sabato 29 marzo 2014

IL BLUFF DELLE PROVINCIE

Sul sito del ministero dell’Interno leggiamo: «Il ministro dell’Interno Angelino Alfano ha comunicato di aver individuato in domenica 25 maggio 2014 la data di svolgimento delle consultazioni amministrative per il rinnovo dei sindaci e dei consigli comunali nelle regioni a statuto ordinario. L’eventuale turno di ballottaggio è previsto per domenica 8 giugno. Il decreto del ministro di fissazione della data tiene conto dei principi di riduzione delle spesa pubblica svolgendo, nella medesima data delle elezioni europee, le altre consultazioni elettorali previste nel corso dell’anno».
Di Provincie non si parla.
Come mai se la tanto conclamata legge taglia provincie non è ancora stata approvata? Bisogna dire le cose come stanno.
Le cose stanno che in ogni caso a maggio gli italiani non sarebbero andati alle urne per rinnovare i consigli e le giunte provinciali.
Lo stabiliva infatti la legge di Stabilità del 2013 al comma 325: «Si applica alle Province in scadenza naturale del mandato ovvero cessazione anticipata degli organi provinciali tra il 1 gennaio e il 30 giugno 2014, il regime commissariale di cui all'articolo 1, comma 115, della legge n. 228/2012».
Le 52 Province in scadenza a maggio diventano tutte comunque commissariate. Fino ad esaurimento. Cioè fin tanto che diventa legge il disegno di legge costituzionale che le cancella dalla Costituzione e dall’amministrazione dello Stato.
Tradotto: per quelle già commissariate (in due tranche, prima Monti, poi letta via via che arrivavano a scadenza) non esistono problemi, nè dubbi, perchè il commissariamento resta fino al 30 giugno, cioè un mese dopo la finestra elettorale per essere poi rinnovato se prima non interviene la modifica costituzionale. Per le province che invece non sono ancora state commissariate, lo diventano appena arrivano a scadenza di mandato. Come le 52 per cui si dice che il disegno di legge Delrio abbia evitato altre inutili urne e schede elettorali. La confusione è tanta in questa faccenda, tra propaganda e demagogia. Quello che più stona è perchè si continua a dire «abolizione delle province» se non sono state abolite.

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