martedì 29 aprile 2014

giovedì 17 aprile 2014

VERDE LIBERA TUTTI

Nella settimana 7-12 aprile, per il secondo anno, si è svolta a Bussero la manifestazione denominata “Verde libera tutti” che ha vissuto tre momenti significativi con tre manifestazioni distinte.
La prima intitolata “chiamata alle zappe” che ha coinvolto i nostri “piccoli” della scuola materna e dell’asilo arcobaleno, in una impegnativa azione di piantumazione floreale in vaso.
La seconda “l’orto a scuola” che ha visto la partecipazione dei bambini delle scuole elementari, impegnati nell’ampliamento dell’ormai famoso e vissuto orto scolastico, fiore all’occhiello del nostro comune, tramite la messa a dimora di nuovi aromi e piante da frutto.
Infine un appuntamento che, inaugurato lo scorso anno con la formazione del “giardino degli aromi”, ha visto quest’anno la predisposizione del “giardino mediterraneo”, in piazza M.Curie.
Hanno partecipato cittadini ed amministratori coinvolti allegramente nella messa a dimora di piante aromatiche ed una pianta di ulivo.
Tutto questo è stato possibile grazie alla collaborazione tra l’Amministrazione Comunale, l’Istituto omni comprensivo Monte Grappa, Legambiente di Bussero e la ditta ERBA Srl di Bussero.
Terminata questa manifestazione vorrei ringraziare personalmente, per l’impegno profuso nell’organizzazione della stessa, la ditta ERBA Srl che ha fornito gratuitamente tutte le essenze piantumate ed il materiale per l’evento, il sig. Carlo Venturini per la dedizione alla formazione e cura dell’orto a scuola, il corpo docente della scuola elementare ed i giovanissimi e non cittadini per la rumorosa ed allegra partecipazione.

Paolo Crippa
Assessore all’Ambiente

lunedì 14 aprile 2014

RISCALDAMENTO INSOSTENIBILE

L'ONU ha reso noto il Quinto rapporto dell’Ipcc (Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici) sullo studio del clima.

«La situazione è peggiore rispetto al rapporto precedente del 2007», ha detto allarmato Saleemul Huq, co-autore della pubblicazione. «Le conseguenze arriveranno prima di quanto previsto e con un impatto maggiore».
Se non siamo in grado di tagliare le emissioni di gas serra, i cambiamenti climatici, che sono già in atto in tutto il pianeta, causeranno una serie di problemi che saranno amplificati dal fatto che il mondo non è preparato ad affrontarli.
«Dalla scienza arriva un messaggio chiaro: per evitare pericolose interferenze con il sistema climatico occorre smettere di avere un atteggiamento di sottovalutazione», ha detto Ottmar Edenhofer, uno dei tre co-presidenti del gruppo di lavoro dell’Ipcc.
Rajendra Pachauri, presidente dell’Ipcc, di cui fanno parte 195 nazioni, ha affermato che «Il rapporto fornisce una mappa non solo sulle caratteristiche della sfida climatica, ma anche sulle opzioni per le soluzioni».
Il problema è come contenere in 2 gradi centigradi (2 °C) il riscaldamento della Terra rispetto ai livelli pre-industriali, quando già oggi le temperature sono aumentare di 0,8 °C e la tendenza è in aumento.
Tutti gli esperti concordano sul fatto che se le emissioni di gas serra continuano con i tassi attuali entro il 2100 le temperatura media del pianeta sarà di 4 °C maggiore rispetto alla media 1986-2005 e questo riscaldamento è dovuto con una sicurezza del 95% a cause umane.
Le ondate di calore saranno più frequenti e dureranno più a lungo, nelle regioni umide pioverà di più e quelle secche diventeranno più aride. L'aumento del livello dei mari entro la fine del XXI secolo sarà compreso tra 26 e 82 centimetri (nel precedente rapporto era di 18-59 cm).
Le coste maggiormente colpite saranno le coste atlantiche dell'America centrale e dell'Africa, dell'Indonesia, dei paesi del Mediterraneo.
In Europa temperature in aumento ovunque, precipitazioni medie annue in marcata crescita al nord e in diminuzione al sud, con un aumento di estremi termici, periodi di siccità e precipitazioni anomale. La regione mediterranea viene individuata come la regione più a rischio con impatti su turismo, agricoltura, foreste, infrastrutture critiche e salute. L’incremento nella frequenza e nella intensità di eventi climatici estremi anche in Italia, con un pesantissimo tributo di vite umane ed enormi danni per alluvioni, frane, violente esondazioni dei fiumi, ci mette davanti alla necessità di scelte che non possono più essere rinviate.
Per limitare il riscaldamento globale entro 2 gradi il mondo dovrà tagliare entro il 2050 le emissioni di gas serra del 40-70% rispetto ai valori del 2010, per poi arrivare a un valore prossimo allo zero entro la fine del secolo. Ma per ottenere questi risultati non bisogna rimandare oltre il 2030 l’introduzione delle misure necessarie. Il principale settore sul quale occorrerà intervenire è quello energetico, più si ritarderà il passaggio dai combustibili fossili alle energie alternative e più difficile e costoso sarà raggiungere l’obiettivo.

sabato 12 aprile 2014

ESTATE A BUSSERO - CENTRO ESTIVO

Sono uno dei tanti genitori di bambini frequentanti l'istituto comprensivo di Bussero, con l'approssimarsi della fine dell'anno scolastico, la maggior parte di noi deve fare i conti con il solito problema: “Come organizzare le giornate dei nostri bambini durante le lunghe vacanze estive?”
La soluzione che trovano prevalentemente i genitori che lavorano è l'iscrizione ad un centro estivo; lo scorso anno, nel nostro paese le uniche possibilità presenti sono state il GREST organizzato dall'oratorio e il centro estivo organizzato dall'associazione “La Torre e il Sole”.
Nonostante queste due alternative siano attive sul territorio da diversi anni e abbiano sempre accolto un elevato bacino di utenza, dallo scorso anno le famiglie di Bussero hanno manifestato la necessità di avere un'alternativa alle due proposte.
Il comitato genitori “Insieme nella Scuola” ha quindi proposto un questionario ai genitori di tutti i bambini frequentanti i tre plessi scolastici (materna, primaria e secondaria), per sondare le richieste e le necessità in merito alla proposta di un centro estivo alternativo.
Hanno risposto al questionario circa 70 famiglie; tra le maggiori richieste figurano una retta settimanale più accessibile ed un valido programma ludico-educativo; dal sondaggio non sono emerse richieste che coprano i primi due anni di materna e il triennio della secondaria.

Nel corso della riunione del 04/04/14 organizzata dal comitato genitori, sono state presentate alcune delle proposte di centro estivo attivabili nel corso di questa estate.
Nel mese di Luglio, l'Atletico Bussero organizza un centro estivo presso il campo sportivo di Viale Europa; il presidente Sig. Pellegri, presente alla riunione, ha brevemente illustrato il progetto, incentrato maggiormente sull'attività sportiva (calcio, pallavolo, tiro con l'arco ed altre attività).
Il comitato genitori ha illustrato un progetto di centro estivo nei locali della scuola primaria per i bambini a partire dall'ultimo anno della scuola materna fino a quelli frequentanti la classe quinta della scuola primaria, affidato alla cooperativa Meta, che propone un valido ed interessante programma ludico-educativo, gestito da educatori professionisti. Il centro estivo verrà attivato con un minimo di 20 iscrizioni settimanali, al costo di 55 euro (escluso il buono pasto). Rimarrebbero ancora da definire i rapporti con la scuola per l'uso degli spazi e della mensa scolastica.
Oltre a quanto presentato durante la riunione del comitato genitori, il nostro paese offre altre possibilità.
La scuola riattiva il Summer Camp, nel periodo dal 09/06 al 20/06; l'esperienza ha avuto notevoli riscontri positivi negli scorsi anni.
L'oratorio anche per quest'anno farà il GREST utilizzando anche il parco di villa Casnati.
L'associazione “La Torre e il Sole” dovrebbe proporre, a partire da Luglio, il proprio centro estivo nelle strutture della scuola.
Finalmente, sembra proprio che per quest'anno non ci sia che l'imbarazzo della scelta; centri estivi diversi che soddisfano richieste diverse, con il vantaggio di garantire ai cittadini di Bussero di poter restare nel proprio paese.
Dove non può arrivare l'Amministrazione Comunale, possono certamente arrivare le persone, che con la voglia di migliorare le offerte del nostro paese, lavorano per il nostro paese e investono nel nostro paese.
Ognuno di noi può farlo e dovrebbe farlo; come? Attraverso la partecipazione!

giovedì 10 aprile 2014

SALARIO MINIMO

In Italia? Di cosa parliamo?
Nelle azioni per il lavoro di Renzi, confermata al convegno degli industriali dal vice ministro Enrico Morando, liberal del PD, troviamo la proposta del salario minimo.
In Italia quasi tutti i lavoratori dipendenti hanno un contratto nazionale e un livello salariale definito dall’area professionale di appartenenza.
Le dichiarazioni di Morando fanno capire che il Governo sta operando per svuotare il contratto nazionale di lavoro attraverso una norma secondo la quale tale contratto agisce solo nel caso non fosse possibile un accordo di secondo livello che, secondo il vice Ministro, si può realizzare a «livello di gruppo, azienda, distretto, territorio» incentivando la produttività.
Non spiega, però cosa c’entra il salario minimo con la produttività.
Il salario minimo, infatti, è stato introdotto laddove sono stati eliminati i contratti nazionali: adottarlo in Italia produrrebbe, di fatto, una riduzione dei salari, perché verrebbe fissato a una cifra inferiore a quella prevista dagli attuali contratti.
In Italia non ci sono lavoratori che non siano coperti dal contratto nazionale, sicché la proposta determinerebbe la riduzione media dei salari italiani e, quindi, un'ulteriore caduta della domanda interna.
E, poi, cosa si intende per compenso orario minimo, sapendo che nell’Europa a 29 si passa da € 8,50 euro della Germania ad € 0,95 della Bulgaria, fino a 1,06 della Romania, 1,71 della Lettonia, 1,76 della Lituania,1,90 della Estonia, 1,94 della Slovacchia, 1,97 della Ungheria, 2,21 della Polonia, 2,29 della Croazia, 2,92 del Portogallo, 3,35 della Grecia, 3,91 della Spagna?
Dove si colloca la proposta del Governo sul salario minimo e sul compenso minimo orario?
Nei principali Paesi europei si attesta sotto al 50% del salario "mediano"( cioè quello percepito dai lavoratori che si trovano al centro della distribuzione dei salari).
La verità è che deregolamentare il rapporto di lavoro e sottopagare i lavoratori, è diventata una cultura, direi una ideologia fatta propria anche da esponenti del Partito Democratico.
Da anni sentiamo dagli industriali e da esponenti della destra questo mantra, oggi auspicavamo un cambiamento che non vediamo.
Coloro che additano sempre i lavoratori come fattori di costo che impediscono la competitività sono ciechi e silenti nei confronti delle imprese che perdono mercato perché prive di una strategia industriale adeguata ai tempi attuali. Sono inoltre sotto capitalizzate perché storicamente il capitale di rischio è uno sconosciuto per gli imprenditori nostrani; basterebbe guardare i mezzi propri negli stati patrimoniali dei bilanci aziendali, che danno un gettito alle entrate tributarie indecentemente minore rispetto a quanto dato dal lavoratore.
Ognuno faccia la propria parte, ma la si smetta di infierire sui lavoratori.
I capisaldi del contratto di lavoro nazionale vanno mantenuti: l'inquadramento professionale, il salario di riferimento, l'orario di prestazione, le regole negoziali, le tutele su diritti, salute, sicurezza, maternità.
Il necessario recupero di competitività delle imprese, per quanto imputabile al rapporto di lavoro, lo si stabilisca nella contrattazione di secondo livello sui modelli organizzativi, sulla flessibilità della prestazione e sulla retribuzione complementare di risultato. Due livelli di contrattazione distinti ed in equilibrio tra di loro.
Contrastiamo il pensiero unico che indica nella ricetta della precarietà e dell'impoverimento dei lavoratori, il mezzo per essere competitivi e uscire dalla crisi. Questa ricetta ha portato l'Italia negli abissi della crisi e nella perdita di competitività internazionale, bisogna cambiare registro da subito: più sostegno alla domanda, più investimenti.

sabato 5 aprile 2014

PENE ALTERNATIVE AL CARCERE

La Camera dei deputati ha approvato definitivamente il disegno di legge che depenalizza i reati minori tra cui l’immigrazione clandestina, introducendo con decisione il nuovo regime di messa alla prova, per favorire il ricorso alle misure alternative alla detenzione.
Siamo in un paese più civile che si incammina verso politiche nuove, dopo le fallimentari leggi del governo di centrodestra che hanno strariempito le carceri senza rendere tranquilli i cittadini o ti è aumentata la percezione di insicurezza?
Quella approvata è una legge delega al Governo affinchè legiferi su alcuni ambiti lasciati in sospeso dalle recenti evoluzioni normative, sia per lo stato delle carceri di sovraffollamento cronico che, ad esempio, sul vuoto lasciato dalla Consulta dopo la bocciatura della legge Fini-Giovanardi sulle sostanze stupefacenti.
Il nuovo provvedimento prevede un potenziamento dell’istituto degli arresti domiciliari, non solo come misura cautelare, ma anche in qualità di pena alternativa al carcere successiva alla sentenza di condanna per tutti quei delitti per cui il tetto di pena non oltrepassi i tre anni.
Gli altri due punti principali della nuova legge sono la messa alla prova del detenuto e la depenalizzazione.
La norma stabilisce che l'obbligo di reclusione in carcere non debba essere continuativo, prevede permessi con utilizzo del braccialetto elettronico per quei detenuti che dimostrino la buona condotta, con esclusione per coloro che non abbiano una dimora fissa a cui stabilire l’eventuale arresto, o per quei criminali seriali, ritenuti “delinquenti abituali” e di conclamato pericolo per la società.
Nell'ambito della depenalizzazione, il reato d'immigrazione clandestina, introdotta nel 2009 viene trasformato in illecito amministrativo; cosi come usciranno dal novero dei reati perseguibili per via penale anche il mancato versamento di contributi previdenziali o al ricorso di atti e spettacoli osceni.


martedì 1 aprile 2014

F-35 "TAGLIAMO LE ALI"

Molti Paesi europei hanno deciso di intraprendere la strada dei tagli agli investimenti nella Difesa.
È il caso della Germania che ha decurtato le commesse degli elicotteri NH-90 e Tiger, dei caccia Eurofighter e dei cargo Airbus. Dell’Olanda che ha drasticamente tagliato la commessa per gli F-35 e della Francia che ha tagliato drasticamente le spese militari con il nuovo piano pluriennale di programmazione militare per il periodo 2014-2019.
Cancellare la partecipazione italiana al programma del cacciabombardiere F-35  per 90 aerei, il cui costo complessivo, stimato, dovrebbe essere di 14,5 miliardi di euro, comporterebbe un risparmio di 600 milioni di euro già dal 2014.
Inoltre l’F-35 presenta una serie di problemi di progettazione che la Lockheed Martin continua a negare ma che sono confermati dal rapporto DOT&E (di rector, operational test and evaluation), ovvero del direttore della sezione test operativi e valutazione del dipartimento della difesa statunitense.
Lo schema di accordo non pare garantire per il nostro Paese ritorni industriali significativi, non essendoci traccia di acquisizione di commesse o sub commesse. Anche con riferimento allo Stabilimento di Cameri non sembrano gli attuali investimenti per lo sviluppo degli F-35 aggiuntivi a quelli che si sarebbero generati normalmente anche con riferimento alla manodopera impegnata.
Quanto appena esposto conferma le criticità rispetto ad un programma, quello degli F-35, che oltre ad essere altamente costoso, rischia di far acquistare aerei che non avranno alcuna speranza di essere utilizzati in missione, e probabilmente a fatica anche per azioni di addestramento.
È da rimarcare che le mancate acquisizione degli inutili programmi d'armamento F-35, Forza NEC, i sommergibili U-212, le fregate FREMM, porterebbero nelle casse dello Stato circa 3 miliardi di euro soltanto per il 2014. Ciò significherebbe trovare le risorse per combattere la disoccupazione e la precarietà, le vere urgenze che il Paese deve fronteggiare.