domenica 8 giugno 2014

LA QUESTIONE MORALE OGGI


Messi di fronte agli scandali Mose o a Expo ci sentiamo tanto piccini da non sapere se urlare ancora la nostra rabbia oppure rassegnarci.

Più inclini alla seconda che alla prima mi verrebbe da pensare.

Quante volte abbiamo gridato, ci siamo indignati, abbiamo pensato “finalmente siamo arrivati alla fine”, eppure…….. non avevamo ancora visto tutto!!

Il tempo degli scandali e della corruzione non ha un limite, è un tempo infinito: le radici del malgoverno sono antiche come antiche sono le denuncie e le ricette per combatterlo.

Grande o piccola che sia la corruzione porta alla conclusione inevitabile “lo fanno tutti”.

Ed è proprio da questa conclusione che bisogna difendersi: da questo senso di rinuncia alla politica, di accusa e disimpegno, di qualunquismo o di ribellismo, di attesa dell’uomo forte che dica “ghe pensi mi!”

In questi giorni ricorre il trentesimo anniversario della morte di Enrico Berlinguer, l’uomo che negli anni ‘80 chiamava la politica ad una svolta, il comunista, l’uomo che fece della “questione morale” un campanello d’allarme, inascoltato dalla politica e degli apparati economici pubblici e privati.

In una intervista del 1981 Berlinguer diceva: “i partiti hanno occupato lo stato e le istituzioni a partire dal governo. Hanno occupato la Rai, gli enti previdenziali, le banche, gli ospedali, l’Università…… Bisogna agire affinchè la giusta rabbia dei cittadini verso tali pratiche e degenerazioni non diventi avversione per il sistema democratico rappresentato dai partiti”.

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