
Si deve parlare al cuore delle persone di come migliorare le condizioni
materiali di vita di chi ha bisogno di lavorare per vivere, di come
dare risposte adeguate per cambiare la condizione di chi dalla crisi ha
avuto solo guai.
Si deve ricercare la massima unità a sinistra,
unificare i vari frammenti della sinistra e assumere in un’unica lista
culture politiche che hanno un sentire comune.
Si devono mettere al centro contenuti e profilo politico alternativi nella loro radicalità e coerenza che aggrediscano il nodo della dignità del lavoro e della disuguaglianza sociale.
Bisogna investire con interventi pubblici sul territorio per l’ambiente
e l’ecologia, bisogna restituire centralità al lavoro nel processo
produttivo in tutte le sue forme, ripristinare una rete di welfare ormai
compromessa nei suoi pilastri fondamentali, lavorare per uno stato
sociale che tenga conto delle individualità, di tutte le famiglie e
delle nuove e plurali forme di convivenza
Si deve puntare ad una
politica di pace, accoglienza e cooperazione tra i popoli così come alla
diffusione di una cultura che valorizzi le diversità per contrastare le
varie forme di violenza crescenti, dal sessismo al razzismo.
Sono
dell’idea che una proposta politica di sinistra, unitaria e alternativa
abbia bisogno di costruirsi, in un grande processo di partecipazione
popolare, perché non vi è alcuna possibilità di successo se non si
coinvolgono le donne e gli uomini a cui si chiede di essere
protagonisti in prima persona di un processo di cambiamento radicale.
In questi giorni si sta dando vita ad una nuova e pessima legge
elettorale. Mi sono opposto all'idea di un Parlamento di nominati dalle
segreterie politiche anche durante la campagna del referendum
costituzionale.
Mettendo la fiducia il Governo rende immodificabile
l’accordo tra il Pd e le destre sulla legge elettorale che non farà
scegliere gli eletti agli elettori, grazie a un sistema doppiamente
bloccato.
Prima fanno i patti e poi sono costretti a mettere la
fiducia perché non si fidano l'uno dell'altro. È grave mettere la
fiducia sulla legge elettorale, impedisce al Parlamento di modificare
una pessima legge fatta di nominati e liste bloccate. Un atto di
sfiducia verso i deputati dei loro gruppi e un modo per impedire la
libertà del Parlamento su un tema fondamentale della democrazia.
Una
sinistra, in un momento come questo, non può che porsi l’obiettivo di
riportare al voto i tanti delusi della politica dei governi che si sono
succeduti.