mercoledì 30 giugno 2010

NOTIZIE DAL CONSIGLIO COMUNALE DEL 24 GIUGNO 2010

Gli argomenti salienti dibattuti in questo consiglio comunale riguardano l'approvazione del conto consuntivo 2009, una mozione sul federalismo europeo e alcune interpellanze.
Il conto consuntivo, che è il risultato della gestione del bilancio dell'anno precedente, è stato approvato dalla maggioranza con il voto contrario delle opposizioni. Una sintesi la trovate nell' INFORMA allegato. (clik per vedere)
La mozione sul Federalismo Europeo è stata approvata dalla maggioranza. Il testo integrale lo trovate cliccando quì.

lunedì 21 giugno 2010

CONSIGLIO COMUNALE DEL 24 GIUGNO 2010 ORE 21

ORDINE DEL GIORNO

  1. Comunicazioni del Presidente
  2. Approvazione del conto consuntivo relativo all'esercizio finanziario 2009
  3. Ratifica delibera G.C. n. 48 del 17.5.2010 "Variazione al Bilancio di previsione 2010"
  4. Conferma organi collegiali ritenuti indispensabili per la realizzazione dei fini istituzionali dell'Ente
  5. Mozione in merito alla "Necessità di una Federazione Europea per la realizzazione di pace, libertà, giustizia e di una società attenta alle problematiche ambientali in un mondo sempre più interdipendente", presentata dai consiglieri Sala e Zerbini di Vivi Bussero
  6. Interpellanza avente per oggetto: "Stato avanzamento lavori spogliatoi viale Europa"", presentata dal gruppo consiliare Bussero Domani
  7. Interpellanza avente per oggetto: "Aumento tariffe del parcheggio auto alla stazione MM",  presentata dal gruppo consiliare Bussero Domani
  8. Interpellanza avente per oggetto: "Situazione parcheggio auto pubbliche", presentata dal gruppo consiliare Bussero Domani
  9. Interpellanza avente per oggetto: "Ritardo realizzazione ciclopedonale via Monza", presentata dal gruppo consiliare Progetto Bussero
  10. Interpellanza avente per oggetto: "Gestione campo sportivo cia C.A. Dalla Chiesa", presentata dal gruppo consiliare Progetto Bussero
  11. Interpellanza avente per oggetto: "Riscaldamento della scuola primaria funzionante fino alla fine della scuola", presentata dal gruppo consiliare Progetto Bussero


martedì 15 giugno 2010

ATTACCO AL LAVORO

Si spingono in basso salari e condizioni di lavoro per allinearli ai Paesi emergenti.
Arriva la nuova “metrica del lavoro” con il computer che controlla.
 
Il Governo e Confindustria continuano la loro incessante opera di stravolgimento del mondo del lavoro, demolendone i più elementari diritti. L’ennesima ghiotta occasione è data dallo stabilimento della FIAT di Pomigliano, che a detta dell'astuto Marchionne è diventato non più produttivo, quindi, o si delocalizza in un paese dell'est europeo, o si deve procedere con un immediato aumento della sua capacità produttiva.
Aumento della capacità produttiva significa da parte di FIAT imporre un contratto aziendale, derogando di fatto i principi del contratto nazionale e del diritto di sciopero.
Nel dettaglio le condizioni che FIAT utilizza come elementi indispensabili per il mantenimento dello stabilimento sono: l’implementazione di 18 turni settimanali sulle linee di montaggio, 120 ore di straordinario obbligatorio, riduzione delle pause dagli attuali quaranta minuti a trenta per ogni turno, possibilità di comandare lo straordinario nella mezz’ora di pausa mensa per i turnisti, possibilità di derogare dalla legge che garantisce pause e riposi in caso di lavoro a turno, sanzioni disciplinari nei confronti delle Organizzazioni sindacali che proclamano iniziative di sciopero e sanzioni nei confronti dei singoli lavoratori che vi aderiscono, fino al licenziamento, facoltà di non applicare le norme del Contratto nazionale che prevedono il pagamento della malattia a carico dell’impresa.
Non è tutto. Ben 19 pagine sulle 36 del documento Fiat consegnato ai sindacati a fine maggio sono dedicate alla "metrica del lavoro."
Si tratta dei metodi per determinare preventivamente i movimenti che un operaio deve compiere per effettuare una certa operazione e dei tempi in cui deve eseguirli; misurati, si noti, al centesimo di secondo. Per certi aspetti si tratta di roba vecchia: i cronotecnici e l'analisi dei tempi e dei metodi erano presenti al Lingotto fin dagli anni 20. Di nuovo c´è l'uso del computer per calcolare, verificare, controllare movimenti e tempi, ma soprattutto l'adozione a tappeto dei criteri organizzativi denominati World Class Manufacturing (Wcm, che sta per "produzione di qualità o livello mondiale").
L´ideale nel fondo della Wcm è il robot, che non si stanca, non rallenta mai il ritmo, non si distrae neanche per un attimo. Con la metrica del lavoro si addestrano le persone affinché operino il più possibile come robot.

Sarebbe interessante vedere quante settimane resisterebbero a un simile modo di lavorare coloro che scuotono con cipiglio l´indice nei confronti dei lavoratori e dei sindacati esortandoli a comportarsi responsabilmente, ossia ad accettare senza far storie le proposte Fiat.
Un accordo, quello proposto dalla FIAT destinato ad azzerare la responsabilità sociale d’impresa in nome di una produzione destinata a saturare un mercato dell’automobile in profondissima crisi.
È possibile che la Fiat non abbia davvero alcuna alternativa. O riesce ad avvicinare il costo di produzione dello stabilimento di Pomigliano a quello degli stabilimenti siti in Polonia, Serbia o Turchia, o non riuscirà più a vendere né in Italia né altrove le auto costruite in Campania. L'industria mondiale dell'auto è afflitta da un eccesso pauroso di capacità produttiva, ormai stimato intorno al 40 per cento. Di conseguenza i produttori si affrontano con furibonde battaglie sul fronte del prezzo delle vetture al cliente.
È qui che cadono i veli della globalizzazione. Essa è consistita fin dagli inizi in una politica del lavoro su scala mondiale. Dagli anni 80 del Novecento in poi le imprese americane ed europee hanno perseguito due scopi. Il primo è stato andare a produrre nei paesi dove il costo del lavoro era più basso, la manodopera docile, i sindacati inesistenti, i diritti del lavoro di là da venire. Ornando e mascherando il tutto con gli spessi veli dell'ideologia neo-liberale. Al di sotto dei quali urge da sempre il secondo scopo: spingere verso il basso salari e condizioni di lavoro nei nostri paesi affinché si allineino a quelli dei paesi emergenti. Nome in codice: competitività. La crisi economica esplosa nel 2007 ha fatto cadere i veli della globalizzazione. Politici, industriali, analisti non hanno più remore nel dire che il problema non è quello di far salire i salari e le condizioni di lavoro nei paesi emergenti: sono i nostri che debbono, s´intende per senso di responsabilità, discendere al loro livello.
È nella globalizzazione ormai senza veli che va inquadrato il caso Fiat. Se in Polonia, o in qualunque altro paese in sviluppo, un operaio produce tot vetture l´anno, per forza debbono produrne altrettante Pomigliano, o Mirafiori, o Melfi. È esattamente lo stesso ragionamento che in modo del tutto esplicito fanno ormai Renault e Volkswagen, Toyota e General Motors. Se in altri paesi i lavoratori accettano condizioni di lavoro durissime perché è sempre meglio che essere disoccupati, dicono in coro i costruttori, non si vede perché ciò non debba avvenire anche nel proprio paese.
Va anche ammesso che davanti alla prospettiva di restare senza lavoro in una città e una regione in cui la disoccupazione, soprattutto quella giovanile, ha già raggiunto livelli drammatici, la maggioranza dei lavoratori di Pomigliano – ben 15.000 se si conta l´indotto – potrebbe anche essere orientata ad accettare le proposte Fiat in tema di organizzazione della produzione e del lavoro. La disperazione, o il suo approssimarsi, è di solito una cattiva consigliera; ma se tutto quello che l'azienda o il governo offrono è la scelta tra lavorare peggio, oppure non lavorare per niente, è quasi inevitabile che uno le dia retta.
Occorre pure trovare il modo e la forza di dire anzitutto che le condizioni di lavoro che Fiat propone loro sono durissime. E, in secondo luogo, che esse sono figlie di una globalizzazione ormai senza veli, alle quali molte altre aziende italiane non mancheranno di rifarsi per imporle pure loro ai dipendenti.
Siamo sicuri che il futuro passi attraverso un aumento della produzione di auto?
Si è parlato molto di conversione dello stabilimento di Pomigliano ma nulla è stato fatto, l’auto sembra rimanere ancora un grande affare, ecco perchè l’industria delle energie alternative stenta a decollare.
Stiamo assistendo inermi alla sconfitta della stessa idea di come affrontare le sfide del futuro.
Le urgenze di politiche destinate ad uno sviluppo sostenibile basato sulla crescita economica e sociale capace di integrare qualità della vita ed equità sono state cancellate da ricatti che hanno il solo scopo di mercificare sia il lavoro che il lavoratore.
La mancanza di alternative non è caduta dal cielo. È stata costruita dalla politica, dalle leggi, dalle grandi società, dal sistema finanziario, in parte con strumenti scientifici, in parte per ottusità o avidità.
Toccherebbe alla politica e alle leggi provare a ridisegnare un mondo in cui delle alternative esistono, per le persone non meno per le imprese.
Non dobbiamo lasciare solo l’unico sindacato in grado di opporsi a questa dirompente strategia anti-sociale, tutte le forze di opposizione sia politica che sociale devono mobilitarsi per dare una nuova voce ai diritti del lavoratore che rischia sempre più di essere alienato.

lunedì 14 giugno 2010

BANKITALIA SUI CONTI PUBBLICI

DEBITO PUBBLICO A LIVELLI RECORD

Debito pubblico a livelli record: ad aprile si è attestato a 1.812,790 miliardi di euro, il livello assoluto più alto mai raggiunto. Lo comunica la Banca d'Italia. A marzo si era attestato a 1.797,7 miliardi, mentre nell'aprile 2009 il debito pubblico ammontava a 1.749,28 miliardi di euro.
Dal supplemento al Bollettino Statitistico della Banca d'Italia emerge inoltre che le entrate sono diminuite nei primi quattro mesi del 2010. Le entrate tributarie nel primo quadrimestre si sono attestate infatti a quota 104,794 miliardi di euro, in calo dell'1,86% rispetto ai 106,787 miliardi registrati nel primo quadrimestre 2009. Nel solo mese di aprile le entrate, calcolate da via Nazionale con il metodo della cassa, sono state pari a 25,122 miliardi (25,771 miliardi ad aprile 2009).
Un calo confermato dal ministero dell'Economia anche sotto il profilo della 'competenza' (a differenza della Banca d'Italia che utilizza invece il criterio di cassa, che contabilizza entrate e uscite quando queste sono effettivamente avvenute): "Continua a rallentare il calo delle entrate tributarie erariali accertate in base al criterio della competenza giuridica: il periodo gennaio-aprile 2010 fa registrare -1,2% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, in miglioramento rispetto al risultato di marzo (-1,3%) e di febbraio (-1,4%)". Il gettito totale del periodo è 108.799 milioni di euro, 1.310 milioni di euro in meno rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.
(da - La Repubblica)

..... e il Governo in altre faccende affaccendato continua a dirci che tutto và bene!

mercoledì 9 giugno 2010

CHI SBAGLIA E CHI PAGA

Berlusconi e il suo ministro dell'economia Tremonti hanno presentato una manovra correttiva del bilancio statale di 24,965 miliardi di euro. Di questi: 9,456 miliardi sono di maggiori entrate previste sia tributarie sia contributive. La manovra viene finanziata con forti tagli a Regioni, Province e Comuni pari a 14,8 miliardi. I minori trasferimenti pesano in minor servizi per i cittadini per 6,3 miliardi nel 2011 e per 8,5 miliardi nel 2012 e 2013. Anche i ministeri sono chiamati a contribuire al risanamento dei conti, con un taglio di 4,6 miliardi. Per i dipendenti pubblici non ci saranno rinnovi contrattuali fino al 2013. Secondo le stime della Corte dei Conti questo tipo di intervento dovrebbe valere da solo più di 5 miliardi di euro.
Una manovra era necessaria, ma questa è sbagliata e iniqua. Con quale credibilità questo presidente e questo ministro, che finché c'era da votare spergiuravano che i conti italiani erano a posto, ora chiedono questi sacrifici ai soliti italiani che hanno sempre pagato. Va ricordato che negli ultimi undici anni, per ben otto, Tremonti è stato il ministro dell'economia nel governo Berlusconi.
L'Italia se è in questa situazione lo si deve a loro. I dati tratti dalla relazione annuale del governatore della Banca d'Italia Draghi sono impietosi. Il calo del Prodotto Interno Lordo (PIL) nel biennio 2008/2009 è stato del 6,5%, le esportazioni si sono ridotte del 22%, il debito netto verso l'estero è del 15% del PIL, 9.400 imprese sono fallite nel 2009 il 25% in più rispetto al 2008, gli investimenti delle imprese si sono ridotti del 16%, i consumi sono calati del 2,5%, il reddito reale delle famiglie si è decurtato del 3,4%, l'occupazione è calata del 1,4%, in questo contesto il tasso medio di disoccupazione tra i giovani dai 20 ai 34 anni è pari al 13%. Il debito pubblico nell'ultimo biennio è aumentato di 12 punti raggiungendo il 115,8%, con la previsione di un ulteriore aumento al 117,3% per l'anno in corso, il deficit di bilancio si aggira attorno al 5% del PIL. “L'evasione è la base della macelleria sociale, si può valutare che tra il 2005 e il 2008 sia stato evaso il 30% della base imponibile IVA, che in termini di gettito significano oltre 30 miliardi di euro l'anno, pari a 2 punti del PIL. Se l'IVA fosse stata pagata l'Italia avrebbe uno dei rapporti debito-PIL più basso d'Europa. Attorno al 60% invece del 115,8%.”
Non ho altro da aggiungere, i dati sono eloquenti, c'è un governo che responsabilmente sbaglia e ci sono i soliti che pagano.
A cura di A.G.

giovedì 3 giugno 2010

GRUPPO DI LAVORO SUL PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO (PGT)

UN SEMINARIO ATTENTO E PARTECIPATO

Lo scorso 28 maggio il Gruppo di lavoro sul PGT ha presentato una sintesi del suo operato in Villa Casnati, in una sala accogliente ed ambiente prestigioso. Un computer e un proiettore hanno facilitato il lavoro dei relatori, rendendolo molto attraente e discorsivo. I più giovani danno per scontato che ciò sia possibile, ma i più "vecchi" si meravigliano sempre di come oggi sia più facile organizzare una presentazione e tener desta l'attenzione del pubblico.
La serata è stata introdotta da Marco Vergani, che, dopo avere discritto Bussero leggendo una poesia, ha spiegato il senso e lo scopo del tavolo sul PGT che aveva lavorato nei mesi invernali per elaborare idee e proposte.
Partendo dal fatto che Bussero si trova in una situazione privilegiata, così come riconoscono anche i progettisti incaricati dall'amministrazione comunale di redigere il PGT, la sintesi dei lavori del tavolo è stata presentata da Milena Prada, Erika Cormio e Marta Vergani (due giovani laureate e una sudentessa della facoltà di Architettura del Politecnico di Milano).
Milena ha spiegato nel modo più semplice possibile il nuovo strumento urbanistico del PGT, parlando da un punto di vista generale del Documento di Piano, del Piano delle Regole e del Piano dei Servizi. Ha anche indicato alcuni principi di fondo per la redazione del PGT di Bussero: espansione residenziale parametrata a non superare i 10.000 abitanti, tutela del verde e delle aree agricole.
Erika ha affrontato i temi dell'ambiente, della tutela delle aree agricole e quelli della residenza. Ha parlato dell'agricoltura come elemento da salvaguardare e delle aree verdi come entità da valorizzare. I temi della residenza sono stati diversi, a partire dal recupero del centro storico, dalla valorizzazione del patrimonio pubblico (ville - strade - piazza) per arrivare a quelli dell'energia e delle nuove esigenze abitative.
Marta ha esposto le idee e le proposte del tavolo sui temi della produzione, del commercio, della viabilità e dei servizi. Il settore produttivo non espandibile per l'oggettiva scarsità di spazio può essere oggetto di interventi di miglioramento; il commercio locale visto come risorsa dei quartieri; la necessità di potenziare la rete di piste ciclabili verso i comuni più prossimi; l'idea di attrezzare l'alzaia nord del naviglio.
Sul tema dei servizi, le idee sono state tante e diverse: l'opportunità di riqualificare le scuole medie, quella di realizzare un centro diurno per anziani e/o diversamente abili; la proposta di utilizzare la Cascina Gogna quale sede del parco Molgora o di una scuola di agricoltura; la necessità di riqualificare la stazione della metropolitana.
Curzio Rusnati, uno dei coordinatori del tavolo assieme allo scrivente e a Massimo Vadori, si è dichiarato fiducioso del fatto che il nuovo PGT andrà ad inserirsi nel disegno già tracciato dal PRG per un paese sempre più verde e sempre più vivibile, accennando a nuovi concetti, come la "custodia del territorio".
Il pubblico, numeroso e attento, ha attivamente preso parte alla discussione condividendo il significato generale dell'iniziativa, anche se qualcuno ha legittimamente precisato di non essere d'accordo su tutto. Del resto, il tavolo non si era prefisso lo scopo di arrivare a risultati definitivi.
Nel corso della discussione, è stata oggetto di valutazione specifica la questione della perequazione, in quanto elemento di novità dalle implicazioni diverse e che merita di essere trattata con adeguata attenzione.
Se il compito di redigere il nuovo PGT spetta all'amministrazione comunale con i tecnici che stanno già lavorando da tempo, ai cittadini spetta quello di partecipare attivamente ai momenti di discussione pubblica per segnalare desideri, indicazioni, aspettative.
In quest'ottica, il lavoro del tavolo è stato reso pubblico per consentire a quanti ne condividono le ideedi proporle nelle sedi più adatte per farle doventare patrimonio comune.
Marco Vergani 





mercoledì 2 giugno 2010

UNA MANOVRA INIQUA E DEPRESSIVA

ALLARMANTE IL TASSO DI DISOCCUPAZIONE: 8,9%

A conferma della grave e perdurante crisi che attraversa il nostro Paese, giunge il dato sul tasso di disoccupazione, che, ad aprile, è cresciuto all'8,9%, portandosi ai valori peggiori registrati dal 2001. Tale dato si fa ancora più allarmante se accoppiato con quello sulla cassa integrazione.
Tutto ciò dispiega effetti negativi sull'economia e sul benessere delle famiglie, specialmente quelle a reddito fisso che, negli ultimi anni, hanno visto crescere di giorno in giorno il proprio disagio.
Ecco perché è da considerare inadeguata, iniqua e depressiva la manovra varata dal Governo. Dove sta la preventivata crescita del Pil allo 0,7-0,8% più volte preannunciata da Tremonti?
Si ripete il solito ritornello: invece di chiedere sacrifici a chi detiene grandi patrimoni e rendite finanziarie, si colpiscono le famiglie a reddito fisso. Invece di puntare sul rilancio della domanda interna e sugli investimenti nei settori trainanti della nostra economia - a partire, ad esempio, dalla green economy (economia "verde") - si decurta ulteriormente il potere di acquisto delle famiglie e si tagliano fondi alla ricerca.
Tutto ciò avrà effetti depressivi sulla domanda, comportandone una contrazione di 8-9 miliardi di Euro, che produrranno un'ulteriore caduta del potere di acquisto delle famiglie a reddito fisso di circa 530 euro annui. Le cose andranno ancora peggio per una famiglia con dipendenti pubblici, che vedrà diminuire il proprio potere di acquisto di circa 1.600 euro annui.
Occorrerebbe una manovra di segno opposto che dovrebbe pesare sugli evasori e i grandi patrimoni e non intaccare i redditi già duramente provati di lavoratrici, lavoratori e pensionati.
(a cura di Michele Sala)


martedì 1 giugno 2010

"IL RISCHIO ETNICO"

RC AUTO: IL "RISCHIO ETNICO" - E' UNA VERGOGNA

Incredibile, ma purtroppo vero. Come ci informa il quotidiano "la Repubblica", alcune compagnie di assicurazione hanno immesso sul mercato polizze RC Auto che tengono conto del "rischio etnico". Siamo giunti ad un livello di barbarie. Di questo passo, si finirà per inserire anche un "rischio religioso", facendo magari pagare di più le tariffe a chi è buddista piuttosto che cattolico.
Al di là dell'indignazione, è ora di mettere in campo strumenti concreti  che contrastino in maniera determinata un'idea scellerata come questa.
Chi tenta di trovare una scusante in base alla legge di liberalizzazione del settore, sostenendo che si può superare questa indegna questione attraverso una scelta diversa della compagnia di assicurazione, sarebbe meglio che cambiasse mestiere. Altrettanto dovrebbe fare l'Isvap, che è l'Istituto di vigilanza sulle imprese assicurative, in base al resoconto dello stesso quotidiano soprea citato.
Adusbef e Federconsumatori hanno annunciato che metteranno in campo ogni iniziativa al fine di contrastare questa indegna pratica. C'è da augurarsi che faccia altrettanto l'opposizione in Parlamento.
 (a cura di Michele Sala)