venerdì 23 ottobre 2009

SOLIDARIETA' AI LAVORATORI DELLA RAPISARDA


Una delegazione di Sinistra per Bussero si è recata davanti ai cancelli della Rapisarda di Cernusco sul Naviglio per esprimere la solidarietà alle lavoratrici e ai lavoratori che stanno presidiando la fabbrica perchè sottoposti a procedura di licenziamneto.
Ancora una volta i lavoratori e le loro famiglie pagano le conseguenze di una crisi costantemente negata dal Governo, che fa scelte sbagliate per sostenere le imprese e non fa nulla per tutelare il reddito dei lavoratori. A questo dato di fondo si aggiunge la scelta della proprietà, la multinazionale Caterpillar, di delocalizzare le produzioni in paesi a basso costo del lavoro e con pochi diritti per i lavoratori.
Ai rappresentanti dei lavoratori della Rapisarda abbiamo espresso la nostra disponibilità a sostenere le loro iniziative e a promuovere anche nelle sedi comunali la mobilitazione dei sindaci, del nostro paese e dei paesi limitrofi, a sostegno dell'obbiettivo di non far perdere il posto di lavoro o di trovare una ricollocazione certa.
Occorre che tutti i livelli istituzionali siano sollecitati per trovare una soluzione a queste crisi aziendali, la Rapisarda come la Nokia per fare due esempi di aziende vicine con lavoratori anche di Bussero, unitamnete alla lotta dei lavoratori e alla solidarietà delle nostre comunità.

mercoledì 14 ottobre 2009

NOTE DAL CONSIGLIO COMUNALE n.4

Martedì 13 ottobre, in una serata fredda e ventosa il Consiglio Comunale si è aperto puntualmente alle 21.
Il pubblico, composto per la maggior parte da simpatizzanti delle varie forze politiche presenti in consiglio, ha riempito buona parte della sala.
Il Sindaco ha presentato il nuovo segretario comunale Dott. Ferlisi.
I punti salienti all'ordine del giorno riguardavano:
  • la ricognizione sullo stato di attuazione del programma e una variazione di bilancio,
  • l'applicazione della legge sul così detto "piano casa",
  • una mozione sul sito comunale e un'interpellanza sull'infestazione della pianta ambrosia presentate dal gruppo di opposizione Progetto Bussero.
Il dibattito è stato ampio e in alcuni momenti troppo ridondante e si perdeva di vista l'oggetto della discussione. Dopo ore, finalmente si arrivava al voto.
La ricognizione dello stato di attuazione del programma è stata votata dalla maggioranza  Vivi Bussero con il voto contrario delle opposizioni, l'applicazione della legge sul piano casa è stata votata dalla maggioranza con l'astensione delle opposizioni. La mozione è stata ritirata dopo il pronunciamento in merito del Sindaco.
Per un resoconto completo del Consiglio Comunale premi quì.

lunedì 12 ottobre 2009

LA CRISI CHE NON C'E' ???

COME STARE IN CAMPO A FIANCO
DEI LAVORATORI, NOI …..LA SINISTRA DIFFUSA.

- 5% PRODOTTO INTERNO LORDO
984.286 DOMANDE DI DISOCCUPAZIONE AD OGGI
+ 409% ORE DI CASSA INTEGRAZIONE ORDINARIA
+ 88% ORE DI CASSA INTEGRAZIONE STRAORDINARIA

FABBRICHE STORICHE AL COLLASSO E IN CRISI: LA TENARIS DI DALMINE, LA NOKIA SIEMENS, LA STESSA FIAT.
FABBRICHE STORICHE DELLA MARTESANA IN CHIUSURA: ELCO, NOKIA SIEMENS, RAPISARDA.
PRECARI DELLA SCUOLA E DEL PUBBLICO IMPIEGO LASCIATI A CASA.

LA CRISI CHE NON C’E’
(a detta del Governo)

ne parliamo con

GIAMPAOLO PATTA -
già Segretario CGIL
ROBERTO GIUDICI -
direttamente dal tetto della INNSE di Milano


VENERDI’ 16 OTTOBRE h.21

in Villa Casnati – Via S.Carlo 4

venerdì 9 ottobre 2009

LO SCUDO FISCALE E' UN'AMNISTIA

Lo scudo fiscale è legge, per l’assenza determinate delle opposizioni

E’ proprio così, la legge è stata approvata dalla maggioranza di Centrodestra con solo 20 voti di scarto. L’assenza in Parlamento di 22 deputati del PD, 6 dell’UDC e 1 dell’IdV ha consentito l’approvazione della legge sullo scudo fiscale, non accorgendosi, questi partiti, della gravità di un provvedimento che suona come un’offesa inaccettabile ai principi costituzionali ed alla sensibilità dei cittadini che pagano le imposte e le tasse e che vedono ingiustamente premiati quelli che le hanno evase.
Ma quando i dirigenti del PD,  e dell’UDC faranno un’opposizione seria e senza sconti in Parlamento? Si rendono davvero conto che per la loro assenza è passato un provvedimento di legge utile agli evasori ed ai mafiosi?

Lo scudo fiscale
Consente il rimpatrio o la regolarizzazione delle attività finanziarie e patrimoniali detenute illegalmente all’estero, al 31.12.2008, senza cioè avere fatto alcuna dichiarazione dei relativi redditi e pagato - come tutti  i cittadini onesti -  l’Irpef, l’Irap, l’Iva  (più interessi e sanzioni), ecc.. Chi ne usufruisce può legalizzare questi capitali pagando una piccola mancia: il 5%. Davvero un bel premio, se si pensa che altri Paesi fanno pagare aliquote ben più alte (dal 20 al 40%).

La provenienza dei capitali
Sicuramente non da redditi su cui il cittadino ha pagato le imposte, ma frutto di evasione. Trattasi di un vergognoso condono fiscale. Perché? Per il semplice fatto che, a differenza del Regno Unito, Germania o Stati Uniti, dove si richiede – a chi vuole legalizzare i capitali esportati – di pagare anche tutte le imposte evase negli anni precedenti, in Italia le dichiarazioni di emersione avvengono in forma anonima. Sono, cioè, coperte per legge - da ciò il termine “scudo” - e non possono essere utilizzate a sfavore del contribuente.

Ma c’è di più……
Per mettere al sicuro l’evasore da possibili risvolti penali, si è provveduto, sia a prevedere che lo scudo estinguesse i reati relativi all’omessa ed infedele dichiarazione dei redditi, sia a coprire altri gravi reati, come il falso in bilancio o la dichiarazione fraudolenta  mediante fatture emesse per operazioni inesistenti. Il condono diventa così anche una sorta di amnistia.

… E di peggio
Anche il capitale frutto delle attività della criminalità organizzata (spaccio per droga, sfruttamento di prostituzione, traffico d’armi, terrorismo, ecc.) è spesso detenuto illegalmente all’estero. Il rischio che le organizzazioni criminali approfittino dello scudo fiscale è fortissimo, grazie alla segretezza garantita.

A chi giova?
Non necessariamente lo scudo servirà a fare tornare i capitali in Italia, perché il rimpatrio è obbligatorio solo se le somme sono presso paradisi fiscali, ossia paesi che non consentono un adeguato scambio di informazioni fra amministrazioni.
Il gettito raccolto con lo scudo (si parla di 3-5 miliardi di euro) è una tantum e - checché ne dica il governo – e non potrà finanziare interventi permanenti (es. riduzioni strutturali di imposta o rinnovi contrattuali dei dipendenti pubblici).
Fondato è il timore che i capitali “scudati” non servano tanto ai piccoli evasori intenzionati a rifinanziare la propria impresa in difficoltà, ma alle grandi organizzazioni mafiose, nazionali e internazionali, a costituirsi denaro pulito per le proprie attività economiche.

                                                                                               

IL PGT A BUSSERO

di Marco Vergani
Nel Comune di Bussero è aperta la procedura per la formazione del Piano di Governo del Territorio. Vogliamo qui illustrare sinteticamente di cosa si tratta e il percorso per la sua approvazione.

IL PGT IN SINTESI
Legge sul Governo del Territorio (L.R. n.12/2005) è la legge che ha riformato la disciplina urbanistica della Lombardia abrogando la L.R. n. 51 del 1975.
La L.R. 12/05 nella prima parte, dedicata alla Pianificazione del Territorio, ha introdotto una disciplina completamente nuova in materia di strumenti di governo del territorio, mentre nella seconda parte, dedicata alla Gestione del Territorio, ha raccolto ed adeguato le diverse norme rimaste in vigore.
La principale innovazione, nell’ambito della Pianificazione Comunale, riguarda senza dubbio la nascita di un nuovo strumento: il Piano di Governo del Territorio (PGT) che sostituisce il più conosciuto Piano Regolatore Generale (PRG), destinato a perdere efficacia.


Il PGT è composto da tre atti di cui elenchiamo gli elementi salienti:
- il documento di piano destinato ad essere aggiornato almeno ogni cinque anni, contiene gli elementi conoscitivi del territorio e le linee di sviluppo che l’Amministrazione Comunale si prefigge. Un po’ più nel dettaglio il documento:
• Individua un quadro conoscitivo del territorio comunale.
• Determina gli obiettivi di sviluppo della città.
• Indica le politiche di intervento per la residenza.
• Definisce gli interventi di Compensazione, Incentivazione, Perequazione
- il piano dei servizi individua i fabbisogni della popolazione per assicurare un equilibrio tra insediamenti e servizi ed ha carattere prescrittivo e vincolante. Nel dettaglio il piano:
• Contiene i dati sulla popolazione, sull’utilizzo dei servizi pubblici, sulla mobilità, ecc.
• Identifica le necessità di nuovi servizi pubblici da parte della popolazione.
• Individua: le aree e gli edifici esistenti e da realizzare, per attrezzature pubbliche o di interesse pubblico, le aree verdi e di interesse ambientale.

- il piano delle regole contiene le norme e la cartografia ed ha valore prescrittivo e produce effetti diretti sul regime giuridico dei suoli ed ha validità indeterminata. Nel dettaglio:
• Individua le aree destinate all’agricoltura, di valore paesaggistico ambientale, non soggette a trasformazione.
• Stabilisce le volumetrie e gli indici consentiti.
• Definisce le modalità per la perequazione, l’incentivazione e la compensazione.
I TEMPI DI APPROVAZIONE DEL PGT
Tutti gli atti di PGT sono adottati ed approvati dal Consiglio Comunale con due deliberazioni. La prima è quella di adozione, la seconda quella di approvazione definitiva, che avviene circa 120 giorni dopo. In questo periodo, infatti, Provincia, Arpa e ASL verificano il Piano, e ogni cittadino può presentare le proprie osservazioni.
Rispetto al vecchio PRG il processo per arrivare all’approvazione definitiva è quindi più snello.

Secondo la legge, le tappe e i termini del PGT, dopo la prima adozione in Consiglio Comunale sono questi:
- Entro 90 giorni dall'adozione, gli atti di PGT sono depositati nella segreteria comunale per un periodo continuativo di 30 giorni, al fine della presentazione delle osservazioni dei cittadini nei successivi 30 giorni (tempo max 150 giorni). - Il documento di piano, contemporaneamente al deposito, è inoltre trasmesso anche all'A.S.L. e all'A.R.P.A., che, entro i termini per la presentazione delle osservazioni (60 giorni), possono formulare osservazioni, rispettivamente per gli aspetti di tutela igienico-sanitaria ed ambientale, sulla prevista utilizzazione del suolo e sulla localizzazione degli insediamenti produttivi (tempo max 150 giorni). - Una volta adottato il documento di piano è trasmesso alla provincia. La provincia valuta esclusivamente la compatibilità di detto atto con il proprio piano territoriale di coordinamento entro 120 giorni dal ricevimento della relativa documentazione. Se entro 120 la risposta non perviene si intende espressa favorevolmente (tempo max 120 giorni). - Entro 90 giorni dalla scadenza del termine per la presentazione delle osservazioni, a pena di inefficacia degli atti assunti, il Consiglio Comunale decide sulle osservazioni stesse (tempo max 90 giorni). - Gli atti di PGT, definitivamente approvati, sono depositati presso la segreteria comunale ed inviati per conoscenza alla provincia ed alla Giunta regionale. Essi acquistano efficacia con la pubblicazione dell'avviso della loro approvazione definitiva sul Bollettino ufficiale della Regione.

Parallelamente all'iter del PGT, si svilupperà il procedimento della VAS - Valutazione Ambientale Strategica - che interagirà con la progettazione del PGT al fine di verificarne la compatibilità ambientale. (come si vede dal seguente schema)
NOTA BENE: Nel periodo intercorrente tra l'adozione e la definitiva approvazione degli atti di PGT si applicano le misure di salvaguardia in relazione a interventi, oggetto di domanda di permesso di costruire, ovvero di denuncia di inizio attività, che risultino in contrasto con le previsioni degli atti medesimi.

giovedì 8 ottobre 2009

NUCLEARE: IL RUOLO DELLE REGIONI

di Paola Cannata

In data 11 settembre 2009 una lettera congiunta di WWF, Legambiente e Greenpeace è stata inviata ai presidenti delle regioni, agli assessori all’ambiente e dell’energia delle regioni contenente considerazioni giuridiche che mettono in evidenza i profili di incostituzionalità dela legge 99/2009 riguardante la delega al Governo in materia nucleare (v.allegato) .

La forte preoccupazione è che l’iter previsto per la realizzazione delle centrali possa arrivare a scavalcare completamente il territorio compresi Regioni e Enti Locali, e a ridurre la possibilità di informazione dei cittadini fino a militarizzare gli impianti la cui localizzazione, è importante ricordare, è previsto sarà proposta da operatori privati. Preoccupazioni infondate? E’ vero che tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare ma...


NUCLEARE: PATTO ITALIA-USA (Repubblica del 30 settembre 09)
C’è spazio per una cordata italo americana che costruisca le centrali nucleari nel nostro Paese. Il ministro per lo sviluppo economico Claudio Scajola e il segretario statunitense per l’energia, Steven Chu,, hanno firmato un accordo di cooperazione sul tema dell’energia (…) ma è l’intesa sul nucleare ad avere le ricadute più immediate. Chu chiarisce che General Electric e Westinghouse parteciperanno a gare d’appalto in Italia (…) “stiamo rispettando un programma stretto, ha detto Scajola, confermando che la prima pietra è attesa entro il 2013 ed il primo megawatt per il 2018-2019. Intanto, a metà febbraio, definiremo i criteri per la scelta dei siti”. Neppure il ricorso presentato da nove regioni alla Corte costituzionale fermerà la macchina del ministero (…) se il consenso non si troverà, dice Scajola, la legge permette allo stato di sorpassare ogni opposizione locale. Se la legge ci dà torto, prosegue Scajola, e’ possibile introdurre delle modifiche legislative che renderebbero difficili nuovi ricorsi.

Le regioni che hanno presentato ricorso :
Marche, Emilia Romagna, Lazio, Umbria, Toscana, Piemonte, Puglia, Basilicata, Liguria, Calabria, Due regioni hanno detto no ma senza ricorso : Sardegna e Molise.
Campania e Sicilia sembrano andare verso il ricorso mentre in Veneto, una mozione contro presentata dal centro sinistra ha ottenuto 19 voti a favore e solo 18 contrari perché gli 8 rappresentanti della Lega si sono astenuti. In Abruzzo l’ipotesi del nucleare potrebbe non trovare un largo gradimento, visti i fatti recenti.
Il Trentino e la Valle d’Aosta non sembrano avere i requisiti per una candidatura.
La Lombardia e il Friuli non hanno dato segnali d’opposizione e quindi per rispettare gli impegni assunti dal governo dovrebbero prendersi due centrali per uno.

Ricorda Giuseppe Onufrio, direttore di Greenpeace, che con l’accordo di cinque regioni si può chiedere il referendum (e il referendum del 1987 con il quale gli italiani avevano già detto no al nucleare?) e anche dal punto di vista economico la scelta del nucleare traballa. Secondo gli ultimi dati ufficiali de dipartimento dell’energia degli Stati Uniti per i nuovi impianti da mettere in linea per il 2020 un chilowattora nucleare costerà 10,2 centesimi, contro i 9,9 dell’ eolico e gli 8,2 del gas. Ma queste cifre sono state calcolate ipotizzando che una centrale nucleare da mille megawatt costi 3,3 miliardi di dollari, mentre la Florida Light & Power è arrivata a chiedere 8,2 miliardi di dollari per costruire un impianto: tenendo conto delle indicazioni del mercato i costi del nucleare raddoppiano……

Le informazioni e le motivazioni del NO al nucleare sono tante e ben dettagliate. Chi lo desidera può vedere nei siti delle rispettive associazioni. No motivati per i costi, no motivati per i tempi di costruzione, no più che motivati per il problema dello smaltimento dei rifiuti che nessuno ha ancora risolto, vedi “le navi dei veleni” recentemente assurte all’onore delle cronache ma denunciate da anni da magistrati coraggiosi e dalle varie associazioni ambientaliste. No perché la rincorsa del nucleare impegnerebbe risorse che verrebbero sottratte alle energie rinnovabili.

Dal Rapporto “I costi nascosti del nucleare” di Legambiente, ottobre 2008, consultabile in internet: “L’enorme afflusso di risorse per la ricerca destinate al nucleare". Nella ricerca il nucleare gioca il ruolo dell’asso piglia tutto. Dalla metà degli anni ’70 ad oggi, secondo i dati forniti dalla IEA, i paesi industrializzati hanno garantito agli studi sulla fissione e sulla fusione il 48 per cento delle spese pubbliche destinate alla ricerca nel settore energia. Alle rinnovabili, nello stesso arco di tempo, è andato solo il 9 per cento. Proprio l’Italia rappresenta uno dei casi più eclatanti. In un paese che nel 1987 ha detto no alle centrali con un referendum popolare, il nucleare continua ad essere la fonte che nel 2006 ha assorbito più finanziamenti nel campo della ricerca sbarrando la strada alle rinnovabili e all’efficienza energetica. Il nucleare ha continuato a rappresentare non una ma la principale voce di spesa nel campo della ricerca italiana in campo energetico, riuscendo ad assorbire negli ultimi 15 anni il 53 per cento dei fondi, contro il 10 per cento per le rinnovabili.

Secondo lo IEA in Italia nel 2006 il 24,8% delle risorse per la ricerca è andato al nucleare a fronte del 13% per le rinnovabili. Il dato fa riflettere rispetto al clamoroso ritardo del nostro paese sul fronte delle energie pulite rispetto a paesi come la Germania o la Spagna. Ma soprattutto indica in modo lampante in quale misura il nucleare riesca a distogliere l’attenzione dai reali obiettivi che un paese come l’Italia dovrebbe perseguire.
Ci sono poi quei costi che finiscono per essere scaricati interamente sui contribuenti, ma a distanza di decenni. E’ il caso dello smantellamento delle centrali, un’operazione estremamente complessa che può impegnare decenni oltre che comportare spese considerevoli. In Gran Bretagna lo smantellamento degli impianti gestiti dalla ex società pubblica dovranno essere coperti dalla collettività, mentre la stima dei costi per la chiusura completa del ciclo nucleare è oramai lievitata a 104 miliardi di euro. In Italia è stata creata un’apposita azienda per procedere alla “rottamazione” delle centrali chiuse dopo il 1987: la Sogin. Per finanziarla i cittadini italiani pagano in media 150 milioni di euro l’anno, prelevati direttamente dalla bolletta elettrica sotto la voce A2. A questi dovrebbero aggiungersi dalle dichiarazioni del ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, sicuramente almeno gli sconti per i cittadini residenti nei Comuni che ospitano le centrali. Solo per iniziare, perché tra prelievi necessari alle diverse fasi di gestione del “sistema”, bollette, sussidi e prestiti agevolati le risorse che il nucleare andrebbe a drenare sarebbero spaventose.

(…) Immaginando uno scenario utopistico in cui effettivamente la realizzazione del piano atomico del nuovo governo non incontrasse ostacoli di sorta, sarebbe materialmente impossibile che qualcosa si concretizzasse prima del 2020. C’è la legge da modificare e i siti da individuare, c’è bisogno di realizzare i progetti, reperire gli investimenti, trovare una mano d’opera ultra specializzata e inesistente in Italia, avviare le procedure di controllo e verifica della sicurezza. C’è bisogno insomma di almeno 12 d’anni (la stima è stata fornita recentemente dallo stesso governo). Un arco di tempo in cui l’opzione nucleare finirebbe per assorbire le già scarse risorse destinate alle energie rinnovabili, all’efficienza energetica, al risparmio e alla promozione di sistemi di generazione distribuita. E quindi ha tanto più senso impegnarsi per impedire questa prospettiva e rendere possibile la sua alternativa, fermare i cambiamenti climatici e rendere l’Italia un Paese più moderno e pulito.

Consiglio anche di leggere il libro di Sergio Zabot e Carlo Monguzzi “Illusione Nucleare – i rischi e i falsi miti”, ediz. Melampo.

Ci sono grossi, grossissimi interessi in gioco. Meglio tenere gli occhi aperti.

giovedì 1 ottobre 2009

NOTE DAL CONSIGLIO COMUNALE n.3

Tutti presenti al terzo consiglio comunale del 29.9.2009, anche il pubblico era numeroso ed interessato, molti erano i simpatizzanti delle varie liste che compongono l’assise.
Il dibattito è stato animato in particolar modo sul piano per il diritto allo studio e sulle interrogazioni ed interpellanze.
I punti all’ordine del giorno sono passati quasi tutti all’unanimità con il solo voto di astensione delle due minoranze sul piano per il diritto allo studio e solo per Progetto Bussero sulla nomina della commissione riguardante i giudici popolari.
Siamo particolarmente soddisfatti dell’esito delle votazioni, che vedono riconosciuto il buon lavoro dell’Amministrazione comunale.
Di seguito illustriamo i punti dibattuti:


RICORDATI I SEI MILITARI ITALIANI MORTI IN AFGHANISTAN
In inizio della seduta è stato osservato un minuto di silenzio per ricordare i sei militari italiani recentemente uccisi in Afghanistan.

LINEE PROGRAMMATICHE DI MANDATO
E’ il programma con il quale Vivibussero si è presentata alle elezioni del 6 e 7 giugno 2009, ricevendo il consenso del 38,8% delle elettrici ed elettori busseresi. Ad esso si ispirerà l’azione dell’Amministrazione comunale, i cui valori di riferimento possono così sintetizzarsi:

  • ascolto e partecipazione;


  • centralità della persona;


  • solidarietà e convivenza;


  • trasparenza e semplificazione;


  • equità ed efficienza.

L’obiettivo è quello di rendere sempre più vivibile il nostro paese, puntando sulla qualità degli interventi che vedono la persona al centro dell’azione politica. A tal proposito, il Sindaco Franco Colombo ha sottolineato che “la vocazione verde del paese diventa un’opportunità di sviluppo, sicurezza, cultura, integrazione e solidarietà, cioè l’anima della vita a Bussero”.
I capitoli delle linee programmatiche riguardano, in particolare:

  • il sostegno alla famiglia ed alle persone, aiutando i soggetti più deboli;


  • l’educazione, con interventi sulla scuola, lo sport e la cultura;


  • l’urbanistica, che vedrà la predisposizione del nuovo Piano di Governo del Territorio attraverso il coinvolgimento dei cittadini;


  • il territorio, curandone la tutela ed il risparmio;


  • l’area metropolitana puntando sulle sinergie che la stessa può offrire (servizi associati, ecc.).

Vi invitiamo a consultare il testo integrale delle linee programmatiche di mandato (clik qui).

PIANO PER IL DIRITTO ALLO STUDIO – ANNO SCOLASTICO 2009-2010
Continua, anche con la nuova Amministrazione comunale, il costante impegno verso l’istruzione e la formazione che costituiscono l’architrave di un sistema educativo volto alla crescita della persona. Vista la ristrettezza dei tempi tecnici rispetto alle elezioni del 6 e 7 giugno 2009 che ha comportato un’accelerazione nella predisposizione del Piano, sarà ulteriormente implementata, come da tradizione la fruttuosa e dialettica collaborazione con le istituzioni scolastiche, condividendone indirizzi ed iniziative.
Ammontano ad € 245.639 le spese correnti, cioè quelle per lo svolgimento delle varie attività scolastiche e la realizzazione di progetti ben definiti, a fronte di € 91.808 di entrate correnti.
Le spese per investimenti (manutenzioni, arredi, ecc.) sono pari, invece, ad € 277.700.
La popolazione scolastica coinvolta è di 860 studenti, a cui vanno aggiunti circa 100 alunni della Scuola dell’Infanzia “Maria Immacolata”.

Vi invitiamo a vedere il testo integrale del Piano del Diritto allo Studio 2009-2010 (clik qui).

COMMISSIONI CONSILIARI PERMANENTI
Elette tre Commissioni consiliari: 1^ Commissione: Affari istituzionali – regolamenti generali; 2^ Commissione: Programmazione economica- Attività commerciali e produttive; 4^ Commissione: Urbanistica – Lavori pubblici – Sicurezza. La 3^ Commissione: Servizi Sociali – Istruzione – Cultura era stata nominata nel precedente Consiglio Comunale.
Tali Commissioni durano in carica cinque anni ed esercitano le loro funzioni concorrendo ai compiti di indirizzo e di controllo politico amministrativo attribuiti al Consiglio comunale.
Fanno parte della 1^ Commissione: Michele Sala, Carlo Zerbini e Michele Popolo per ViviBussero; Luigi Guzzi per Bussero Domani; Lorenzo Scipione per Progetto Bussero.
Fanno parte della 2^ Commissione: Michele Sala, Carlo Zerbini e Valentino Zullo per Vivibussero; Samuele Colombo per Bussero Domani; Danilo Usvardi per Progetto Bussero.
Fanno parete della 3^ Commissione: Maria Passamonti, Alessia Cordini e Michele Popolo per Vivibussero; Dario Landolfi per Bussero Domani; Danilo Usvardi per Progetto Bussero.
Fanno parte della 4^ Commissione: Roberto Beretta; Enrico Galbiati e Santolo Castellano per Vivibussero; Samuele Colombo per Bussero Domani; Lorenzo Scipione per progetto Bussero

COMMISSIONE PER L’AGGIORNAMENTO DEGLI ELENCHI COMUNALI DEI GIUDICI POPOLARI
Trattasi di una Commissione prevista dalla legge e composta dal Sindaco e da due Consiglieri comunali. Per Vivibussero è stato nominato Carlo Zerbini; per la minoranza Luigi Guzzi.

COMMISSIONE BIBLIOTECA
Designati i seguenti rappresentanti per la Commissione Biblioteca: Francesco Barbagallo, Paolo Alampi e Michele Popolo per Vibibussero; Giuseppe Fiore per Bussero Domani; Giovanni Greco per Progetto Bussero. In rappresentanza degli utenti saranno indette le elezioni.

INDIRIZZI PER LA NOMINA, DESIGNAZIONE E REVOCA DEI RAPPRESENTANTI DEL COMUNE PRESSO ENTI, AZIENDE ED ISTITUZIONI
Approvati i requisiti e le condizioni relativi a quanto testé evidenziato. Ne ricordiamo alcuni: cittadinanza italiana, godimento dei diritti civili e politici, competenza ed esperienza per la nomina; non osservanza delle linee di indirizzo politico-amministrativo dell’Ente per la revoca; perdita dell’elettorato e decesso del rappresentante per la decadenza.

CENTRO ADOZIONE TERRITORIALE
Conferita al Comune di Cernusco sul Naviglio, in qualità di ente capofila del Distretto 4 (di cui fa parte Bussero), la delega per la stipula della convenzione per l’istituzione ed il funzionamento del servizio Centro Adozioni Territoriale (CAT). Trattasi di una gestione associata che mette in rete le risorse oggi esistenti nei vari distretti, centralizzando in un’unica sede interdistrettuale il servizio (sensibilizzazione sulle condizioni dell’infanzia e sulle adozioni, svolgimento indagini per valutare l’idoneità all’adozione e l’abbinamento delle famiglie, ecc.).

Milano 2 Ottobre - ‘FACCIAMOCI SENTIRE’


Appuntamento da non perdere nel capoluogo lombardo per celebrare la partenza da Wellington (Nuova Zelanda) della Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza. Pubblico, testimonial della Marcia e personaggi dello sport, della musica e dello spettacolo canteranno insieme ‘Imagine’ di John Lennon leggendo il testo della canzone sul maxischermo del Palazzo dell'Arengario. Il ‘coro’, diretto da La Pina, Diego e Trio Medusa di Radio Deejay, trasformerà così la piazza in un grande palco per la pace.



‘FACCIAMOCI SENTIRE’. UN GIGANTESCO CORO PER ‘IMAGINE’ DI JOHN LENNON
L’appuntamento per tutti coloro che aspirano a un mondo di pace, libero da guerre e violenze è fissato per il 2 ottobre in Piazza del Duomo a Milano dove, come in molte altre città d’Italia e del mondo, avranno inizio le celebrazioni per la partenza da Wellington (Nuova Zelanda) della Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza. Il clou dell’evento è fissato per le 18.00 quando il pubblico trasformerà la piazza in un grande palco per la pace cantando ‘Imagine’ di John Lennon insieme a testimonial e personaggi del mondo dello spettacolo, dello sport e della musica. Lo sguardo dei presenti sarà rivolto al maxischermo allestito su Palazzo dell'Arengario in Piazza Duomo dove scorreranno le parole della famosa canzone.


Lombardia all'avanguardia? Ma Roma dice no.


E' condivisibile l'incitazione che l'Assessore Boni manda ai Comuni della Lombardia perché al più presto adottino le delibere di eventuale esclusione di parti del proprio territorio in cui non trovano applicazione le norme per i lavori di rilancio edilizio di cui alla legge regionale n. 13/09 approvata nel mese di luglio.
E' indispensabile che entro il prossimo 15 ottobre tutti i comuni approvino le delibere di salvaguardia previste dalla legge 13/09 per tutelare le peculiarità storiche, paesaggistico-ambientali delle città e che solo successivamente si intervenga con i progetti.


Constato con una certa amarezza che, nonostante la legge 13/09 preveda stanziamenti statali per interventi di ristrutturazione eco-compatibili, né l'Assessore Boni né il Presidente Formigoni abbiano rilevato che nella finanziaria approvata dal governo manchino gli stanziamenti per tenere fede a questo impegno.
Ancora una volta siamo di fronte ad interventi spot ed ad annunci di propaganda politica a discapito dei lombardi e del loro territorio.

di Marco Cipriano

IL PROCESSO: un cantiere sempre aperto.



Leggendo articoli di dottrina giuridica si ricavano informazioni sul modo di procedere del nostro Legislatore. Ci si rende conto di come spesso, purtroppo, la politica giudiziaria sia più “marketing legislativo” che volontà di affrontare i problemi che affliggono il mondo del processo.
Tutti sono d’accordo sul fatto che il processo debba essere “giusto” e “breve”, ma le soluzioni via via escogitate troppo facilmente portano a risultati ben diversi.
Rimanendo nel campo della procedura civile, l’attuale compagine governativa ha appena modificato, ancora una volta, il processo ed ha appena approvato una delega per la semplificazione dei riti.
In concreto però, al momento, gli operatori del diritto devono gestire contemporaneamente riti vecchi, semivecchi, seminuovi, nuovi e nuovissimi, destinati ad andare ad esaurirsi solo nei prossimi anni, quando i processi iniziati con ciascun rito avranno compiuto il loro iter (tutt’altro che la semplicità).
In attesa della promessa semplificazione dobbiamo, ahimè, tenere presente che il legislatore che si appresta a semplificare il processo è lo stesso che, dopo avere introdotto il “rito societario” (all’epoca presentato, a furor di marketing legislativo, come la soluzione di tutti mali del processo civile), lo ha appena cancellato, perché nei fatti si è rivelato ingestibile.
Gli esempi potrebbero essere anche altri, ma il discorso diventerebbe lungo e difficile da riassumere in poche righe.
Limitiamoci a sperare che la semplificazione promessa dalla maggioranza di governo non sia marketing, ma affronti i veri problemi che riguardano i nodi e i tempi della giustizia.

Marco Vergani
Avvocato in Milano