martedì 30 giugno 2015

FESTAPERTA - IL FANTASMA BUONO

by bricolage

Sabato scorso stavo montando una tapparella per proteggere i bidoni dell’immondizia dalla vista degli ospiti di Festa Aperta.
Per istallare il frangi-sguardi era necessario realizzare una struttura in legno con i pochi attrezzi e materiali a disposizione (vocazione uguale a quella del primo e secondo Francesco).
Due catinelle, due fodere di legno e qualche chiodo; tutto lì.
Salgo sulla scala e sento due occhi che mi puntano la schiena: nella mia mente si materializza il compagno Carletto anche lui come me, in pantaloncini corti, petto nudo, chiodi in bocca e martello nella destra.

se te fe in su la scala?” mi chiede
Nel giardino non sono solo ma ognuno sta facendo qualcosa e pare proprio che nessuno lo abbia visto.
uehi Carletu! Varda ti se un geometro al ga de fa el magut!” rispondo sorridendo, un po’ nervoso, mentre mi guardo in giro.
sa vet che l’è minga el to miste. I ciot in quei sbaglia, la traversa l’è storta….ma v’ho propi insegna nigut?”

Mi dice proprio le stesse cose, rimproveri e sorrisi, come nei primi anni ’70.
Scendo dalla scala e guardo…. però che occhio il Carletto!

cià me rangi mi!” mi dice con il suo sorriso abituale e con l’agilità di chi ha scalato tetti e ponteggi finisce in quattro e quattro otto la grande opera (?).

Oh ragazzi c’è qualcosa che non mi torna: il Carletto ci ha lasciati da quasi un decennio.
Forse è il caldo e il sole che mi fanno stravedere…eppure il martello picchia sul legno, lo sento, e quella che ho in mano è la sua camicia a quadri…..

e ades se bevum?” mi dice
quel che te veuret Carlo” balbetto e riesco solo a dire “….. ma scusum ti ste fe de chi part chi?”
ah ah ah.. te par minga vera che sun chi? Ta sa dumandet se sun mort o se sun mi?”

Faccio si con la testa, la domanda l’ha tolta dalla mia bocca.

oh bagai! Ma sembra propi che si restà dumè vialter a fa quel che fasevi mi. A metic la pasiun, la veuia anca se cun al martel a varii propi poc.”

Carlo, scusa, ma sa sta da là?” chiedo con la poca saliva che mi resta

de là induè?” mi risponde con un sorriso sornione
de là….” faccio segno indicando con la testa il cielo terso
varda peudi no parlà perché man di che è sta decis di dic nigut ai vif e tal se, che cumè quant ghera el Partì, se una roba l’è decisa bisogna ves tucc d’acord”

Eh già, il vecchio centralismo democratico finito sulla terra ma ancora in vigore in Paradiso.

va ben ades a vo!”
Ho voglia di abbracciarlo, vorrei rimanesse ancora li a chiacchierare di quegli anni eccezionali, a dirgli che ci sono tutti quelli che ha conosciuto quando eravamo più giovani e ci sono persino dei ragazzi a lavorare alla Festa.
Si è infilato la camicia, la mano nei capelli per una sistemata: è pronto per partire.

sa ghè bisogn per ciamam te ghe de fa cume te fa incue”
Lo guardo a bocca aperta
sarala su, pistola, ca ta van in buca i musch”
perché, Carlo, so fa?”

Ma ormai il Carletto si sta dissolvendo fra le fronde dei platani, non mi sente più!
Sorrido e mi trovo a fischiettare.

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