Il Governo, come al gioco delle tre carte, carta c'è non c'è, presenta una legge di stabilità che non aggredisce la crisi che continua a colpire il Paese.
Non affronta il dramma della diseguaglianza che è cresciuta in modo esponenziale negli ultimi tre anni: i giovani, i precari, gli esodati, i pensionati, gli insegnanti, sono tutti spariti dall'agenda del governo.
Blocca per un altro anno il contratto dei lavoratori pubblici, lascia per strada gli esodati.
Con una mano rivaluta minimamente e solo in parte le pensioni e le detrazioni da lavoro per i lavoratori dipendenti, con l'altra aumenta per tutti la tassazione prevedendo venti miliardi nei prossimi tre anni facendo una profonda razionalizzazione delle detrazioni Irpef del 19%, che riguardano le spese sanitarie e veterinarie, gli interessi sui mutui, le spese scolastiche e universitarie.
Interviene sul costo del lavoro con misure che non accontentano ne le Organizzazioni Sindacali ne le Associazione delle imprese.
Abolisce l'IMU anche per chi ha alti redditi e grandi patrimoni, togliendo ai comuni oltre quattro miliardi di euro, ma farà pagare ai cittadini tramite i comuni una nuova tassa sui rifiuti e servizi per un gettito pari al mancato introito dell'IMU e taglia parimenti i trasferimenti ai Comuni.
Fa felici le banche con la rivalutazione dei patrimoni depositati presso la Banca d'Italia e con l'anticipazione delle detrazioni fiscali su Ires e Irap.
Un Governo serve se sà cambiare e affronta i nodi della crisi, allo stato dei fatti questo non serve, fa propaganda e crea illusioni.
Non affronta il dramma della diseguaglianza che è cresciuta in modo esponenziale negli ultimi tre anni: i giovani, i precari, gli esodati, i pensionati, gli insegnanti, sono tutti spariti dall'agenda del governo.
Blocca per un altro anno il contratto dei lavoratori pubblici, lascia per strada gli esodati.
Con una mano rivaluta minimamente e solo in parte le pensioni e le detrazioni da lavoro per i lavoratori dipendenti, con l'altra aumenta per tutti la tassazione prevedendo venti miliardi nei prossimi tre anni facendo una profonda razionalizzazione delle detrazioni Irpef del 19%, che riguardano le spese sanitarie e veterinarie, gli interessi sui mutui, le spese scolastiche e universitarie.
Interviene sul costo del lavoro con misure che non accontentano ne le Organizzazioni Sindacali ne le Associazione delle imprese.
Abolisce l'IMU anche per chi ha alti redditi e grandi patrimoni, togliendo ai comuni oltre quattro miliardi di euro, ma farà pagare ai cittadini tramite i comuni una nuova tassa sui rifiuti e servizi per un gettito pari al mancato introito dell'IMU e taglia parimenti i trasferimenti ai Comuni.
Fa felici le banche con la rivalutazione dei patrimoni depositati presso la Banca d'Italia e con l'anticipazione delle detrazioni fiscali su Ires e Irap.
Un Governo serve se sà cambiare e affronta i nodi della crisi, allo stato dei fatti questo non serve, fa propaganda e crea illusioni.
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