lunedì 9 dicembre 2013

PER IL LAVORO

LA MARTESANA PER IL LAVORO
“L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro“


 Il nostro territorio, come il resto dell’Italia, attraversa un momento di crisi economica sempre più acuta. La crisi non riguarda solo la chiusura di aziende, ma una più generale assenza di prospettive. Non si capisce come i posti di lavoro che vengono persi possano essere ricreati. Si diffonde una precarietà generalizzata che minaccia anche i cosiddetti “garantiti”. Crescono le difficoltà a far fronte ai bisogni e alle esigenze quotidiane. Aumentano drammi come la difficoltà di mantenere un’abitazione quando si è perso il lavoro. Le amministrazioni comunali devono far fronte a situazioni che, spesso, non hanno in realtà i mezzi per affrontare.

In Martesana diverse aziende sono state chiuse, altre, troppe, sono a rischio. Ci sono anche, però, le resistenze di lavoratori che hanno avuto la forza e la costanza di opporsi con lotte, presidi, occupazioni. È diventata simbolica, fino ad assumere un valore generale, la lotta dei lavoratori Jabil, ancora in corso, che va sostenuta perché parla a tutti, perché un suo successo sarebbe significativo per tutti.

Pensiamo che sia arrivato il momento in cui è fondamentale che il nostro territorio – i suoi amministratori, le sue forze associative, politiche e culturali - faccia sentire a questi lavoratori e a queste lotte, non soltanto la propria solidarietà, ma anche un sostegno visibile, con iniziative tese ad aprire un discorso pubblico sul futuro economico e sociale della Martesana.

Finora ogni situazione e ogni Comune hanno cercato di rispondere singolarmente alle emergenze provocate dalla crisi. Raramente si è riusciti a unire le forze e fare in modo che si aprisse un ragionamento complessivo, di lungo periodo, riguardante tutta la zona.

È questo che, secondo noi, è giunto il momento di fare. Perché nessuno deve vivere in solitudine le conseguenze della crisi, e perché tutti gli attori sociali e istituzionali partecipino a immaginare soluzioni che riguardano la vita di tutti. Per queste ragioni invitiamo tutti al CORTEO di SABATO 14 DICEMBRE, con a tema la difesa e il rilancio dell'occupazione e delle produzioni, specie quelle di qualità, nel nostro territorio.

SABATO 14 DICEMBRE 2013 CORTEO DA CASSINA A CERNUSCO

Ore 10 - Partenza da Cassina de’ Pecchi - Piazza Decorati al Valor Civile - Stazione MM2
Ore 11.30 - Arrivo a Cernusco sul Naviglio - Piazza Unità d’Italia

Aderiscono i Sindaci
Antonio Brescianini (Sindaco di Vimodrone)
Eugenio Comincini (Sindaco di Cernusco s/N)
Antonello Concas (Sindaco di Pioltello)
Roberto Maviglia (Sindaco di Cassano d’Adda)
Curzio Rusnati (Sindaco di Bussero)
Mario Soldano (Sindaco di Cologno M.)
Angelo Stucchi (Sindaco di Gorgonzola)

venerdì 6 dicembre 2013

MANDELA

Addio a Nelson Mandela

E' morto nella notte Nelson Mandela, aveva 95 anni.

"Nessuno è nato schiavo, né signore, né per vivere in miseria, ma tutti siamo nati per essere fratelli".

"Ho lottato contro il dominio bianco e contro il dominio nero.


Ho coltivato l'ideale di una società libera e democratica nella quale tutti possano vivere uniti in armonia, con uguali possibilità.


Questo è un ideale per il quale spero di vivere e che spero di ottenere. Ma, se necessario, è un ideale per il quale sono pronto a morire".

lunedì 25 novembre 2013

LUOGHI COMUNI - NOVEMBRE 2013

In questo numero: UN GOVERNO CHE NON SERVE - GOVERNARE IL TERRITORIO DELINEARE IL FUTURO - LA BANDA DEL BUCO - FESTAPERTA 2013 - FARE LAVORO A BUSSERO - CHI CI PROVA

CLIK SULL'IMMAGINE PER VISUALIZZARE IL CONTENUTO

domenica 24 novembre 2013

IL TAGLIO SUI COMUNI

L’impatto della manovra economica del Governo sui Comuni


I dati illustrati nelle diapositive che potete facilmente consultare sono , di per sé, eloquenti.

https://docs.google.com/file/d/0B3WI9QkxdkDsVHNmakRBQk5MNEE/edit
CLIK SULL'IMMAGINE PER LEGGERE
Il nostro Comune, al pari di tanti altri, è seriamente preoccupato del grado di sofferenza del tessuto sociale ed economico della propria comunità, ormai vicina ai limiti della tenuta sociale.
Una vera ripresa potrà esserci solo in presenza di un aumento dell’occupazione, del superamento dell’attuale precarietà che contraddistingue le giovani generazioni, nella possibilità di investimenti da parte dei Comuni con una rivisitazione radicale dell’attuale Patto di Stabilità Interno.

Come si evince dall’illustrazione, il comparto dei Comuni e degli Enti locali in generale è stato chiamato a contribuire al risanamento della finanza pubblica in modo particolarmente pesante in questi ultimi sei anni, con provvedimenti economico finanziari che hanno chiesto loro un contributo sproporzionato e di molto superiore all’importo che rappresentano all’interno della Pubblica Amministrazione (il 7,6% della spesa pubblica totale ed il 2,5% del debito totale del Paese).

Risulta incontestabile che le necessarie politiche nazionali di riduzione del debito dovrebbero essere concentrate anche sugli altri settori pubblici, a partire dallo Stato.
I Comuni possono seriamente contribuire alla ripresa economica, dando loro la possibilità dell’allentamento dei vincoli imposti dal Patto di Stabilità Interno che, di fatto, inibiscono oggi qualsiasi possibilità di sostenere le spese in conto capitale.

Oggi si assiste all’irresponsabile comportamento del Governo nei confronti degli Enti locale, che, ormai a fine anno, non sono in grado di onorare i propri impegni, risultandone, anzi, ulteriormente penalizzati.
Non c’è a tutt’oggi traccia del versamento della 2^ rata dell’IMU sulla 1^ casa. Per converso, a metà novembre, sono stati resi noti ulteriori tagli che, per il Comune di Bussero, ammontano a 325.000 euro. Se, poi, a tale importo si aggiungono i 288.000 euro della revisione di spesa («spending review»), il taglio complessivo per il 2013 supera i 600.000 euro!

Lascio al lettore ogni commento.

In una mozione che presenteremo al prossimo Consiglio comunale:
  • chiediamo al Governo di versarci i trasferimenti dovuti e di avere rispetto per i luoghi, come i Comuni, dove si misura la qualità della vita dei cittadini;
  • denunciamo il fatto che lo Stato, da un lato, ci toglie le risorse e, dall’altro, non ci dà la possibilità di operare secondo i principi di autonomia e responsabilità, penalizzando Comuni come quello di Bussero, impedendogli di spendere le disponibilità economiche già esistenti;
  • parteciperemo, assieme agli altri Comuni, alle iniziative che saranno intraprese a sostegno delle ragioni testé evidenziate.

Chissà se le nostre proteste saranno ascoltate, visto che c’è sempre pronto l’alibi del Governo: «Ce lo chiede l’Europa!».
Michele Sala
Assessore al Bilancio
Comune di Bussero

sabato 23 novembre 2013

UNA STABILITA' INSOSTENIBILE

"Se io fossi il presidente del consiglio e voi i ministri, il nostro sarebbe un governo caotico".
Questa è stata l'affermazione Roberto Romano, relatore all'incontro sulla manovra economica del governo, dopo aver ascoltato le domande espresse dai partecipanti a seguito della sua introduzione.
Questo apparente paradosso da il segno del successo dell'iniziativa promossa da Sinistra per Bussero e da SEL. Volevamo che fosse presentato un punto di vista sulla legge di stabilità e sulle possibili alternative, rifuggendo dalle facili recriminazioni di parte. Ascoltata la relazione e il dibattito del numeroso e partecipante pubblico, pensiamo di essere riusciti nell'intento: alla chiusura della serata ognuno di noi non ha tratto facili e superficiali certezze ma bensì ha acquisito informazioni ed elementi di analisi che stimolano ulteriori riflessioni e domande.
La relazione di Roberto Romano, economista collaboratore di ministri economici e docente universitario, ha dato numerosi spunti di riflessione, ne segnaliamo alcuni.
"La legge di stabilità approvata dal governo è inutile perché non sceglie né la distribuzione del reddito, né lo sviluppo, né il governo della spesa pubblica. Non solo. Con le misure restrittive sul pubblico impiego, le cessione di beni immobili e mobili dello stato, rinuncia al compito di guidare i processi di trasformazione dell’economia reale. "
"Da molti anni il Pil dell’Italia cresce meno di quello medio europeo, ormai stabilmente del meno 1%. L’effetto cumulato è di 16 punti percentuali tra il 2003 e il 2013, con una brusca riduzione a partire dal 2007 di 8 punti percentuali. Per dare un ordine di grandezza della crisi nella crisi dell’Italia, possiamo dire che il nostro paese ha perso per strada qualcosa come 240 miliardi di euro di minore crescita rispetto all’Europa."
"Gli effetti sull’occupazione, sul tessuto produttivo, sulla dinamica della spesa in consumi, financo nella distribuzione del reddito, è quello di aver fatto retrocedere il tenore di vita degli italiani ai livelli del 1992."
"I conti pubblici hanno sofferto della contrazione del Pil, anche perché costretti ad assorbire una parte del debito privato legato alle operazioni spericolate delle banche. Tutta la crescita del debito pubblico europeo di questi ultimi 5 anni è debito privato cattivo acquisito dagli Stati e fatto pagare a tutti."
"Nonostante la crescita del debito pubblico sia direttamente proporzionale alla ri-assicurazione del debito privato, la Commissione europea ha imposto delle misure di contenimento della spesa, quindi una riduzione della domanda aggregata, tale da aggravare la situazione economica e sociale dei paesi sottoposti a questi tagli delle spese e ulteriori forme di flessibilità del mercato. L’effetto è stato quello di comprimere la base imponibile, cioè il Pil, quindi di ridurre le entrate fiscali indipendentemente dall’aumento della pressione fiscale."
"Per la prima volta dalla nascita della repubblica italiana, la spesa pubblica è diminuita in valore. Quindi dobbiamo aspettarci meno servizi, meno stato sociale, meno spesa in conto capitale, meno dipendenti pubblici, con l’effetto di ridurre la domanda aggregata."
"Il provvedimento rivendicato dal governo come misura strategica, è quello legato alla riduzione del cuneo fiscale: per intenderci:  7 euro e 30 centesimi al mese per un lavoratore che guadagna 11.000 euro all’anno. Una beffa? Rimane l’errore economico di assegnare alla riduzione del cuneo fiscale le prospettive del rilancio economico.
Le misure per lo sviluppo sono poi da trovare, almeno che non si creda che la “riduzione” del costo del lavoro, il “risparmio” di imposta delle imprese pari a 5,6 mld di euro possano produrre un salto nei consumi delle famiglie e nella capacità di investimento delle imprese."
"La Spending Review si farà carico della programmazione del taglio al termine del suo lavoro. Ma sulla spending review occorre uscire dai luoghi comuni. Un conto è armonizzare la spesa pubblica via costi standard, un altro conto è aggredire la formazione della spesa pubblica. Oggi nel bilancio dello stato, ma non solo in quello dello stato, ci sono delle poste di spesa che hanno poco a che fare con i costi standard. La Spending Review ha senso nella misura in cui aggredisce la formazione della spesa.Una operazione complicata, ma eviterebbe di aggredire la spesa pubblica che sostiene lo stato sociale in senso generale e, probabilmente, migliorerebbe la spesa pubblica in senso generale."
Per ulteriori approfondimenti leggete qui.

martedì 12 novembre 2013

VERSO IL CONGRESSO DI SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'

Un Congresso che dica della nostra utilità sociale e politica.

Nichi Vendola
La nostra discussione congressuale avrà un significato se saremo capaci di porre noi stessi di fronte alla crisi come costruttori di sentieri nuovi, di indicare la strada giusta che può portare l'Italia fuori dal declino in cui è imprigionata. Siamo oramai al disvelamento della natura profonda del blocco sociale, politico e culturale del berlusconismo. Per questo le larghe intese mostrano fino in fondo la loro miseria, la loro impossibilità. Sgombriamo il campo da un atteggiamento che può risultare del tutto ideologico dentro il passaggio che abbiamo di fronte: non è un peccato immaginare di poter costruire un compromesso con il proprio avversario. Un Paese che venga aggredito chiama naturalmente a raccolta tutte le sue forze e chiede, in uno stato di particolare eccezione, una convergenza verso la difesa e la tutela di ciò che appare il bene comune. Ma il presupposto di quel compromesso con il proprio avversario è la condivisione di un quadro minimo di valori e di principi. Per questa ragione le larghe intese sono risultate per noi, sin dall'inizio, uno scivolamento, un errore politico grave. Un errore politico non solo per gli interessi del centrosinistra. Prima ancora un errore politico per gli interessi del nostro Paese. E questo perché la natura del centrodestra come oggi si configura in Italia confligge con i fondamenti della nostra democrazia costituzionale. Se per Stato di diritto si intende un codice di immunità per chi esprime la sublime rappresentazione dei ceti possidenti, è del tutto evidente che siamo giunti ad una divaricazione profonda dei concetti fondativi del nostro vivere associato. Se la democrazia di un paese non si fonda sul primato della legge ma su quella del consenso e della sua possibile e infinita manipolazione tramite il controllo della produzione di immaginario, allora è evidente che siamo di fronte ad un modello di società e ad una idea di legge fondamentale del tutto antitetica a ciò che è custodito nella Carta Costituzionale del nostro Paese. Siamo giunti ad un conflitto che investe in pieno le regole della nostra convivenza democratica. Per questo voglio rivolgere un appello sincero al Partito Democratico affinché insieme possiamo assolvere ad un dovere nazionale. Per farlo occorre sgombrare il campo dalla presenza di un governo che si regge sulla innaturale alleanza con il blocco berlusconiano. Sciogliere l'attuale maggioranza di governo è un atto di igiene democratica, politica, istituzionale. Abbiamo bisogno di scongelare l'Italia, e con essa l'Europa, abbiamo bisogno di scongelare il conflitto. Fare questo significa difendere le ragioni della democrazia. E' tanto più necessario quanto più il dolore sociale che percorre l'intero Paese conduce in fretta verso il rischio di una gigantesca e virulenta regressione, antiparlamentare, antidemocratica.

Noi dunque siamo pronti al cambio di fase, a cominciare dalla riforma elettorale. L'attuale legge elettorale, dentro questa crisi sociale e democratica, dentro i punti di criticità che rimbalzano precipitosamente verso le istituzioni del Paese, può essere il varco per avventure reazionarie. Appare in questo quadro francamente tragicomica la scena di Beppe Grillo che il Porcellum oggi lo vuole per vincere le elezioni. Sembra di vivere un'epifania, di assistere ad una rivelazione: il populismo che pensa di usare il Porcellum, cioè un congegno elettorale costruito a misura di difesa e di tutela di un sistema di potere, come locomotiva a cui agganciare il treno della propria rivoluzione. Ecco perché diciamo che cambiare il sistema elettorale è oggi la primaria necessità democratica che abbiamo dinanzi a noi. Ecco perché proponiamo un governo di scopo che abbia questo specifico punto come obiettivo fondamentale. Insieme all'altra grande e urgente questione: una Legge di Stabilità che rappresenti un'inversione netta di tendenza rispetto alle politiche di austerity fin qui praticate, con insuccesso economico e devastazione sociale. Quindi, chiusura definitiva della penosa vertenza degli esodati; rifinanziamento degli ammortizzatori sociali; capovolgimento di segno del decreto sull'Imu.

Noi abbiamo il dovere, con questo congresso, di collocarci in maniera efficace dentro la crisi, qui e ora, riuscendo a fare due cose contemporaneamente: contribuire alla ricostruzione di un orizzonte di valori e non rinunciare all'esercizio quotidiano della politica. Sapendo che la politica è costruzione di reti, costruzione di pratiche sociali, costruzione di alleanze e di mediazioni, costruzione di equilibri e di avanzamenti. Vuol dire anche costruzione, nell'agenda della quotidianità, del principio di speranza, della sua possibilità di essere il cemento di una nuova sinistra. Capace di pensare l'Europa come mai è stata pensata finora. Penso che per fare queste due cose insieme, per essere contemporaneamente duttili sul piano della tattica e netti su quello dell'orizzonte strategico, abbiamo bisogno di una bussola che ci orienti. Dobbiamo dirlo con più forza, con più determinazione: la nostra bussola è la Costituzione Repubblicana. Dentro la crisi, le cosiddette riforme costituzionali, per come sono state pensate e proposte, rappresentano il terreno di un'operazione di ulteriore svuotamento della democrazia. Sono scritte sotto l'eterodirezione di un blocco sociale la cui ideologia tecnocratica prevede la riduzione della politica a puro simulacro di un potere esercitato da altri sovrani, distanti da ogni agire democratico. I sovrani di un capitalismo che ha dettato alla politica le regole dello sviluppo sociale. Urbanizzazione senza qualità, trasporto su gomma anziché su rotaia, edilizia povera e insieme energivora, città appesantite da barriere architettoniche e da continue fratture delle reti di comunità, abuso del consumo di suolo, abuso della chimica nelle campagne, inquinamento industriale spinto sino alla complicità con le eco-mafie. Un capitalismo del puro consumo senza produzione, del mercato senza regole, della ricchezza senza lavoro, del parassitismo sociale vestito con gli abiti del dinamismo magico dei consulenti finanziari e dei concitati eroi delle borse, dei giocatori d'azzardo che puntano le loro fiches scommettendo sui nostri risparmi e infine sulle nostre vite. Questo capitalismo, questo insieme di protagonisti e di forme sociali e di luoghi del potere, avrebbe bisogno di essere sottoposto ad un processo politico, ad un rito di passaggio dalla menzogna alla verità, per cui si possa finalmente dire che non è vero che l'Italia declina poiché il lavoro costa troppo ed è troppo tutelato. Il lavoro è sovraccarico di incombenze fiscali, il lavoro è troppo poco formato, il lavoro è troppo fragile nell'esercitare il diritto, è troppo sconnesso ai saperi e ai luoghi della ricerca, è separato dalle proprie finalità e confinato in una crescente dimensione economico-corporativa, il lavoro è segmentato per competenze fittizie, è ipotecato dal suo moderno destino di precarietà. Per questo la sua scarsità non può diventare l'alibi sociale per una fatalistica accettazione del lavoro come luogo sempre più povero di diritti e di reddito. La centralità del lavoro, la sua dignità, il suo peso simbolico e materiale sulla scena pubblica: solo questo può aprire la strada di una riforma del capitalismo e alimentare un processo virtuoso e reale di fuoriuscita dalla crisi. Oggi il lavoro intellettuale è sempre più mescolato al lavoro manuale e siamo finalmente di fronte alla crisi del paradigma scientista e insieme di una certa retorica umanistica, oggi si aprono piste di lavoro che guardano al superamento della frattura tra mondo della cognizione e mondo della manualità, si apre cioè la grande questione dell'unità del sapere. Il co-working, le start-up, le imprese innovative nell'economia della conoscenza, la green-economy, l'autoimpresa femminile e giovanile, il protagonismo imprenditoriale degli immigrati, le banche etiche, il microcredito, la produzione di servizi, l'economia della manutenzione degli eco sistemi urbani e l'economia della cura e della relazione, l'economia delle reti intelligenti, dei flussi di comunicazione sociale, della riqualificazione smart degli spazi e dei tempi del vivere associato: oggi tutto questo ci chiede di essere ascoltato, di essere visto, di essere interrogato con profondità. Perché indica un tentativo di fuga dallo stato delle cose presenti e apre al rapporto tra lavoro e futuro.

Questo rapporto riguarda l'Italia come riguarda tutta l'Europa. L'Europa aggredita dalla crisi sta diventando un continente povero di democrazia, mediocre nella sua visione del mondo, talvolta immemore delle sue tragedie. Europa bene comune, Europa smart, Europa libera dalle nevrosi identitarie che mettono in circolazione vecchi fantasmi come il nazionalismo, il razzismo, la xenofobia. Europa inclusiva, crocevia di diritti collettivi e individuali. Un luogo, un campo, che dà valore alla persona e rispetto e protagonismo al singolo individuo. Un continente sfibrato dalla guerra dei Trent'anni, quella che ha ferito a morte il lavoro e l'welfare, che ha combattuto il debito pubblico con il sadismo sociale e la miopia economica dell'austerity. Un continente complice delle guerre balcaniche, omertoso nei confronti dei regimi autocratici, incapaci di aprirsi alla Turchia. Soprattutto incapace di una relazione viva con quella sua radice multipla, terracquea, multiculturale che è il Mediterraneo.

Le elezioni europee sono la prima prova di credibilità dell'apriti Sel che insieme, collettivamente, dobbiamo praticare. E' una sfida per tutti noi e la dobbiamo esercitare mentre irrobustiamo i nostri colloqui culturali e politici con i Verdi europei, con la Sinistra Europea, con tutta la costellazione di movimenti e soggetti che sono stati al di fuori della famiglia della Socialdemocrazia europea. Mentre scegliamo come un campo largo il Partito del Socialismo Europeo non come approdo ideologico bensì come luogo nel quale contribuire a far crescere le contraddizioni fondamentali. L'Europa vede la sinistra globalmente sconfitta e perdente dopo trent'anni di simbiosi innaturale con il liberismo, dai paesi scandinavi alla sua dimensione mediterranea. L'Europa continentale, l'Europa della costa, l'Europa che perde ovunque, e il socialismo, la socialdemocrazia, il laburismo, cioè le forze fondamentali della sinistra in Europa, avvitate nelle proprie crisi, chiuse dentro le proprie contraddizioni. Qui, dentro questo campo in costruzione dell'Europa e della sinistra, si misura la sfida dell'aprirsi di Sinistra Ecologia Libertà all'attraversamento di domande, di culture, di contraddizioni. E qui è anche il nodo del rapporto con tra noi e il Partito Democratico. Il Partito Democratico non è il nostro destino, non è il nostro male oscuro. E' il nostro alleato quando c'è credibilmente lo spazio dell'alleanza. 
E l'alleanza non è mai la nostra prigione, perché l'orizzonte del governo non è la nostra capitolazione, né la perdita dell'innocenza. Dobbiamo chiederci: qual è la nostra utilità? Utilità sociale, utilità politica. In genere le domande che ci facciamo sono altre, sono domande esistenziali: chi siamo, da dove veniamo, dove andiamo. Sono domande interessanti per noi, un po' meno per chi è fuori, per chi è disincantato, per chi è smarrito, per chi è disperato, per chi non ha interesse più, per chi non crede più. Qual è allora la nostra utilità sociale? La nostra carta di identità è nelle cose che diciamo o nelle cose che facciamo e nel come le facciamo? Il congresso può essere un punto di rilancio di questa nostra ricerca. L'apertura deve diventare un costume collettivo, una mentalità e una prassi. Anche la risposta al bisogno di reciprocità, di nuovi legami sociali, di solidarietà. Abbiamo scelto una citazione, all'inizio del documento, un documento aperto, da arricchire con la nostra discussione collettiva. La citazione di quella doppia fedeltà di cui parla Albert Camus: la fedeltà alla bellezza e la fedeltà verso gli umili. Se ci pensiamo, quella frase ha il potere di cucire tutte le suggestioni con cui abbiamo scritto questo documento per il congresso. Fedeltà alla bellezza e fedeltà verso gli umili. Non è molto diverso da quello che chiedono le persone disperate dentro questa crisi.

martedì 29 ottobre 2013

BASTA INIQUITÀ SULLE PENSIONI

fonte: LiberEtà-Antonio Pellegrino

Nei prossimi dieci anni solo per il blocco della perequazione le casse statali incasseranno circa ottanta miliardi di euro. Qualcosa deve essere restituita ai pensionati e ai lavoratori per ridare al sistema previdenziale equità e solidarietà. 

Ogni giorno, per le ragioni più diverse, si pensa di mettere le mani sulle pensioni. Si spende troppo, c’è la crisi: sono le frasi più ricorrenti che sentiamo dire. Il risultato è che negli ultimi vent’anni il sistema previdenziale è cambiato più volte, generando ansia e preoccupazione tra i pensionati e i lavoratori.
Ogni volta che è stato messo mano al sistema sono state dette tante cose, molte non vere.
Mettiamo un po’ d’ordine.

Rispetto ai principali paesi europei, la spesa pensionistica italiana in rapporto al Pil è sovrastimata di circa il 3 per cento, senza contare che i pensionati italiani pagano più tasse che in altri paesi. La spesa sociale italiana pro capite è inferiore di circa il 20 per cento a quella media dell’Europa. Due verità che non fanno parte del senso comune. Al contrario, nonostante i tagli ingenti degli ultimi anni, si continua a sostenere che bisogna intervenire sulle pensioni perché in Italia si spende troppo.

I pensionati hanno contribuito al risanamento più di chiunque altro. Il blocco della perequazione applicata alle pensioni di 1.443 euro, dal 2013, e per ogni anno futuro, ridurrà la spesa di 8,6 miliardi di euro. Circa 5.500.000 di pensionati perderanno mediamente ogni anno 1.500 euro. Sempre nel 2012 e 2013, il drenaggio fiscale, l’imposta causata dall’inflazione, ha portato nel bilancio dello Stato altri 3,6 miliardi di euro. Si tratta di un prelievo occulto, che aumenta con l’inflazione. Lo Stato in due anni ha incassato dai pensionati 12,2 miliardi, una cifra enorme che non trova riscontri in altre categorie. Il blocco della perequazione proseguirà anche nel 2014, sia pure per la sola quota di pensione superiore a 2.973 euro, e già si parla del 2015, anno da cui dovrebbe partire una modifica al meccanismo di perequazione per rendere strutturali i tagli anche per gli anni futuri.

Poi c’è il fisco. I pensionati pagano un’imposta più elevata: le detrazioni applicate al loro reddito sono più basse di quelle riconosciute al lavoro dipendente. Senza contare i quasi cinque milioni d’incapienti, persone con un reddito troppo basso per beneficiare delle detrazioni. Infine, occorre considerare l’imposizione locale. A fronte dei tagli ai trasferimenti statali, Regioni e Comuni hanno aumentato notevolmente le addizionali Irpef. Negli ultimi venti anni la percentuale delle entrate locali sul totale è aumentata dal 5,5 per cento del 1990 al 15,9 per cento del 2012, un quasi raddoppio (+189%). Nel 2013, solo per le addizionali, una pensione di mille euro ne versa in un anno 162 se vive a Milano e 342 se vive a Roma. Altro che privilegiati. La verità è che si interviene sulle pensioni di oggi perché troppo alte rispetto a quelle attese per il futuro. Basterebbe rileggersi le dichiarazioni della dottoressa Fornero, prima di diventare ministro, quando si disse d’accordo coi provvedimenti di Tremonti, e dell’ex sottosegretario Polillo quando ha giustificato la deindicizzazione delle pensioni.

La nostra idea di equità. Secondo noi la riforma Fornero deve essere rivista nei punti più controversi e odiosi. Non bisogna rassegnarsi all’idea che i lavoratori di oggi siano destinati a un futuro di povertà. È in gioco lo stato sociale tutto, non soltanto delle pensioni.
Ora bisogna dire basta! Nei prossimi dieci anni solo per il blocco della perequazione le casse statali incasseranno circa ottanta miliardi di euro. Qualcosa deve essere restituita ai pensionati e ai lavoratori per ridare al sistema previdenziale equità e solidarietà.

sabato 26 ottobre 2013

ANCORA UN SOFFIO D'ESTATE

Ci siamo ritrovati per rivivere i momenti e lo spirito che hanno animato e reso un successo FESTAPERTA, la festa di tutti, la nostra festa.
La sera del 25 ottobre in Villa Casnati è calato il sipario su FestAperta 2013 con il bilancio politico ed economico dell'iniziativa.
Nessuno pensi ad una smaronata universale, le battute e le risate insieme al ribattino mangiereccio sono state alla base della serata assieme ad una divertente lettura dei numeri.

Ecco alcune delle cose uscite:
- con il giro d'affari della festa e l'utile conseguito si potrebbero riportare le pensioni a 35 anni di anzianità, e far avere carta igienica a tutte le scuole d'Italia: insomma il governo delle larghe intese fa le manovre con i tagli, noi i fatti con gli investimenti (musicali) e con una sapiente gestione (dei fornitori)

- saper estrarre dalla differenza fra i primi e i secondi piatti serviti nella Festa 2012 e 2013 e dal confronto salamella su salamella dello stesso periodo, il numero dei cittadini che hanno voluto passare la serata con noi, non è sapiente uso di statistica, non è genialità italica.....siamo noi, la Sinistra per Bussero, quella sinistra che usa il pc e occupa la rete, che sa anche far di conto con la testa, con la biro e soprattutto sa stare fra la gente.

- la politica ha bisogno di risorse economiche, per divulgare il pensiero, le idee, le proposte: con i risultati della nostra FESTA possiamo dire che il FINANZIAMENTO PUBBLICO della politica è QUESTO, quello fatto dai 75 volontari che hanno lavorato, dei cittadini che hanno partecipato, degli artisti che a prezzo politico sono venuti a tovarci, e non quello degenerato, schifoso, puttaniere del quale i partiti pare non possano fare a meno.

Infine spazio alle immagini con il filmato dei momenti più belli, più divertenti, sexi e ridicoli di 10 giorni di Festa.
Le luci si spengono sulle immancabili torte delle nostre "ragazze" e allora....sotto ce n'è per tutti!!
Smaltiremo l'anno prossimo, dice qualcuno, accanto ai fornelli, al bar, fra i tavoli e la gente nella inimitabile, geniale, grandiosa FestAperta 2014.


venerdì 18 ottobre 2013

CONSIGLIO COMUNALE DELL'11 OTTOBRE 2013

CREARE LAVORO A BUSSERO
Tanti cittadini di Bussero hanno riempito completamente la sala consiliare, il lavoro è un argomento molto sentito anche nella nostra comunità.
Bene ha fatto il Sindaco a convocare un consiglio comunale aperto su questo punto, dimostra di essere in sintonia con i bisogni prioritari dei cittadini che amministra.
L'invito è stato raccolto oltre che dai cittadini, da rappresentanti delle imprese, dalle associazioni locali e dalle forze politiche.
Gli interventi dal pubblico hanno dato segno di grande responsabilità e dignità nell'affrontare l'argomento.
L'amministrazione comunale ha dimostrato la consueta disponibilità all'ascolto, ha fatto il punto sulla situazione lavorativa a Bussero, ha illustrato interventi strutturali nel PGT per favorire lo sviluppo economico, azioni per incentivare la nascita di imprese e ha proposto concreti progetti finalizzati all'inserimento lavorativo di oltre 20 persone senza lavoro.
Un contributo non da poco per un comune che ha scelto di privilegiare i servizi per il lavoro rispetto ai sussidi una tantum.
È stata presentata negli interventi, da parte del presidente del Circolo Angelo Barzago, la proposta della costituzione di un fondo di solidarietà aperto a tutti, coordinato dal Comune, per sostenere ulteriormente progetti di inserimento lavorativo. Su questo argomento ritorneremo appena si formalizzeranno gli atti.
Buona visione.

giovedì 17 ottobre 2013

UNA FINANZIARIA CHE NON SERVE AL PAESE

Il Governo, come al gioco delle tre carte, carta c'è non c'è, presenta una legge di stabilità che non aggredisce la crisi che continua a colpire il Paese.
Non affronta il dramma della diseguaglianza che è cresciuta in modo esponenziale negli ultimi tre anni: i giovani, i precari, gli esodati, i pensionati, gli insegnanti, sono tutti spariti dall'agenda del governo.
Blocca per un altro anno il contratto dei lavoratori pubblici, lascia per strada gli esodati.
Con una mano rivaluta minimamente e solo in parte le pensioni e le detrazioni da lavoro per i lavoratori dipendenti, con l'altra aumenta per tutti la tassazione prevedendo venti miliardi nei prossimi tre anni facendo una profonda razionalizzazione delle detrazioni Irpef del 19%, che riguardano le spese sanitarie e veterinarie, gli interessi sui mutui, le spese scolastiche e universitarie.
Interviene sul costo del lavoro con misure che non accontentano ne le Organizzazioni Sindacali ne le Associazione delle imprese.
Abolisce l'IMU anche per chi ha alti redditi e grandi patrimoni, togliendo ai comuni oltre quattro miliardi di euro, ma farà pagare ai cittadini tramite i comuni una nuova tassa sui rifiuti e servizi per un gettito pari al mancato introito dell'IMU e taglia parimenti i trasferimenti ai Comuni.
Fa felici le banche con la rivalutazione dei patrimoni depositati presso la Banca d'Italia e con l'anticipazione delle detrazioni fiscali su Ires e Irap.
Un Governo serve se sà cambiare e affronta i nodi della crisi, allo stato dei fatti questo non serve, fa propaganda e crea illusioni.

sabato 5 ottobre 2013

PRIMA IL LAVORO

Il problema dei problemi è il lavoro.
Il perdurare della crisi economico sociale si riflette anche a Bussero con un aumento della povertà e della disoccupazione e con una quota crescente di persone e famiglie che faticano a far fronte ai propri bisogni.
Anche le imprese del nostro territorio – comprese quelle del commercio e dei servizi – lamentano una situazione tuttora problematica.
Cosa può fare l’Amministrazione comunale su questo argomento di grande valore sociale?
INVITO AL CONSIGLIO COMUNALE

giovedì 3 ottobre 2013

FERMARE LA STRAGE

Il naufragio di stamani al largo dell’isola di Lampedusa è l’ennesima tragedia, che scuote il Paese e le nostre coscienze.
Il Mediterraneo è diventato il più grande cimitero di Europa.
Ma quella di oggi, come tutte le altre, non è un caso, una fatalità, uno scherzo del destino. È il prodotto di politiche fallimentari e di una classe dirigente che di giorno piangeva le vittime e di notte scriveva norme repressive.
Va bene la giornata di lutto nazionale, ma il governo deve agire, ora e subito.
Le politiche italiane sull’immigrazione sono causa di morte e continue tragedie. Per questo non bastano più il cordoglio e la solidarietà. Servono azioni imminenti per fare in modo che questi anni non siano passati invano: è il momento di abolire la Bossi-Fini, il reato di clandestinità e tutte le norme che limitano indebitamente i diritti fondamentali dei migranti, così come sono sanciti nella Carta Europea dei Diritti fondamentali.
Servono misure che garantiscano il diritto alla vita e alla dignità umana, consentendo diverse modalità di ingresso legale in Italia, a cominciare dall’introduzione dei permessi di soggiorno per la ricerca di lavoro.
È indispensabile un’immediata iniziativa in campo europeo da parte del nostro nostro Paese, con lo scopo di costruire “corridoi umanitari” sicuri che accompagnino le persone e le famiglie in fuga evitando nuove ed ulteriori tragedie.
Molti migranti muoiono vicino alle nostre coste senza avere nemmeno l’intenzione di restare nel nostro Paese.
Il governo italiano si faccia carico di aprire la questione nelle sedi istituzionali europee.  C’è un nuovo patto da riscrivere, c’è una responsabilità da assumere, per l’Europa e per l’Italia.
È il momento di prendersi la responsabilità della vita di queste persone e delle politiche sbagliate che troppo spesso ne causano la morte.

lunedì 30 settembre 2013

FESTA DELLA CASA 2013

E’ stata una bella giornata, passata tra amici e compagni quella di Domenica 22 settembre in via Croce al 20 alla 9a Festa della Casa della Solidarietà e dell’Impegno Civile “Giuseppe Barlassina”.
Tanti amici e compagni presenti, nonostante la scelta di una festa sobria, in linea con i tempi di questa crisi sociale che non demorde.
E’ stato tra aperitivo e pranzo autogestito un modo di dirsi “ricominciamo”, con la coscienza di tutti e tutte in verità di non avere mai staccato la spina dall’inizio dell’anno.
Le associazioni che nella Casa si muovono hanno potuto riascoltare il racconto del loro operato nell’anno e in qualche modo ridargli un significato: da Legambiente, ai gruppi teatrali Gruppo Teatro Bussero e Caravane de Vie, al Gruppo acquisto solidale di Bussero, a Sinistra per Bussero, al Gruppo Danze Sandegoga per finire con Spazio Solidale Onlus.
L’ultimo arrivo alla Casa, l’associazione giovanile Controsenso ha voluto segnare l’incontro consegnando alla Presidente Maria Bambina Dozio e a Faduma un assegno a sostegno del progetto di una scuola dell’infanzia che Spazio Solidale sta sostenendo in Somalia da circa due anni.
E’ stato un momento emozionante, così m’è parso guardando gli occhi velati di alcuni presenti, a simboleggiare lo spirito della Casa, uno spirito di Solidarietà e Impegno Civile.
Il pranzo autogestito poi ha duramente messo alla prova la tenuta fisica dei presenti, in un crescendo di proposte culinarie che fanno male solo a ricordarle, il tutto condito da buon vino, dolci finali (alla faccia della dieta) e mirto sardo.
Bella giornata.
Qui sotto pubblichiamo le immagini, ringraziamo tutte e tutti per il contributo apportato.

venerdì 27 settembre 2013

BERLUSCONI-GOVERNO

No al baratto del suo destino personale con l’Italia. Si prenda un’altra strada

Come sempre, da vent’anni, nei momenti cruciali per il Paese, Berlusconi torna ad essere sé stesso e non si smentisce. Di fronte all’ennesima svendita di un settore strategico come quello delle telecomunicazioni ai capitali esteri, di fronte al peggioramento dei conti del Paese che lo ripiombano nella lunga recessione da cui le politiche del governo delle larghe intese non riesce a tirarlo fuori, Berlusconi baratta l’Italia con il suo destino personale. Evoca il colpo di stato, esige dimissioni in massa dei parlamentari, torna con la regolarità di sempre a sputare sulla magistratura, calpesta ogni istituzione che non assecondi i suoi propositi.
Si potrebbe dire: nulla di nuovo, continua a fare e a dire quello che ha sempre detto e fatto.
Il problema diventa adesso non più quel che dirà d’ora in poi Berlusconi, ma la risposta che daranno le forze democratiche.Siamo su un crinale pericoloso, stare fermi equivale imboccare il precipizio. E’ ora per il Partito Democratico, la maggiore forza politica del Paese, dire che questa alleanza non sta in piedi e nuoce al paese. Trarre finalmente le conclusioni e uscire dal groviglio che lega il destino del Paese agli affari e vicende private del capo della destra. Si prenda subito un’altra strada. Sinistra Ecologia Libertà è pronta a dare un’alternativa ad un governo innaturale, tenuto sotto ricatto da un uomo che considera la politica del Paese un affare personale.
Ciccio Ferrara
coordinatore nazionale Sel

giovedì 5 settembre 2013

COME SARÀ BUSSERO

Il Piano di Governo del Territorio - PGT - è stato reso pubblico dall'Amministrazione comunale ed entro il mese sarà adottato.
Qui sotto, cliccando sull'immagine, troverete una sintesi del complesso documento per facilitare la conoscenza dei contenuti strategici del piano.
Il documento si articola per indirizzi che l'Amministrazione si è data nel rispetto del mandato elettorale, per i volumi edificatori nelle aree di sviluppo e per le aree di riqualificazione, per la  salvaguardia integrale del terreno agricolo, per il centro storico, per la viabilità e la mobilità lenta, per il commercio e le attività produttive, per numero di abitanti teorici previsti, per gli standards urbanistici e di servizi.

CLIK SULL'IMMAGINE PER VISIONARE IL DOCUMENTO

giovedì 11 luglio 2013

IL PARLAMENTO SI FERMA

Il Governo sopravvive subendo i ricatti del PDL.
Lo scontro del PDL con la magistratura è un idea che porta l'Italia verso il capitolo finale di un conflitto destabilizzante tra la politica e la legge.
Dopo che la Cassazione ha fissato il processo a Berlusconi, il PDL chiede e ottiene la sospensione dei lavori del Parlamento.
Il Pd che tuona contro i ricatti della destra e poi vota la sospensione dei lavori in Parlamento, ha dato davvero un'immagine triste e autolesionistica.

mercoledì 10 luglio 2013

L' ANIMA DI FESTAPERTA

Trovar l'anima delle cose e poi svelarla. E qual'è l'anima di questa festa?
Anima fatta di persone che non hanno mai paura delle altre persone.
Anima fatta di tenace costruzione quotidiana, perché nulla, persone, politica o relazioni si inventa, ma tutto si costruisce. Mattone dopo mattone, passione dopo passione, canzone dopo canzone.
Anima fatta di sorrisi, di umiltà, di misura di se stessi, del sentirsi sempre una parte di tutto, parte del percorso di altri.
Anima fatta di azione collettiva - abbiamo lavorato in più di 70 - ma che riconosce e valorizza le singole persone, i loro talenti, le capacità individuali ed i loro diversi caratteri, dentro non a una tribù che parla a se stessa o in una rigida organizzazione, ma dentro un luogo orizzontale sempre in  mutamento, aperto, sempre nuovo.
Anima fatta di miglioramento continuo, della musica, del servizio, della qualità del cibo, perché ci piace fare le cose con cura e ci piace fare bella figura.
Anima fatta di tante anime.
Quella dolcissima di Rosy che ha fatto 74 torte, triplicando il consumo elettrico e i rifiuti di casa sua.
Quelle gustose di Lina, Antonia, Mary, Franca, Maria e Nicolina, nostre signore dei fornelli.
Quelle militarchic delle ragazze in cucina con tacchi, trucco e capellino d'ordinanza, con truppe maschili di rinforzo.
È l'anima pressofusa di Mario, Massimo, Marco, Diego e Alessio nella zona altoforni per fritto, carni e ustioni varie.
È quella di decine di volti, alcuni dei quali giovanissimi, che armati solo di sorriso e vassoio affrontano il servizio ai tavoli.
È l'anima ferrea degli uomini sottocoperta nelle zone caldaie e lavaggi, Alan, Massimo, Angelo, Jack, Michele, Angelo, col controllo del medico di bordo Giulio e Nadia allo svuotamento vettovaglie.
Fino ai baristi Piero, Salvatore, Emilio, Gianni, mescitori e conoscitori del tasso etilico consentito.
È quella di Giuseppe il nostro DJ a km 0.
O delle mani che spuntano dalla cassa e rapide accettano denaro in cambio di prelibatezze, o ancora dei due venditori di chiacchiere e nulla assortito, che invece di lavorare si aggirano come P.R. tra i tavoli.
Ci sono poi due anime speciali, quelle che si fanno carico della programmazione generale e del problema particolare, delle tensioni e delle emergenze, sono braccia e mente, intercambiabili ma insostituibili, sono Antonio e Valerio.
Le ultime anime di questa festa sono quelle leggere di Giuseppe, Rossella e Carmela che camminano altrove, ma che ci mandano sempre le piogge dopo le 24 a festa garantita.
Infine ci siete Voi, il popolo di Festaperta, la vera energia di questo luogo, fatto di sostenitori, curiosi, affezionati.
Gente che non ama cucinare ma che ama la buona cucina, gente che ama l'incontro con la buona musica, che sta bene con gli amici e con una politica ed una sinistra fatta di responsabilità, equilibrio e impegno, ma libera e leggera che sa ascoltare, sa fare, sa governare, con mille storie e mille bandiere, con idee diverse ma con una sola certezza: questo Paese può essere cambiato in meglio solo dalle vostre mani, tante, insieme e unite.
Le stesse mani a cui chiediamo un applauso per chi ha partecipato ad otto faticosi ma splendidi giorni.
GRAZIE

martedì 9 luglio 2013

FESTAPERTA DIARIO 8

8 LUGLIO

Una Festa di Persone
Giunti a questo punto viene naturale rendere pubblici i volti delle donne e degli uomini che hanno reso possibile Festaperta.

LE NOVITA’
Siamo orgogliosi di aver condiviso questi 8 giorni di fatiche e di soddisfazioni con giovani "maturati" delle scuole medie superiori e studenti universitari.
I ragazzi si sono avvicinati a questa esperienza autonomamente offrendo, a noi, il loro tempo e lasciandoci intravvedere la speranza di un futuro.

Le band e la buona qualità della musica sono il frutto di un impegno messo a disposizione da un gruppo di "ragazzi" un po’ meno giovani che con testardaggine hanno voluto darci la loro disponibilità non solo come “esperti” musicali ma anche come baristi, lavapiatti, fotografi.

Hanno indossato il grembiule rosso di Festaperta donne e uomini senza steccati ideologici, compagni di strada non riconducibili a Sinistra per Bussero, al solo scopo di dare una mano. Perché è così che funzionano le cose: se si unisce, se si chiede, le persone rispondono.

LA TRADIZIONE
Che dire della “banda organizzata”, quella che un po’ “fai da te” e un po’ risponde agli ordini della regia della Festa?
Le donne e gli uomini di questa bella storia ballano mentre spadellano, grigliano, affettano, organizzano, distribuiscono, puliscono, servono: tutte le voci del “fare”, tutto l’universo del “fem andà i man”.
Senza uno screzio, senza una gelosia, con il sorriso e la determinazione di sempre.

Al posto dei ringraziamenti un vecchio slogan del maggio 68:
“c’est ne qu’un debut, continuons le combat!”
NON E’ CHE L’INIZIO…….. proprio quando la Festa finisce, si, perché noi ci saremo sempre a Sinistra.
bricolage

lunedì 8 luglio 2013

FESTAPERTA DIARIO 7

7 LUGLIO

dai che ce la facciamo!!
E siamo a domenica! Per molti solo l'ultimo giorno della settimana, per noi di Festaperta il penultimo giorno di questa maratona giunta alla sua III edizione.
Nel fine serata davanti a una birra o all'ultima fetta di torta, si fanno i primi bilanci e si elencano i motivi di quello che riteniamo un successo.
  1. Governare aiuta a fare da traino alla Festa (il servizio del Sindaco, la Salamella del Vice, il dolce del assessore, ecc)....ma anche il contrario (fare le salamelle e servire a tavola è la pratica di servire il popolo) che dice molto della vicinanza fra eletti e elettori.
  2. Il meteo nonostante l'estate atipica, ha fatto la sua parte a sostegno di ogni serata.
  3. Lo style di Festaperta (grembile rosso e cappellino) disegnato d ARTMANI ha fatto colpo.
  4. Il giardino del Circolo ha offerto sensazioni di famigliarità e relax.
  5. I profumi della cucina arrivati fino alla MM hanno portato qui anche i più lontani.
  6. La musica di qualità proposta non è stata una balla; per molti non è stato necessario frequentare i suoi templi per ascoltarla.
  7. Non già il marketing ma il passa parola è stato l'elemento funzionante della comunicazione.
Sinistra per Bussero ci ha messo le sue forze migliori, Voi cittadini, l'avete resa possibile.
bricolage

domenica 7 luglio 2013

FESTAPERTA DIARIO 6

6 LUGLIO

Dopo una serata di successo occorre rifornire, ordinare, pulire.
E proprio mentre pulivo il giardino della Festa raccogliendo mozziconi, foglie, e cartacce ho pensato, con un pizzico di nostalgia, a quegli uomini che facevano questo "mestiere".
El Marches, il Carletto, compagni severi, ossatura allora della Festa (dell'Unità); uomini dediti ai lavori invisibili, i lavori che permettono di far dire, a chi viene poi a cenare, a ballare, a passare la serata, "però, visto che pulito! che ordine!"
Compagni del vecchio P.C.I. che a me hanno insegnato come la passione per una causa non è solo dichiarazione verbale ma anche "fa Andà i man".
Ho ripensato a loro quando poi abbiamo apparecchiato i tavoli.
Il sistema funziona così: tre addetti, uno alla stesura della tovaglietta, l'altro appoggia il bicchiere a sinistra, per non farla volare, e il terzo sistema le posate sull'altro lato.
Una organizzazione sovietca, mi sono detto: el Francesc e el Carletto avrebbero apprezzato, alla faccia della produttività e al costo del lavoro.
Sentirsi, o forse solo credersi, eredi di quegli uomini mi inorgoglisce e mi emoziona mentre lo scrivo.
Mi piacerebbe lasciare il testiomone in mani giovani; in mani nuove che come Carlo e Francesco, come noi, hanno sentito di fare qualcosa nella vita per un ideale.
bricolage

sabato 6 luglio 2013

FESTAPERTA DIARIO 5

5 LUGLIO

La giornata torrida lascia spazio ad una serata un pò meno afosa.
Le persone arrivano alla Festa con il loro ritmo in cerca del refrigerio serale: quelli delle 19 - 19,15 puntuali e regolari, quelli delle 20 si sfrangiano fino alle 22 prendendosela con calma.
Il giardino si riempie: il chiacchiericcio proveniente dai tavoli si mischia con gli ordini amabili e perentori che arrivano dalla cucina.
E' la pace e la quiete di una serata di luglio a Bussero.
Dal palco dove nel frattempo i musicisti hanno impiantato le loro attrezzature giunge un grido: "BUSSERO, AMICI, vi voglio caldi questa sera"
Eh no!! fa giamò un cald de la madona!
E invece succede che la gente si scalda davvero al ritmo della musica africana mischiata al blues, lasciando incollate alle panchine le persone inspiegabilmente percorse da irrefrenabili movimenti in tutto il corpo.
Intanto sul palco, braccia e volti, neri e bianchi si incrociano, voci dure e melodiose si alternano insieme a ritmi forsennati e dolcissimi.
Il gruppo "AMANDA E LA SUA BANDA" questa sera ci ha regalato 3 artisti dello Zimbawe, artisti speciali, coinvolgenti, come quei pugni alzati al cielo al grido "PEACE FOR AFRICA"
bricolage

venerdì 5 luglio 2013

FESTAPERTA DIARIO 4

4 LUGLIO

Il CORRIERE DELLA SERA
Una sinistra di governo

Una delegazione di Sinistra per Bussero invitata ad un incontro con Confindustria per preparare un convegno sulle abilità manageriali. “risultati eccellenti devono diventare patrimonio di tutti” dice il Presidente Squinzi

LA REPUBBLICA
La sinistra busserese la fa grossa

Il portavoce di Sinistra per Bussero: “metteremo a disposizione il 90% dell’incasso per finanziare il decreto “del fare” del governo, se Letta non acquisterà gli F35”.
Nella notte convocato un vertice sia nella cucina della Festa che a Palazzo Chigi.

LIBERO
A sinistra mai dire mai

L’incoerenza della sinistra a livello locale: essere contro il governo delle larghe intese e proporre nella stessa sera la caseula e il fritto misto! Larghe intese solo a loro uso e…consumo!!

Il MANIFESTO
La Festa non si arresta

Nella notte i carabinieri irrompono nel giardino del Circolo mentre si stanno completando le operazioni di pulizia.
L’intelligence aveva segnalato la presenza di Snowden, l’agente bloccato nell’aeroporto di Mosca, come volontario del servizio lavastoviglie della Festa.
Un agenzia rivela che si era recato a fare pipì.
bricolage

giovedì 4 luglio 2013

FESTAPERTA DIARIO 3

3 LUGLIO

Oggi facciamo gli auguri a:
TOM CRUISE classe 1962, attore (voto 8 per i film “l’ultimo samurai” e “nato il 4 luglio”)
E ci ricordiamo di:
VALENTINIANO I°, classe 321 d.c., imperatore romano che stabilì a Milano la sua sede (voto 8 perché pare fosse passato da Bussero per andare a caccia)
Abbiamo confidato in loro per una serata che a metà pomeriggio si presentava con previsione meteorologica instabile (acqua!!)
Temporaneo blackout in cucina a causa dell’uso del geroglifico in sostituzione della corrente scrittura da parte di uno degli addetti alla cassa. (voto 5 per incoraggiamento).
Sostiene F. (come il più famoso Pereira) di essere stato traviato dalla scia di profumo valtellinese emanato dalla cucina (voto 10 ai pizzoccheri).
Vedere i bambini giocare in mezzo alla pista è uno spettacolo e in mezzo alla pista sono uno spettacolo i girasoli che circondano “el murun” (voto 8 alla struttura e 10 a tutti i bambini).
Anche oggi ci cimentiamo nell’arte, a modo nostro, un po’ così, di “governare la società”, la polis.
Come dicevano gli antichi greci, di fare politica.
bricolage

mercoledì 3 luglio 2013

FESTAPERTA DIARIO 2

2 LUGLIO

Guardo il sole tramontare dietro i rami dei platani nel giardino del Circolo.
La serata di “Festaperta” è informale e per darci un tono la chiamiamo “a musica diffusa”.
La musica però non è ancora partita!
Ah no! Ecco sta arrivando il DJ, DJ Palmiotto, della musica locale l’ultimo prodotto.
Caratteristica dell’artista è la sua passione per il Km 0.
Infatti si presenta alla serata trascinando un carrellino, spinto a forza di muscoli, sul quale ha diligentemente accatastato la strumentazione.
Per arrivare alla Festa niente emissioni di CO2, niente ingorghi stradali, solo buona e varia musica, gestita con sapienza ascoltando il cuore e le richieste del pubblico.
L’impianto è pronto, il DJ e la sua compagna della vita si fanno un fritto misto prima di premere START , aspettando anche stasera di vedere tanta bella gente qui da noi, a Festaperta.
bricolage

martedì 2 luglio 2013

FESTAPERTA DIARIO 1

1 LUGLIO
Sono stati invitati alla prima sera di "Festaperta" i massimi esponenti del sondaggismo nazionale per indagare quanto l'iniziativa sia gradita ai cittadini di Bussero, tratteggiare le proiezioni di partecipazione e perchè no! di incasso.
Piepoli arriva alle 21 e non riuscendo a mangiare il risotto perchè esaurito, sostiene che il risotto è elemento utile a definire l'orientamento elettorale dei cittadini e sicuramente farà precipitare le adesioni alla Fiesta.
L'ex maoista Mannhaeimer assaggia tutto, controlla il WC (sembra uno dell'ASL), si complimenta con l'uomo del fritto misto, poi spiana un sorriso triste e ci dice "non basta! Resta prima la festa di Melzo".
L'ultima ad arrivare è l'addetta di Datamedia, la società a cui si rivolge Berlusconi per conoscere cosa pensano gli italiani.
Ebbene la signora, gradevole di aspetto, nota immediatamente l'eccessiva presenze di sfumature rossacee sui vasi con fiori, sui drappeggi (poteva chiamarle anche bandiere!) e si rende conto di aver sbagliato festa e paese.
"Venga si accomodi" le dice uno dei nostri "la festa è di tutti non bisogna essere per forza di sinistra..."
Lei ormai si è girata sui sandali con zeppa, si ferma, si rigira e con la sua voce gentile ci ammonisce "non andrete lontano, con tutto questo rosso nel sugo e questo odio, con i piatti di una ceramica dozzinale e i camerieri con i pantaloni corti sono un insulto al bon ton.
...E poi! Nessuna ragazza da lap dance con tutti i pali della luce nel giardino!!"
bricolage 

giovedì 27 giugno 2013

CI FANNO TUTTI PIRLA

Alla fine è arrivato il giorno degli annunci roboanti.
Il Governo PD PDL: 200 mila nuovi posti di lavoro, quali?
Il decreto prevede agevolazioni previdenziali per l'occupazione giovanile a tempo indeterminato , fino a un tetto di 650 euro al mese per lavoratore per un massimo di 12 o18 mesi.
L'azienda nel sud Italia ottiene gli sgravi se assume lavoratori tra i 18 e i 29 anni, o senza impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi, o privi di un diploma di scuola media superiore o professionale, o che vivono soli con una o più persone a carico.
Il rinvio dell'aumento dell'IVA a settembre è coperta con l'aumento dell'acconto delle tasse del 2014 che si pagheranno a novembre.
In un Paese senza soldi per l'occupazione, per il lavoro e per la riduzione delle tasse, il Governo poteva risparmiare 2 miliardi di euro sulla spesa degli armamenti militari, invece il PD PDL votano una loro mozione, contro votano SEL e M5S, che mantiene l'impegno per l'acquisto dei bombardieri F 35 e rinvia ogni decisione per nuovi acquisti a dopo l'indagine del Parlamento.
Da indignati rispondiamo al Governo con una nota frase del Mou" : "sem minga pirla".

lunedì 17 giugno 2013

FESTAPERTA 2013

Festaperta si presenta anche quest'anno.
Sarà sempre accogliente, gustosa e allegra, ma sarà anche la festa dell'impegno per cambiare e della responsabilità di governare.
Una festa per tutti, Vi aspettiamo.


venerdì 14 giugno 2013

UNA SCELTA PER CAMBIARE

In queste settimane, ascoltiamo ogni giorno un rimpallo di dichiarazioni tra esponenti del Governo su cosa dovrebbero fare. Chi dice togliamo l'IMU, chi blocchiamo l'IVA, chi dice no perchè mancano i soldi. Chi sostiene che la priorità è ridurre le tasse chi invece il lavoro. Chi vuole premiare il lavoro stabile chi invece rendere più facile il lavoro precario. In questa cacofonia quello che avviene realmente è il rinvio.
Si faccia invece una scelta di cambiamento: in Parlamento è stata presentata una mozione firmata congiuntamente da 158 deputati di SEL, M5S e PD che chiede l'uscita dell'Italia dal programma di acquisti degli F-35.
Si tratta di cacciabombardieri d'attacco, che portano ordigni nucleari, il cui uso non si concilia con lo spirito della nostra Costituzione.
Evitiamo l'ennesimo e gigantesco spreco di denaro pubblico, 14 miliardi di euro subito e per l'intero programma una somma vicina ai 90 miliardi.
Il programma dell'F35 è diventato un progetto dal costo elevato a fronte di prestazioni peraltro incerte e non corrispondente alle esigenze difensive del nostro Paese, con ricadute industriali e occupazionali molto lontane dalle aspettative.
Mentre non si trovano risorse per il lavoro, la scuola, la salute e la giustizia sociale è una scelta incomprensibile che il governo deve rivedere.
Nei prossimi giorni arriverà alla Camera il dibattito e il voto sulla mozione, ci aspettiamo che tutti i deputati la sostengano per fermare il programma degli F35 e per ridurre le spese militari a favore del lavoro, dei giovani, del welfare e delle misure contro l'impoverimento dell'Italia e degli italiani.
Anche i Consigli comunali dovrebbero far sentire la loro voce perchè il taglio dell'IMU, se ci sarà e senza i soldi per la copertura, si tradurrà nell'ennesimo taglio dei trasferimenti ai Comuni da parte del Governo nazionale.

domenica 9 giugno 2013

CAMBIARE CON LA SINISTRA

Ci siamo trovati per una riflessione sul cammino della sinistra.
Il governo delle larghe intese non è il nostro governo e non è nemmeno utile per il cambiamento del Paese.
I 101 parlamentari del PD che hanno silurato Prodi, hanno affondato oltre al loro segretario Bersani anche la coalizione Italia Bene Comune e la possibilità di un governo di cambiamento. Il PD lacerato ha scelto di allearsi con Berlusconi.
Il governo delle larghe intese non era l'unico possibile come si vuol far credere, altre soluzioni erano fattibili, ma il PD non ha voluto o saputo conseguirle anche perchè ostacolate nei livelli istituzionali.
Il governo Letta sta dimostrando tutti i limiti con i veti incrociati delle sue componenti e rinvia le scelte di cambiamento.
Si corre il rischio che pagherà chi ha sempre pagato, le ingiustizie e le diseguaglianze rimarranno tali, dei diritti civili non si farà nulla, le risorse per lo sviluppo non ci sono ma si continua a finanziare gli armamenti - 12 miliardi di euro per gli F-35 - e le opere inutili come la TAV.
I partiti in crisi e abbandonati dal 50% degli elettori indicano vie d'uscita semplificate alla crisi politica e di governabilità proponendo partiti dei leader  a vocazione maggioritaria e soluzioni presidenzialistiche della forma di governo, che nell'attuale situazione in Italia possono lesionare gravemente la democrazia così come oggi tutelata dalla nostra Costituzione della Repubblica.
Di sinistra c'è oggi ancora più bisogno. Una sinistra di governo, capace e credibile con i suoi valori, che sappia ascoltare e interloquire con i cittadini e il Paese.
In questo percorso noi ci siamo, con la coerenza tra le proposte che sosteniamo e l'azione di governo, a partire dal nostro Comune e nel concorso con il più vasto movimento che si batte per il cambiamento in Italia.

Don Luigi Ciotti ai funerali di don Gallo

Chiediamo al gestore del Blog di “Sinistra per Bussero” se è possibile pubblicare l’intervento di don Luigi Ciotti ai funerali di don Gallo. Questo intervento può essere considerato da alcuni una pagina di Vangelo moderno da altri un manifesto fondante per una nuova sinistra, a chi invece si pone nella politica primo tra i primi darà un poco fastidio. Siamo rammaricati che il teologo della “Sinistra per Bussero” non ha ancora pubblicato un commento/ricordo su don Andrea Gallo, guardi signor teologo che don Andrea non era un comunista era solo un cristiano, ultimo tra gli ultimi.

Primavere “68


Cogliamo il suggerimento di Primavere "68.
Il nostro modo di vivere con responsabilità la politica è uno spazio aperto e inclusivo. Siamo una associazione politica che agisce laicamente, da noi nessuno è "teologo" e tutti sono "umili laboriosi pensatori". Abbiamo solo "sete" del sapere e l'ambizione di "cambiare lo stato di cose esistenti per far star meglio le persone". Se in Lei sente qualcosa da dare e lo volesse dare unendosi a noi, l'aspettiamo, sa dove trovarci.
Cordialmente

sabato 1 giugno 2013

A SINISTRA PER IL CAMBIAMENTO

Il governo delle larghe intese, al di là del contingente e di come ci si è arrivati, non risponde alle domande di cambiamento espresse dagli elettori che hanno votato la coalizione Italia Bene Comune.
INVITIAMO TUTTI all'incontro per riflettere sulle prospettive della sinistra e della possibilità di un vero cambiamento di governo.

domenica 12 maggio 2013

LUOGHI COMUNI - MAGGIO 2013

In questo numero: NON È IL NOSTRO GOVERNO - NAPOLITANO A BUSSERO - COSE CHE SUCCEDONO - AREE 167 - PAPA FRANCESCO - LE ELEZIONI A BUSSERO

CLIK SU IMMAGINE PER VISUALIZZARE IL GIORNALINO

martedì 30 aprile 2013

NON CI FIDIAMO, NON È IL GOVERNO DI CAMBIAMENTO

Gennaro Migliore - Dichiarazione di voto alla Camera
Clik sull'immagine per vedere il video
Signora Presidente, signor Presidente del Consiglio, signore e signori Ministri, colleghe e colleghi, a nome del gruppo di Sinistra Ecologia Libertà vorrei innanzitutto rivolgere un pensiero affettuoso e riconoscente a Giuseppe Giangrande e Francesco Negri. Per noi il sacrificio nell'adempimento del proprio dovere è un sacrificio importante, che ci porta ad esprimere tutta la solidarietà nei confronti dell'Arma e della famiglia di queste due persone, di questi due carabinieri, che quotidianamente incontriamo all'uscita di questo palazzo e che rappresentano per noi e per tutta l'Italia un tema importante, quello della sicurezza e del valore delle istituzioni.
Ritengo che sia un atto dovuto, soprattutto in un momento come questo, un momento che noi abbiamo scelto di vivere con la sincerità che lei ci ha richiamato.
Lo abbiamo fatto innanzitutto facendole gli auguri di buon lavoro, perché riteniamo che sia un compito impegnativo e difficile ed abbiamo anche apprezzato la sua idea del confronto politico, figlia –devo dirlo– di una cultura politica che non è la mia, ma che è stata una delle culture costituenti fondamentali della nostra Repubblica, qualcosa che è molto diverso dalle urla che ho sentito, agitando la clava del «lasciateli lavorare».
Noi non siamo per avere un regime unanimistico, né per santificare le esperienze di Governo che non ci convincono. Pensiamo anzi che la libera dialettica e il confronto in Parlamento e nel Paese tra opzioni differenti sia il sale e l'importanza della democrazia.
Per questo motivo, noi abbiamo preso molto sul serio il suo discorso ed abbiamo detto, tra di noi ed anche con i nostri interventi, che è un discorso ambizioso e che con questa ambizione noi volevamo misurarci, anche perché noi siamo molto distanti da una cultura oppositiva che predica il «tanto peggio tanto meglio».
Per noi questo Governo –e su questo non siamo d'accordo– non era l'unico possibile: sono state sprecate delle occasioni, sono state perdute delle occasioni. Mi rivolgo anche ai colleghi del MoVimento 5 Stelle: si sono perdute occasioni e spero che non si continuino a perdere, mancando quella sfida importante che è il confronto, anche tra forze di opposizione, nel riconoscimento reciproco che esiste un contributo effettivo alla vita democratica del Paese se sapremo innanzitutto parlarci.
Ma è stato perso anche perché all'interno del Partito Democratico qualcuno ha lavorato perché non vedesse la luce il Governo di cambiamento. E noi siamo qui a ricordare probabilmente innanzitutto cosa avrebbe fatto un Governo di cambiamento.
Infatti, noi non ci arrendiamo alle compatibilità, al senso del realismo e del già dato. Abbiamo lavorato non per noi, ma per milioni e milioni di cittadine e cittadini perché ci fosse in questo Paese una svolta e di questa svolta noi ci sentiamo ancora debitori nei confronti di tanta parte del Paese.
Molti hanno pensato: ora tocca a noi. Non a noi forza politica.
Ora tocca a noi, quelli che hanno pagato di più la crisi, a vedere riconosciuti i propri diritti, a non essere compressi dentro la morsa, che non è tanto difficile da immaginare da che parte venga stretta, di coloro i quali, invece, in questo momento appaiono come i vincitori tattici di questa vicenda ultima, il PdL, che è rientrato al centro di questo Governo, ripeto, anche per responsabilità diverse che sono all'interno di quest'Aula e che in questo momento, secondo me, sono lontani da quelli che potrebbero essere i veri interessi della responsabilità del Paese.
Ed è per questo che non ci fidiamo, signor Presidente del Consiglio.
Nel suo discorso non c'erano soggetti in carne ed ossa, non c'erano quegli studenti che hanno attraversato le piazze del nostro Paese quando hanno detto, in tutte le lingue e con tutta la fantasia di cui erano possessori, che erano terrorizzati e indignati per quello che si stava facendo con le riforme della Gelmini e di Tremonti.
Non c'erano quei soggetti che hanno organizzato –alcuni li conoscete anche voi, anche quelli che siedono da questo lato– i banchetti per raccogliere le firme per definire qual è il concetto di bene pubblico e di bene comune, quelli dell'acqua, 27 milioni di persone.
Noi sulle privatizzazioni faremo un'opposizione durissima perché il prezzo di questa crisi deve essere pagato da quelli che l'hanno prodotta.
Io conosco la sua competenza e mi meraviglio –devo dire la verità, visto che ha fatto un discorso molto ampio– che lei non abbia citato i principali responsabili della condizione nella quale ci troviamo. Non ha citato il mondo della finanza, non l'ha citato neanche incidentalmente nel momento in cui parlava dell'Europa, avendo io ben chiaro che cosa è significato, anche per un piccolo Paese come Cipro, la famelicità di queste nuove caste che si sono impadronite del bene pubblico attraverso la speculazione finanziaria.
E non c'erano tante donne e tanti di quelli che hanno chiesto la libertà di informazione. Facciamo irrompere –lo dico a tutto il Parlamento– quelle persone che hanno lavorato perché volevano dire la propria e volevano essere loro i primi protagonisti. Facciamo irromperle qui dentro con un gesto di rispetto, diamo una corsia preferenziale anche alle leggi di iniziativa popolare.
Valgono quanto le nostre, valgono quanto quelle che nel corso di questi anni sono state tante volte sepolte.
Noi siamo in una condizione eccezionale, è vero, soprattutto sono in una condizione di eccezionale sofferenza le persone che perdono il lavoro. Le parole e le cose, le parole e le cose. Se c’è ad un certo punto un problema e una questione sulla casa, ricordiamoci tutti che il 90 per cento degli sfratti avviene per morosità incolpevole, cioè per quelle persone che perdono il lavoro e lo sanno soprattutto i sindaci che sono anche qui seduti nel suo Governo e credo che daranno un contributo in questo senso a riconnettere pure con un certo sentimento che attraversa il nostro Paese.
E, allora, noi dobbiamo fissare degli obiettivi, non solo stigmatizzare quello che è accaduto nel corso di questi anni –niente investimenti su cultura e formazione– ma stare sugli obiettivi e non pensare che con i contratti precari si possa continuare ad affrontare questa crisi. È tempo di dare certezze.
E poi le posso dire una cosa? Io non ce la faccio più a stare dalla parte di quelli che dicono: non è arrivato il tuo momento. Si sente sempre dire che non è la priorità –è vero o no? Lo dico ai leghisti come quando Cécile Kyenge ha detto che c’è bisogno della legge che dia la cittadinanza ai figli degli immigrati.
Non è la priorità, non è mai il turno di queste persone, non è mai il turno di una parola che è stata omessa in questa discussione, delle persone omosessuali.
Non è mai il turno loro a vedere riconosciuti i loro diritti, a vedere riconosciuti i diritti di chi è a fine vita. Non è mai il turno di questi.
Eppure siamo 630, ci sono 21 Ministri, ci sono le persone che potrebbero lavorare: lei fa bene, deve intervenire su tutte le cose urgenti –gli esodati, i cassintegrati–, ma a un certo punto, dica anche che è arrivato il turno di quelli che l'hanno sempre aspettato, e che non lo stanno aspettando da 20 giorni o da 60 giorni, ma lo stanno aspettando da tutta la vita.
E poi mi lasci concludere su una questione: a me interesserebbe parlare anche delle questioni internazionali, ma le dico solo che, invece, vorrei concludere su una questione.
C’è un peccato originale –lei ha fatto riferimento all'Antico Testamento–, nel ventennio berlusconiano: si chiama conflitto di interessi.
Non è una vicenda che riguarda una singola persona, riguarda un coacervo di interessi. E io chiederò a ciascuno di voi di votarlo il conflitto di interessi, perché il conflitto di interessi ha inquinato profondamente la vita politica e sociale di questo Paese. E noi lo riproporremo come prima iniziativa di questo Parlamento.
Ed è per questo –e concludo– che l'importantissima Convenzione per le riforme, io sono d'accordo, si deve fare: ma lei si immagina, come è uscito oggi sui giornali, se questa commissione possa essere affidata a Silvio Berlusconi?
Ma invece di litigare sulle poltrone, visto che ci saranno anche persone esterne, perché non l'affidiamo a un uomo che è stato protagonista anche di questa discussione, cioè a Rodotà? Perché non l'affidiamo a lui la Convenzione? Diamola, io non ci rinuncio! Non voglio che la Convenzione sia nelle mani di un politico che ha fatto parte di questo Parlamento per attaccare le istituzioni repubblicane! Diamola a chi ha rappresentato il meglio in questo Paese! Diamola al cambiamento!
E noi per questo, signor Presidente del Consiglio ci faremo interpreti di un'opposizione leale: perché, per quanto siano larghe le vostre intese, non riusciranno a contenere tutte le domande di cambiamento che abbiamo incontrato noi.