venerdì 21 gennaio 2011

REFERENDUM

ACQUA E NUCLEARE ALLEATI PER VINCERE

pubblichiamo lo stralcio di un intervento di A.Grandi dal sito di SEL
La Corte Costituzionale ha ammesso 4 referendum tra cui il nucleare. Quindi in primavera si voterà per Comuni importanti e per i referendum abrogativi. Ora il primo obiettivo è realizzare il quorum. Infatti da molto tempo i referendum abrogativi sono falliti perché non è stata raggiunta la metà più uno degli aventi diritto al voto.
Il referendum promosso dal Comitato per l’acqua pubblica ha una buona base di partenza, ha avuto consensi importanti e trasversali e tuttavia il salto di qualità da un milione e quattrocentomila elettori a oltre 24 milioni è molto impegnativo.
Il referendum pormosso dall’Italia dei Valori per abrogare la legge che vuole reintrodurre il nucleare in Italia, fatta approvare dal Governo con voto di fiducia, ha una base di partenza meno ampia.
Tutttavia ora il referendum c’è e entro il 15 giugno si voterà.
La lobby affaristica del nucleare ha già iniziato da tempo la sua campagna elettorale a favore con spot televisivi a raffica, costosi e insinuanti ma chiaramente a favore della reintroduzione, del resto voluta in partnership con il Governo.
Occorre rivendicare dalla stampa e dalle televisioni la par condicio.
Il 22/1 si riunirà il Comitato che ha promosso la legge di iniziativa popolare che è stata depositata alla Camera dei deputati il 21 dicembre, forte del sostegno di 110.000 firme, ed è chiaro che a questo punto affronterà anche il problema del referendum.
Lo scopo della proposta di legge è fare emergere non solo un no secco al nucleare perché costa un mare di quattrini, perché è pericoloso.
Lo scopo della legge è anche di rendere chiaro che del nucleare non c’è bisogno e che anzi investire risorse in questa direzione porterebbe non solo a buttare soldi ma a toglierle alle energie da fonti rinnivabili.
Non ci sono le risorse per il nucleare e per le rinnovabili, bisogna scegliere tra 2 alternative. Come dimostra la vendita dell’Enel di parte delle rinnovabili proprio per finanziare l’avventura nucleare.
Puntare sul risparmio energetico, che ha spazi enormi, e sulle energie da fonti rinnovabili (salute e ambiente a parte) con un programma nazionale e delle Regioni vuol dire scegliere l’occupazione (almeno 15 volte più del nucleare) e gli investimenti qualificati in settori produttivi in rapida crescita, che vedono oggi la presenza delle economie più solide nel mondo.
L’Italia ha le condizioni e l’interesse a fare una scelta di campo netta contro il nucleare e per le rinnovabili e il referendum può essere il punto di svolta.

Nessun commento:

Posta un commento