di Curzio Maltese dal sito di SEL


Un attempato ammiratore degli incappucciati l’ha aspettato ieri fuori dal bar Canova, in piazza del Popolo, ai margini della manifestazione della Fiom e l’ha aggredito : “pezzo di merda” , come ti permetti di dire che quelli di sabato erano barbari? Eroi sono, eroi”. E’  soltanto l’ultimo e in fondo meno preoccupante episodio di intolleranza nei confronti di Nichi Vendola da parte di un mondo di rivoluzionari immaginari che considera il leader di Sel, come dice lui stesso, “ormai il vero nemico, piu’  della destra, che in fondo gli va benissimo cosi’ “.
Vendola, chi sono, che cosa rappresentano questi incappucciati in nero che s’infiltrano nelle manifestazioni per distruggere le citta’ ? Figli di un tempo paradossale o un nuovo partito armato?
“Non e’  ancora un partito armato, ma c’e'  il rischio che lo diventi. Possono reclutare nella crescente disperazione delle nuove generazioni e in piu’  godono dell’aiuto di uno Stato incapace. La reazione del governo ha dell’incredibile. Non hanno saputo fare prevenzione e hanno mandato allo sbaraglio le forze dell’ordine. E dopo il disastro, che fanno? Il blocco nero chiede la guerra e lo Stato gliela concede. La proposta di leggi speciali va esattamente in quel senso. Di fatto, costituirebbero un riconoscimento politico, un fiore all’occhiello per il blocco nero. Senza contare che naturalmente non servono a nulla. Serve piuttosto che i servizi imparino almeno a leggere quanto circola sulla rete, dove c’era gia’  tutto da giorni e settimane”.
Ma da chi e’  composto questo aspirante partito armato?
“Il blocco nero coinvolge frammenti di antagonismo e di estrema destra sociale, mescolando vaghi miti ideologici con pratiche da guerriglia metropolitana e di semplice gangsterismo. La palestra ideologica e il luogo concreto di reclutamento sono le curve degli stadi. Quanto al programma politico, diciamo cosi’, e’ piuttosto rozzo: dagli allo sbirro”.

Del terrorismo rosso si disse che c’entrava, in qualche modo, con l’album di famiglia della sinistra e purtroppo era vero. Ma esiste oggi un legame reale fra black bloc e movimenti?

“Stavolta non dobbiamo avere ambiguita’. Il blocco nero e’  l’esatto capovolgimento politico della principale idea da cui sono partiti i movimenti in questi anni, cioe’  la tutela dei beni comuni. Loro negano proprio il bene comune. La citta’ , la piazza, nel significato di bellezza urbana e di luogo della politica, per il blocco nero non sono beni comuni, terreni da attraversare con amore e rispetto: sono prede. Distruggono la citta’ per distruggere la polis, quindi la bella politica, che i movimenti vogliono invece far rinascere. D’altra parte la frattura in piazza e’  stata nettissima, fra gli indignati e i barbari, come continuo a chiamarli”.
Una frattura politica, ma anche emotiva, fra chi comunque crede ancora in un progetto di cambiamento e chi e’  in preda a una furia nichilista, disperata.
“Se esiste un elemento che illustra l’egemonia culturale di questi anni è il concetto di “eterno presente” elaborato dal filosofo Pietro Barcellona. Il passato e’  stato abrogato, dal futuro ci si aspetta soltanto la perpetuazione del presente all’infinito. In questa terra di nessuno della memoria si muovono gli incappucciati”.
Come il terrorismo e’  stato in fondo il miglior alleato del potere, prolungando la vita di un ceto politico finito, cosi’  questi sedicenti antagonisti possono dare una mano alla sopravvivenza di questo?
“Ma sono antagonisti a che cosa? Gli incappucciati sono l’altra faccia della violenza del Potere con la maiuscola. Ne condividono il machismo, lo spirito eversivo, perfino il gusto per la mascherata. Erigono barriere, escludono dalla lotta i deboli, hanno in testa una loro zona rossa dove si separa l’estetica della guerra dall’etica della politica”
Al potere italiano i sovversivi sono sempre piaciuti, perche’ ?
“L’humus e’ lo stesso. Quello che Gramsci chiamava il sovversivismo delle classi dirigenti italiane. Il presidente del consiglio che favoleggia con un personaggio come Lavitola una specie di rivoluzione di piazza, tumulti violenti contro sedi di giornali e palazzi di giustizia, s’inserisce appunto nel filone di questa storia”.
L’odio degli incappucciati nei confronti delle forze dell’ordine puo’ essere visto come un pendant dal basso delle campagne di un potere criminaloide contro i magistrati?
“Nel nome del comune disprezzo per la legalita’ , che è la base del gioco democratico. Ora non voglio citare la famosa poesia di Pasolini sugli scontri di valle Giulia, ma insomma ricordare che i poliziotti sono lavoratori, vengono dalle classi popolari e sono ridotti a furia di tagli in condizioni di lavoro penose. Il crollo di consenso della destra nelle caserme e’  palpabile e con la frustrazione, il dolore di quel mondo una sinistra che voglia davvero cambiare le cose deve confrontarsi, dare risposte. Ed e’  quello che avviene gia’  spontaneamente in piazza, anche e anzi soprattutto nella piazza del 15 ottobre. L’applauso dei manifestanti pacifici alle forze dell’ordine che caricavano il blocco nero, la carezza del poliziotto a una manifestante colpita, sono gesti nuovi e importanti”.
Senza voler trovare alibi alla sociopatia, non trova che comunque fra i giovani la categoria dei non rappresentati sia pericolosamente cresciuta negli anni, col rischio di alimentare esplosioni di rabbia sociale?
“E si allarghera’  sempre di più fino a quando la politica e i media non capiranno che la questione del lavoro precario, della vita da precari, e’  il problema numero uno. Prima del debito pubblico, della crisi, dei precetti del Fondo Monetario o delle banche centrali. La precarizzazione di intere generazioni puo’  portare a una rottura antropologica. Questo fenomeno o trova una rappresentazione mediatica e una rappresentanza politica oppure rischia di fare la fortuna dei blocchi neri, quelli di strada e quelli di palazzo. Del resto, se lo comprendono Draghi e i vescovi, confido che possa farlo anche il centrosinistra italiano”.
Non esiste davvero alcun legame fra le imprese del blocco nero e l’alba del terrorismo?
“Troppa storia e’  passata, con cambiamenti epocali. Un solo pericolo e’  comune. Il fascino della vecchia idea che i fini possano giustificare i mezzi. Ora, se la storia del Novecento ci ha insegnato qualcosa e’  che per un mondo piu’  gentile si puo’ ottenere soltanto praticando la gentilezza. Un mezzo barbaro prefigura un esito di barbarie. Lo dico mentre passano queste immagini della rivolta in Libia, che mi preoccupano. Perche’  ho paura di chi festeggia il vilipendio di un cadavere, perfino se’ è il cadavere di un dittatore assassino come Gheddafi”.
Curzio Maltese

mercoledì 12 ottobre 2011

IL SINDACO SI È DIMESSO


IL SINDACO SI È DIMESSO
LA MAGGIORANZA VIVI BUSSERO E PROGETTO BUSSERO SI È ROTTA
IL CONSIGLIO COMUNALE È SCIOLTO E SI RITORNA A VOTARE

Il Sindaco, nel Consiglio comunale di martedì 11 ottobre, costatando di non avere più la maggioranza per il mancato sostegno di Progetto Bussero, ha rassegnato le dimissioni.

Queste dimissioni dimostrano l'incapacità del Sindaco di tenere insieme le sue maggioranze: un anno fa ha rotto con Sinistra per Bussero ed ora fallisce anche l'alleanza con Progetto Bussero. Si evidenzia anche il distacco di un Sindaco dalla cittadinanza busserese con la quale non è mai entrato in relazione.

Questo è il fallimento di una maggioranza innaturale e priva di prospettiva che si basava su un accordo ingannevole e irrealizzabile, funzionale solo ad estromettere Sinistra per Bussero.

I fatti di oggi dimostrano anche il fallimento di un modo di fare politica dei partiti imperniato su relazioni esclusive delle segreterie locali.
L'attuale gruppo dirigente del Partito Democratico di Bussero ha imposto questi rapporti ed ha rotto, prima con Sinistra per Bussero, poi con i Democratici ed ora con Progetto Bussero.
La stessa cosa era successa tra PDL-Lega Nord e Progetto Bussero.
Sono fallimenti che dimostrano l’impraticabilità di questa strada per il futuro.

Sinistra per Bussero si fa promotrice di un laboratorio per la Rinascita di Bussero.

Occorre aprirsi e dare ai cittadini il diritto di scelta su programmi e candidati senza rinchiudersi nell'ambito ristretto delle rappresentanze politiche.
Ci rivolgiamo alle donne e agli uomini, alle ragazze e ai ragazzi e a tutte le forze vive del paese che vogliono investire le proprie energie e impegnarsi per un futuro migliore della comunità in cui vivono.

Bussero, 12 ottobre 2011

INFORMA n.21

NOTIZIE DAL CONSIGLIO COMUNALE DELL’11 OTTOBRE 2011


CRONACA DI UNA FINE ANNUNCIATA:
IL SINDACO VA A CASA


Il fatto
Per la prima volta, a Bussero, sarà un Commissario prefettizio a reggere l’Amministrazione del Comune fino alle prossime elezioni. Il Consiglio comunale si è sciolto e, a primavera, si ritornerà a votare.
Il Sindaco Franco Colombo, infatti, si è dimesso. Non aveva altre scelte dopo il venire meno dei voti di Progetto Bussero che proprio nove mesi addietro (11 gennaio 2011) aveva dato vita ad una nuova maggioranza “a sostegno e rilancio azione amministrativa”. E’ la prova provata del nostro giudizio su tale scelta da noi giudicata, fin dall'inizio, innaturale e priva di prospettiva perchè si basava su di un accordo ingannevole e irrealizzabile, funzionale solo ad estromettere Sinistra per Bussero.

La cronaca
Il Consiglio comunale è iniziato ieri sera con una richiesta di sospensione da parte del Sindaco, il quale comunicava ai capigruppo di Sinistra per Bussero, PDL – Lega Nord Padania e Progetto Bussero la presa d’atto della mancanza della maggioranza e, di conseguenza, le suedimissioni irrevocabili”, affermando, poi, nella seduta consiliare di “aver commesso, forse, qualche errore”. Chiedeva anche un voto puramente tecnico sull’adempimento di legge relativo alla verifica degli equilibri di bilancio.
I soli capigruppo, per senso di responsabilità istituzionale, hanno assicurato tale voto, sottolineando, comunque, che trattavasi di un voto puramente tecnico.
Sinistra per Bussero ha chiaramente sottolineato come, dal punto di vista politico, aveva espresso (al pari di PDL – Lega Nord Padania) un voto nettamente contrario al bilancio di previsione 2011, motivandolo con analisi e valutazioni politiche che i nostri lettori hanno avuto modo di conoscere con le nostre pubblicazioni ampiamente diffuse, nonché distribuite alle famiglie busseresi.
Tale responsabilità istituzionale consentirà al Comune di utilizzare buona parte dell’avanzo di amministrazione per l’estinzione anticipata dei mutui, conseguendo un risparmio della spesa corrente, e di potere assicurare alcuni servizi alla cittadinanza.
Onde, poi, evitare ripensamenti di sorta da parte del Sindaco, i nove consiglieri delle opposizioni si sono dimessi dal Consiglio comunale.

Le valutazioni politiche
Si conclude, così, il peggior governo che l’Amministrazione comunale abbia mai avuto negli ultimi 35 anni con un Sindaco che, anziché valorizzare e cercare rapporti e relazioni con tutti gli attori politici della nostra comunità – associazioni (culturali, sociali, sportive, imprenditoriali, professionali, ecc.), volontariato, cittadinanza, partiti, ecc. – se ne è abbondantemente distaccato.

Si è anche assistito al fallimento di un modo di fare politica dei partiti imperniato su relazioni esclusivamente ristrette alle segreterie locali. L'attuale gruppo dirigente del Partito Democratico di Bussero ha imposto questi rapporti ed ha rotto, prima con Sinistra per Bussero, poi con i Democratici ed ora con Progetto Bussero. La stessa cosa era successa tra PDL-Lega Nord e Progetto Bussero.

La proposta di Sinistra per Bussero
Ricomincia da oggi la ricostruzione di un tessuto sociale fortemente lacerato. Sinistra per Bussero darà il proprio contributo per ripristinare, con pazienza e sapienza, il terreno fertile per assicurare alla cittadinanza un’Amministrazione degna delle sue tradizioni, i cui ingredienti fondamentali sono sempre stati: trasparenza, chiarezza, partecipazione, condivisione, democrazia.
Sinistra per Bussero si fa promotrice di un laboratorio per la Rinascita del nostro paese, senza rinchiudersi nell'ambito ristretto delle rappresentanze politiche, ma dando ai cittadini il diritto di scelta dei candidati e dei programmi. Si rivolge, pertanto, alle donne e agli uomini, alle ragazze ed ai ragazzi che vogliono investire le proprie energie e impegnarsi per un futuro migliore della comunità in cui vivono.

lunedì 10 ottobre 2011

INFORMA n.20

NOTIZIE DAL CONSIGLIO COMUNALE DEL 5 OTTOBRE 2011

VERIFICA DEGLI EQUILIBRI DI BILANCIO E RICOGNIZIONE SUI PROGRAMI
Esiste ancora la maggioranza Vivi Bussero – Progetto Bussero?
Una maggioranza confusa, in crisi e divisa quella che si è presentata nel Consiglio comunale del 5 ottobre.
Sull’importante punto dell’ordine del giorno, la verifica degli equilibri di bilancio e la ricognizione sullo stato di attuazione dei programmi, la maggioranza è stata battuta perché oltre alle opposizioni Sinistra per Bussero e Lega Nord Padania, anche l’assessore Lorenzo Scipione di Progetto Bussero ha votato contro, ricordando come “gli impegni a suo tempo concordati con Vivi Bussero non vengono rispettati. Di conseguenza, anche gli obiettivi non hanno trovato alcun riscontro e profonda è stata la delusione della cittadinanza”.
Il punto non è stato, quindi, approvato.
E’ evidente la frattura creatasi all’interno della nuova maggioranza messa in piedi solo dieci mesi addietro con l’ammucchiata Vivi Bussero - Progetto Bussero, dopo avere estromesso Sinistra per Bussero perché incalzante sul rispetto e la verifica degli accordi di programma.
Un anno sprecato. Il Sindaco avrà ancora la maggioranza? Dipenderà dalle scelte di Progetto Bussero.
A differenza dello scorso mese di gennaio 2011, quando il Sindaco Franco Colombo si era dimesso per molto meno - in contrapposizione a Sinistra per Bussero - ieri, 5 ottobre, nonostante il pesante voto contrario sul punto sopra richiamato, ha proseguito nei lavori del Consiglio.
Le opposizioni avevano, invece, chiesto, alla luce della votazione, la sospensione temporanea del Consiglio per verificare se la maggioranza esistesse ancora. Il Presidente del Consiglio, con atteggiamenti antidemocratici, non ha permesso la discussione sulla richiesta di sospensione: di conseguenza, le opposizioni Sinistra per Bussero e PDL – Lega Nord Padania sono uscite dall’aula per protesta.
Da stigmatizzare, inoltre, il comportamento alterato del Presidente del Consiglio, Enrico Galbiati, che, anziché fungere da elemento di equilibrio, non trova di meglio che richiamare il nostro capogruppo per avere svolto il suo argomentato intervento sul bilancio sforando di pochi minuti il tempo regolamentare ed apostrofarlo per avere qualificato la presentazione – da parte del Sindaco – della revoca della Convenzione con il Comune di Rho per lo svolgimento in forma associata del Segretario comunale “scialba ed asettica” e la maggioranza “confusa ed ammaccata”.
Il merito del tema
Sulla verifica degli equilibri di bilancio, Sinistra per Bussero ha voluto evidenziare:
a) sul versante delle entrate, la mancata riscossione degli oneri di urbanizzazione per circa € 260.000 e la sovra stima di altre entrate rispetto alla previsione.
b) sul lato delle spese correnti, una significativa sforbiciata nel settore sociale (fra l’altro, a tutt’oggi privo dell’assessore). E precisamente:
Asilo nido, servizi per l’infanzia e per i minori
meno 15.000 € ai servizi integrativi (puericultrice) ; meno 12.000 € ai servizi tutela minori; meno 1.000 € ai servizi ausiliari (pulizia).
Assistenza, beneficenza pubblica e servizi diversi alla persona
meno 10.000 per la mancata sostituzione di una nuova assistente sociale – area minori;
meno 4.500 € sull’Assistenza domiciliare; meno 8.000 € sulla mediazione lavoro; meno 6.000 € sui Centri diurni disabili; meno 3.000 € sul sostegno psichico.
Contributi alle Associazioni sportive: meno € 4.000
Le spese in conto capitale hanno, invece subito una decurtazione delle manutenzioni:
36.300€ sui servizi generali; 10.000 € sulla scuola materna; 5.000€ sulla scuola elementare; 8.500 € sulla scuola media; 7.500 € sulla biblioteca; 6.850 € sui parcheggi; 48.000 € sull’illuminazione pubblica ; 15.000 € sui parchi/verde pubblico.
Per converso, si spendono 45.900 € per l’acquisto di un’auto super dotata per i vigili.
Viene poi utilizzato l’avanzo di amministrazione: nella spesa corrente per il pagamento di € 44.000 quale quota interessi e di € 430.000 per la quota in conto capitale per l’estinzione anticipata dei mutui. E’ stato rimarcato che nessuno dei documenti allegati fa riferimento a questo aspetto.
Il mancato rispetto, da parte di questa maggioranza, dei termini relativi agli adempimenti previsti dalla legge in materia di approvazione del bilancio consuntivo 2010, non le ha consentito di risparmiare i preventivati 28.000 € di spesa corrente, che, in periodi di vacche magre, avrebbero potuto favorire qualche intervento.
Da rimarcare ancora che, al 30.9.2011, con riferimento alle spese in conto capitale, su 506.000 € di opere preventivate, ne risultano impegnati solo 33.272,56 €, ossia un misero 6,57%, nonostante nulla ci fosse di innovativo in questo campo.
Sinistra per Bussero ha, altresì, sottolineato come nessun riferimento sia stato fatto al Piano triennale (2011-2013) e all’elenco annuale (2011) delle opere pubbliche approvato dalla maggioranza il 9 maggio in Consiglio comunale, unitamente al bilancio di previsione, e letteralmente disfatto dalla Giunta il 13 maggio. Segno evidente di una Giunta scarsamente coesa, che non rispetta le prerogative del Consiglio comunale e che si fa beffa dei consiglieri, compresi quelli di maggioranza che hanno votato a favore.
Il nuovo piano, fra l’altro, senza alcuna copertura prevista in bilancio (passa da € 1.991.000 ad € 6.891.000 per il corrente anno), elenca una serie di opere per il 2011 – come la realizzazione di strutture sportive esterne al centro polifunzionale (€ 5.105.000), di nuove piste ciclabili (€ 800.000), abbattimento barriere architettoniche alla metropolitana (€ 200.000) – e, per il 2012, un campus universitario (€ 2.000.000), non previsto dal vigente PRG e in assenza del nuovo Piano di Governo del Territorio. Il tutto senza alcun coinvolgimento del Consiglio comunale e senza che ce ne sia traccia proprio in occasione della pur ritardata Ricognizione sullo stato di attuazione del programma e verifica degli equilibri finanziari del bilancio 2011, comunque non approvata dal Consiglio per i motivi sopra riportati.
REVOCA DELLA CONVENZIONE CON RHO PER IL SEGRETARIO COMUNALE
Di fronte al tentativo del Presidente del Consiglio di far votare direttamente la delibera senza alcuna presentazione, mostrando scarsa attenzione verso il pubblico presente, le opposizioni hanno sollecitato l’illustrazione. Il Sindaco ha, così, svolto una spiegazione durata meno di un minuto e da noi definita scialba, asettica e superficiale. Segno, comunque, di una maggioranza confusa ed ammaccata, visto che l’oggetto del contendere conteneva fin dal suo nascere elementi di frizione politica tra Vivi Bussero e Progetto Bussero.
Un minimo di autocritica avrebbe almeno concesso alla maggioranza l’attenuante di chi ammette di avere commesso degli errori. E, invece, come se nulla fosse successo.
Nessun riferimento:
  • al Consiglio comunale del 18.2.2011 quando lo stesso era stato immotivatamente dichiarato chiuso dal Sindaco mentre le opposizioni esprimevano le loro argomentazioni politiche di contrarietà alla proposta di delibera “Convenzionamento tra il Comune di Rho ed il Comune di Bussero per il servizio in forma associata della segreteria comunale”, con l’assunzione nella funzione del Dott. Adriano Barlassina, già candidato sindaco a Bussero nelle elezioni amministrative del 6 e 7 giugno 2009 nella lista “Progetto Bussero”;
  • al Consiglio Comunale del 28.2.2011 quando la stessa delibera è stata approvata con il voto contrario di Sinistra per Bussero e di PDL – Lega Nord Padania;
  • ignorato completamente il Consiglio comunale del 9.5.2011 quando la maggioranza Vivi Bussero e Progetto Bussero votarono contro la mozione del nostro Gruppo consiliare di “autotutela del Consiglio Comunale” con la quale si chiedeva l’annullamento della delibera relativa al convenzionamento in forma associata con il Comune di Rho per il Segretario comunale, ritenendola inapplicabile avendo il Sindaco avvalorato un atto contrario alla delibera votata il 28.2.2011 dalla maggioranza.
L’atto contrario consisteva nel fatto che, anziché dar corso alla delibera, si continuava a chiedere all’Albo dei Segretari comunali e provinciali la reggenza a scavalco di un segretario.
La motivazione scritta sul testo della delibera di revoca – “a seguito delle elezioni amministrative svoltesi nel Comune di Rho il 15 e 16 maggio 2011” – è davvero risibile, sia perché l’ipotesi di convenzionamento con il Comune di Rho era stata preventivamente “valutata e ritenuta accoglibile”, sia perché la precarietà della Convenzione è da ascrivere alle motivazioni standard di scioglimento consensuale mediante atti deliberativi consiliari o per recesso unilaterale del Sindaco neo eletto.
Lo scorso 9 maggio sarebbe stato meglio se il capo gruppo di Vivi Bussero, Carlo Zerbini, anziché definire la nostra mozione “destituita di ogni fondamento” e che “presto addiverremo alla firma della Convenzione, essendo ormai una mera formalità”, avesse compiuto un atto di umiltà e saggezza politica, riconoscendo l’errore e votando a favore della nostra mozione.
E’, purtroppo, prevalsa la tendenza corporativa all’autodifesa e, con essa, la mancanza di rispetto verso questa assise e, di riflesso, verso la cittadinanza.
Sinistra per Bussero ha votato a favore della delibera di revoca, avendola già chiesta fin dal 9 maggio 2011.
Nella stessa seduta è stata approvata, con l’astensione delle opposizioni, una bozza di convenzione per lo svolgimento del servizio di segretario comunale in forma associata con il Comune di Gessate.
Il nostro augurio è che presto possa arrivare una persona preparata, trattandosi di un profilo professionale di alto livello che assume un’importanza fondamentale per l’operatività dell’Ente.

giovedì 6 ottobre 2011

SINDACO BATTUTO


SINDACO BATTUTO
MAGGIORANZA DIVISA

Consiglio Comunale di Bussero del 5.10.2011

DICHIARAZIONE DI SINISTRA PER BUSSERO

Una maggioranza confusa, in crisi e divisa quella che si è presentata nel Consiglio comunale del 5 ottobre.
Sull’importante punto dell’ordine del giorno, la verifica degli equilibri di bilancio e la ricognizione sullo stato di attuazione dei programmi, la maggioranza è stata battuta perché oltre alle opposizioni Sinistra per Bussero e PDL-Lega Nord Padania, anche l’assessore Lorenzo Scipione di Progetto Bussero ha votato contro, ricordando come “gli impegni a suo tempo concordati con Vivi Bussero non vengono rispettati. Di conseguenza, anche gli obiettivi non hanno trovato alcun riscontro e profonda è stata la delusione della cittadinanza”.
Il punto non è stato, quindi, approvato.

E’ evidente la frattura creatasi all’interno della nuova maggioranza messa in piedi solo dieci mesi addietro con l’ammucchiata Vivi Bussero - Progetto Bussero, dopo avere estromesso Sinistra per Bussero perché incalzante sul rispetto e la verifica degli accordi di programma.
Un anno sprecato. Il Sindaco avrà ancora la maggioranza? Dipenderà dalle scelte di Progetto Bussero.

A differenza dello scorso mese di gennaio 2011, quando il Sindaco Franco Colombo si era dimesso per molto meno - in contrapposizione a Sinistra per Bussero - ieri, 5 ottobre, nonostante il pesante voto contrario sul punto sopra richiamato, ha proseguito nei lavori del Consiglio.
Le opposizioni avevano, invece, chiesto, alla luce della votazione, la sospensione temporanea del Consiglio per verificare se la maggioranza esistesse ancora. Il Presidente del Consiglio, con atteggiamenti antidemocratici, non ha permesso la discussione sulla richiesta di sospensione: di conseguenza, le opposizioni Sinistra per Bussero e PDL – Lega Nord Padania sono uscite dall’aula per protesta.

Da stigmatizzare, inoltre, il comportamento alterato del Presidente del Consiglio, Enrico Galbiati, che, anziché fungere da elemento di equilibrio, non trova di meglio che richiamare il nostro capogruppo per avere svolto il suo argomentato intervento sul bilancio sforando di pochi minuti il tempo regolamentare ed apostrofarlo per avere qualificato la presentazione – da parte del Sindaco – della revoca della Convenzione con il Comune di Rho per lo svolgimento in forma associata del Segretario comunale “scialba ed asettica” e la maggioranza “confusa ed ammaccata”.

Bussero, 6 ottobre 2011

SINISTRA PER BUSSERO
Antonio Galbiati – Valerio Marchesi



domenica 2 ottobre 2011

CONSIGLIO COMUNALE MERCOLEDI' 5 OTTOBRE 2011 ORE 20

ORDINE DEL GIORNO
del Consiglio Comunale di mercoledì 5 ottobre 2011 ore 20

  1. Comunicazioni del Presidente
  2. Revoca deliberazione n. 14 del 28.2.2011, avente ad oggetto: "Convenzionamento tra il Comune di Rho ed il Comune di Bussero per il servizio in forma associata della segreteria comunale"
  3. Convenzionamento tra i Comuni di Bussero e Gessate per il servizio in forma associata della segreteria comunale
  4. Ricognizione sullo stato di attuazione dei programmi e verifica degli equilibri finanziari del bilancio 2011. Variazione del bilancio 2011 e pluriennale 2011/2013
  5. Istituzione del servizio a domanda individuale di post-scuola presso le scuole infanzia e primaria dell'Istituto Comprensivo Statale Monte Grappa di Bussero. Criteri di determinazione delle tariffe del servizio.
  6. Comunicazione prelievo dal fondo di riserva (G.C. n. 52 dell'11.7.2011)
  7. Interpellanza avente per oggetto: "Costituzione Commissione per la modifica Statuto comunale", presentata dal Gruppo consiliare Sinistra per Bussero
  8. Interpellanza avente per oggetto: "Dopo scuola. Scuole: dell'infanzia e primaria", presentata dal Gruppo consiliare Sinistra per Bussero
  9. Interpellanza avente per oggetto: "Servizi sociali - assistenza ai minori", presentata dal Gruppo consiliare Sinistra per Bussero
  10. Interpellanza avente per oggetto: "Situazione svincolo tra via Milano (sp 120) e via Barzago", presentata dal Gruppo consiliare Popolo della Libertà - Lega Nord Padania
  11. Interpellanza avente per oggetto: "Regolamento celebrazione matrimoni civili", presentata dal Gruppo consiliare Popolo della Libertà - lega Nord Padania
  12. Interpellanza avente per oggetto: "Regolamento riprese televisive", presentata dal Gruppo consiliare Popolo della Libertà - Lega Nord Padania
  13. Interpellanza avente per oggetto: " Area elettrodotti a sud del territorio comunale", presentata dal Gruppo consiliare Popolo della Libertà - Lega Nord Padania
  14. Interpellanza avente per oggetto: "Presentazione PGT e tempi di approvazione", presentata dal Gruppo consiliare Popolo della Libertà - Lega Nord Padania
  15. Interpellanza avente per oggetto: "Convocazione Commissione Dibattito Busserese", presentata dal Gruppo consiliare Popolo della Libertà - Lega Nord Padania

venerdì 30 settembre 2011

SQUARCI DI VERITÀ


FINIAMOLA E FINITELO
Ciclicamente gli assessori comunali rilasciano dichiarazioni strumentali sui costi del centro polifunzionale. Finalmente dalla dichiarazione del capogruppo di Vivi Bussero: ”..sono utilizzabili, fortunatamente ma solamente, i denari previsti dalla fideiussione (della convenzione con la TAO 88 ndr.) e in quantità appena necessaria a completare l'appalto”, pur tra inesattezze e versioni di parte che confutiamo, emerge una verità da noi sempre sostenuta: i soldi per completare i lavori appaltati ci sono e non influiscono negativamente sul patto di stabilità.

La ricostruzione oggettiva dei fatti.
L'URBANISTICA
La scelta urbanistica di collocare un centro polifunzionale in un area al centro dello sviluppo nuovo del paese risponde alla scelta di dotare Bussero di funzioni pubbliche policentriche.
Nel centro storico il comune, la chiesa, l'oratorio, l'asilo, la biblioteca, nella parte nuova il centro polifunzionale, le scuole, la casa di riposo, il nido e la materna, il centro medico, la casa La Primula, gli impianti sportivi.

IL PROGETTO
La Giunta comunale approva nell'aprile 2008 il progetto definitivo-esecutivo consistente in:
  • un auditorium di forma circolare con una platea di 314 posti e una galleria di 90 posti, palcoscenico e camerini, la biglietteria, il guardaroba, una zona ristoro, 6 salette per le associazioni e una zona espositiva.
  • un palazzetto dello sport rettangolare con campo da gioco per calcetto, basket e pallavolo, spogliatoi atleti e giudici di gara, un bar/caffetteria, gradinate con 246 posti a sedere, una ludoteca per bimbi, il centro di aggregazione giovanile, 2 salette per le associazioni, una palestra fitness, i relativi spogliatoi e servizi igienici sia per gli sportivi che per gli istruttori.
Il progetto è stato sottoposto prima al parere delle associazioni busseresi e poi all'approvazione dei VV.FF, dell'ASL, del CONI, della Commissione provinciale di vigilanza e del Validatore.


IL PIANO FINANZIARIO
Il costo del progetto

euro


Lavori a base d’asta
4.602.811,26


Oneri per l’attuazione dei piani di sicurezza
152.035,02


Totale appalto
4.754.846,28






Somme a disposizione dell’amministrazione per IVA e spese tecniche
1.385.390,64






Totale costo progetto
6.140.236,92



Le fonti del finanziamento

euro
Dalla convenzione con TAO 88
4.280.060,26
Di cui già versati con la stipula della convenzione
1.200.000,00
Da da corrispondere in corso d'opera
3.080.060,26




Somme dell’amministrazione comunale in bilancio
1.860.176,66




Totale finanziamento progetto
6.140.236,92

L'APPALTO DEI LAVORI
Una premessa:
  • Tutti gli amministratori dovrebbero sapere che, per appaltare lavori pubblici, la legge impone la preventiva copertura finanziaria fin da quando si approva il progetto definitivo-esecutivo e il relativo impegno nel bilancio comunale. Le reiterate polemiche sulla vendita del vecchio municipio o su presunti errori nella pianificazione finanziaria sono incomprensibili dette da chi condivideva l'appalto dell'opera prima della fine della precedente amministrazione. Quei soldi erano necessari in quel momento, anno 2008, quando si è approvato il progetto.
  • La richiesta di allora del PD di procedere con il bando ma di tenere sospesa l'aggiudicazione dei lavori al vincitore della gara, da un lato conferma che allora erano d'accordo con il piano finanziario con tutti i vincoli di legittimità che ne conseguono come sopraesposto (il bando è possibile solo per un progetto definitivo-esecutivo interamente finanziato), dall'altro l'Amministrazione non ha potuto accogliere tale richiesta (al PD ne è stata data motivazione) perchè quando si conclude un bando per l'appalto di lavori pubblici, se tutto è risultato lecito, si instaurano legittimi interessi da parte dei vincitori che qualora fossero disattesi per colpa dell'Amministrazione, quest'ultima ne risponderebbe.
Non sappiamo quale fosse allora e sia ora la posizione vera del PD, le dichiarazioni sono contraddittorie anche rispetto alle norme amministrative, un progetto o lo si vuole con le regole che comporta o è meglio dire esplicitamente che si è contrari.

La gara d'appalto
L'oggetto dell'appalto consiste nella realizzazione di un auditorium ed di un  palazzetto dello sport, entrambi con l'esclusione dell'arredamento e degli impianti tecnici specifici che si fronteggiano affacciandosi ad una piazza centrale; la realizzazione di un primo stralcio delle sistemazioni esterne che garantisca l’accessibilità pedonale, carraia e di soccorso ai due edifici dell’auditorium e del palazzetto dello sport in coerenza con la visione progettuale generale.

L'importo a base d'asta per l'esecuzione dei lavori al netto dell'IVA
Opere architettoniche, strutturali, impiantistiche e parte di sistemazioni esterne
4.602.811,26
Oneri per l’attuazione dei piani di sicurezza (non ribassabili)
152.035,02
Totale lavori appalto
4.754.846,28

L'aggiudicazione dei lavori
Con Determinazione dirigenziale n. 186 del 21.5.2009 venivano approvati i verbali di gara e si aggiudicavano in via definitiva i lavori di realizzazione dell'auditorium e del palazzetto dello sport alla ditta R.T. Costruzioni s.r.l. quale impresa capogruppo dell'Associazione Temporanea d'Impresa con ESM IMPIANTI s.r.l..
lmporto netto contrattuale
composto da
3.297.596,24
Opere architettoniche, strutturali, impiantistiche e parte di sistemazioni esterne con ribasso del 31,66 %
3.145.561,22
Oneri per l’attuazione dei piani di sicurezza (non ribassabili)
152.035,02

Dal quadro economico si evince anche che per il rispetto del patto di stabilità vi sono basse difficoltà nella gestione dei flussi di cassa, dato che la TAO 88 deve corrispondere in corso d'opera con gli stati avanzamento lavoro € 3.080.060,26 una cifra vicina all'importo dei lavori appaltati di € 3.297.596,24 al netto dell'IVA.

Un punto fermo c'è: l'Amministrazione precedente ha finanziato integralmente i lavori appaltati, oggi quest'opera non impedisce di gestire agevolmente il patto di stabilità e per il domani il ribasso d'asta di € 1.457.250,04 è disponibile per finanziare nuovi lavori. 
 

LE SCELTE PROSSIME DA COMPIERE
Il futuro sta nelle decisioni dell'Amministrazione che governa oggi.
Innanzitutto portino a termine i lavori appaltati: i due anni dalla consegna dei lavori previsti nell'appalto stanno per scadere  ed  è stato fatto solo metà dell'opera .

Noi ci saremmo già mossi per progettare gli acquisti degli arredi e degli impianti tecnici specifici, le opere esterne, la piazza, i parcheggi, le parti a verde attrezzato, l'illuminazione, coerentemente con quanto previsto dal progetto preliminare includendo anche l'attiguo campo sportivo nella progettazione.

Anche per quanto riguarda la gestione della struttura, avevamo e abbiamo un' ipotesi progettuale di gestione con alcuni punti fermi: la cultura, lo sport e gli spazi sociali si devono gestire anche in una ottica di servizio; l'offerta culturale, sportiva e sociale doveva avere i requisiti di professionalità; la partecipazione dell'associazionismo locale una peculiarità da conservare.

Questa nuova compagine amministrativa sta invece privatizzando opere realizzate con denaro pubblico per un valore di oltre 6.000.000 di euro e sceglie la strada del disimpegno.
Hanno dato incarico il 7 luglio 2011 ad una società “per la redazione di uno studio di fattibilità e linee guida per l’affidamento della gestione ad operatore privato delle strutture comunali ‘Palazzetto dello sport ed Auditorium di Bussero’, comprendente anche la realizzazione di ulteriori strutture per l’arricchimento dei servizi previsti nell’area.”

Stanno assieme sulla base di un accordo fumoso che tra l'altro prevede la costruzione di una piscina nell'attuale campo sportivo, perciò hanno previsto nel programma delle opere pubbliche approvato dalla sola Giunta il 13 maggio 2011, ulteriori  3.900.000 euro, aggiunti agli iniziali € 1.205.000, per un totale di € 5.105.000, a tutt'oggi senza copertura finanziaria, infatti non sono ancora iscritti a bilancio perchè non ancora approvati dal Consiglio Comunale.
Si aspettano € 3.000.000 da capitale privato (chi, a che condizione, quando?) e nel frattempo non  sanno come utilizzare il ribasso d'asta di € 1.457.250 e l'avanzo di amministrazione del 2010 di  1.180.000 euro.

Ci sembra fuorviante e strumentale che imputino alla precedente amministrazione responsabilità sulla futura gestione, quando la priorità di allora era concludere una trattativa difficile per appaltare l'opera in tempo utile in un quadro normativo sugli appalti delle opere pubbliche in perenne cambiamento.

Il tutto ci sembra invece indice di qualche incapacità e di divisioni interne, i richiami ossessivi al patto di stabilità, che detto per inciso influisce sull'insieme del bilancio e a Bussero ci sarebbero le condizioni per attutirne gli effetti, alla riforma federale, ai recenti decreti del governo, alle colpe dei predecessori, sanno tanto di giustificazione a fronte dell'immobilismo e all'isolamento nella cittadinanza di questa Amministrazione.