sabato 1 settembre 2012

CARLO MARIA MARTINI


Carlo Maria Martini

Arcivescovo in Milano 

di Marco Vergani
Carlo Maria Martini, nato nel 1927, gesuita, biblista, prima di essere arcivescovo di Milano aveva ricoperto la carica di rettore del Pontificio Istituto Biblico e della Pontificia Università Gregoriana. E’ stato membro di varie Congregazioni pontificie ed ha presieduto il Consiglio delle Conferenze episcopali Europee.
Il Cardinal Martini è stato una figura di rilievo non solo per la Chiesa Milanese, ma per tutta la Chiesa. E’ stato la guida della diocesi in anni difficili.
Ora che è tornato nella Casa del Padre, per ricordarlo non si può fare a meno di partire dalle lettere sue pastorali indirizzate alla diocesi ogni inizio d’anno ed in particolare alla lettera del 1981/82 “In principio la Parola”.
Un testo che era un programma per il suo incipiente Episcopato in una diocesi importante e frenetica.
Un forte invito a mettere la Parola al centro della vita, perché - riprendiamo le sue parole – “E’ stata la Parola per prima a rompere il silenzio, a dire il nostro nome, a dare un progetto alla nostra vita. E’ in questa parola che il nascere e il morire, l’amare e il donarsi, il lavoro e la società hanno un senso ultimo e una speranza.” (In principio la Parola pag. 7,8).
Carlo Maria Martini è stato uomo di fede ed uomo aperto al dialogo. Auspicava che tutti sentissero forte l’esigenza di scoprire ciò che “ci unisce al di là delle divisioni, di ritrovare in una comune tradizione la spinta verso il futuro; di ricondurre i diversi e spesso contrastanti progetti di vita umana a un immagine di uomo che non mortifichi nulla di ciò che è bello, buono, onesto, che sia così ampia e di così vasto respiro da accogliere con rispetto anche il più piccolo contributo al vero progresso dell’uomo.”
Il suo auspicio è un invito che - ancor oggi - ben può essere rivolto a tutti quanti, credenti e non, abbiano a cuore la ricerca della verità e il bene dell’uomo. Una verità e un bene che Carlo Maria Martini fondava sulla Parola di Dio, ma che proponeva anche a chi per fede o per opinione era su posizioni differenti.
Con la Cattedra per i non credenti Carlo Maria Martini non aveva inteso creare un luogo per l’indottrinamento degli atei e degli appartenenti alle altre religioni, quanto piuttosto un luogo ove riflettere insieme sulla pluralità. Una pluralità che pervade il mondo, dal mondo arabo - Islam compreso -, al mondo occidentale – protestantesimo e cattolicesimo compresi.
Il Cardinale faceva conto su queste pluralità per aprire un dialogo tra mondi diversi e – inutile negarlo – anche contrapposti. Gli studi biblici del Cardinale avevano favorito il nascere di un rapporto privilegiato verso il mondo Ebraico, tanto che Martini, dopo avere lasciato la guida della Diocesi di Milano, si era trasferito a Gerusalemme.
Nel libro intervista “Nel Cuore della Chiesa e del mondo” (Marietti 1991 pag. 86) a una domanda Martini risponde: “Diventa allora giusto tenere presenti e promuovere i valori di libertà, i diritti umani e le positività che possono emergere. Diventa giusto farlo senza preoccuparsi troppo di quale sia l’ideologia vincente, ma soltanto mettendo a fuoco quei riflessi dei valori evangelici che a noi tocca promuovere, pur sapendo che potrà sorgere qualche nuova conflittualità.”
Da queste parole traspare un desiderio aperto di collaborare con tutti nella consapevolezza dei rischi e delle difficoltà che possono insorgere.
L’Arcivescovo Martini ha sempre mostrato disponibilità al confronto tanto da tenere una rubrica sul Corriere della Sera come un semplice giornalista.
Non mi resta che chiudere con altre parole del Cardinale: “Gesù conosce il cuore dell’uomo.”
Bussero, 1 settembre 2012.


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