giovedì 17 ottobre 2013

UNA FINANZIARIA CHE NON SERVE AL PAESE

Il Governo, come al gioco delle tre carte, carta c'è non c'è, presenta una legge di stabilità che non aggredisce la crisi che continua a colpire il Paese.
Non affronta il dramma della diseguaglianza che è cresciuta in modo esponenziale negli ultimi tre anni: i giovani, i precari, gli esodati, i pensionati, gli insegnanti, sono tutti spariti dall'agenda del governo.
Blocca per un altro anno il contratto dei lavoratori pubblici, lascia per strada gli esodati.
Con una mano rivaluta minimamente e solo in parte le pensioni e le detrazioni da lavoro per i lavoratori dipendenti, con l'altra aumenta per tutti la tassazione prevedendo venti miliardi nei prossimi tre anni facendo una profonda razionalizzazione delle detrazioni Irpef del 19%, che riguardano le spese sanitarie e veterinarie, gli interessi sui mutui, le spese scolastiche e universitarie.
Interviene sul costo del lavoro con misure che non accontentano ne le Organizzazioni Sindacali ne le Associazione delle imprese.
Abolisce l'IMU anche per chi ha alti redditi e grandi patrimoni, togliendo ai comuni oltre quattro miliardi di euro, ma farà pagare ai cittadini tramite i comuni una nuova tassa sui rifiuti e servizi per un gettito pari al mancato introito dell'IMU e taglia parimenti i trasferimenti ai Comuni.
Fa felici le banche con la rivalutazione dei patrimoni depositati presso la Banca d'Italia e con l'anticipazione delle detrazioni fiscali su Ires e Irap.
Un Governo serve se sà cambiare e affronta i nodi della crisi, allo stato dei fatti questo non serve, fa propaganda e crea illusioni.

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