mercoledì 9 giugno 2010

CHI SBAGLIA E CHI PAGA

Berlusconi e il suo ministro dell'economia Tremonti hanno presentato una manovra correttiva del bilancio statale di 24,965 miliardi di euro. Di questi: 9,456 miliardi sono di maggiori entrate previste sia tributarie sia contributive. La manovra viene finanziata con forti tagli a Regioni, Province e Comuni pari a 14,8 miliardi. I minori trasferimenti pesano in minor servizi per i cittadini per 6,3 miliardi nel 2011 e per 8,5 miliardi nel 2012 e 2013. Anche i ministeri sono chiamati a contribuire al risanamento dei conti, con un taglio di 4,6 miliardi. Per i dipendenti pubblici non ci saranno rinnovi contrattuali fino al 2013. Secondo le stime della Corte dei Conti questo tipo di intervento dovrebbe valere da solo più di 5 miliardi di euro.
Una manovra era necessaria, ma questa è sbagliata e iniqua. Con quale credibilità questo presidente e questo ministro, che finché c'era da votare spergiuravano che i conti italiani erano a posto, ora chiedono questi sacrifici ai soliti italiani che hanno sempre pagato. Va ricordato che negli ultimi undici anni, per ben otto, Tremonti è stato il ministro dell'economia nel governo Berlusconi.
L'Italia se è in questa situazione lo si deve a loro. I dati tratti dalla relazione annuale del governatore della Banca d'Italia Draghi sono impietosi. Il calo del Prodotto Interno Lordo (PIL) nel biennio 2008/2009 è stato del 6,5%, le esportazioni si sono ridotte del 22%, il debito netto verso l'estero è del 15% del PIL, 9.400 imprese sono fallite nel 2009 il 25% in più rispetto al 2008, gli investimenti delle imprese si sono ridotti del 16%, i consumi sono calati del 2,5%, il reddito reale delle famiglie si è decurtato del 3,4%, l'occupazione è calata del 1,4%, in questo contesto il tasso medio di disoccupazione tra i giovani dai 20 ai 34 anni è pari al 13%. Il debito pubblico nell'ultimo biennio è aumentato di 12 punti raggiungendo il 115,8%, con la previsione di un ulteriore aumento al 117,3% per l'anno in corso, il deficit di bilancio si aggira attorno al 5% del PIL. “L'evasione è la base della macelleria sociale, si può valutare che tra il 2005 e il 2008 sia stato evaso il 30% della base imponibile IVA, che in termini di gettito significano oltre 30 miliardi di euro l'anno, pari a 2 punti del PIL. Se l'IVA fosse stata pagata l'Italia avrebbe uno dei rapporti debito-PIL più basso d'Europa. Attorno al 60% invece del 115,8%.”
Non ho altro da aggiungere, i dati sono eloquenti, c'è un governo che responsabilmente sbaglia e ci sono i soliti che pagano.
A cura di A.G.

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