martedì 4 luglio 2017

LE ELEZIONI


È l’ 11 giugno, anche a Bussero si vota per il rinnovo del Consiglio Comunale.
Tre liste, tre candidati, 36 nostri cittadini che trovano, molti per la prima volta, i loro volti su manifesti affissi negli spazi elettorali.
Giovani e meno giovani, conosciuti o meno; tutti figli di questo paesello della Martesana.
Tensioni diverse sui loro visi: c’è chi in disparte pensa “oddio! E se poi dovrò stare in Comune per 5 anni….”; c’è quello che arringa, incazzato, l’elettore che ha avuto la sfortuna di fermarsi, spiegando che è lui la persona giusta; c’è chi sorride e saluta tutti quelli che hanno una scheda elettorale in mano e tutti quelli che hanno una scheda elettorale in mano si chiedono perché sorride e saluta, visto che nessuno lo ha mai conosciuto prima.
Tre Liste che si distinguono magari non tanto nei programmi, c’è quello più dettagliato e quello più naif, ma dai simboli e dai colori utilizzati.
Azzurro cupo, forse blu mare, quello della Svolta che reclama “cambiare, svoltare, girare… “ e che mi ricorda un pò “Gioca jouer” (pappa, parapappa parapapa)
Multicolor da studio grafico e simil patriottico il simbolo di IdeAzione (con il bianco delle nevi delle nostre montagne, ma senza il verde delle nostre pianure, come diceva una poesia della mia infanzia).
Didascalico, anzi direi, una parola crociata facilitata, mica un Bartezzaghi, il simbolo di PROBUS che mi ha fatto pensare ad una supposta da banco in sostituzione del più conosciuto PLASIL.
I candidati sindaci sono lì nel piazzale della scuola e nell’atrio interno.
Dovrebbero essere 3 ma in realtà della terza tutti ci chiediamo se ha dato solo la foto formato tessera alla propria lista perché nessuno l’ha ancora vista.
Infine i rappresentanti di lista schierati con simboli su magliette e camicie, sorridono, salutano, bisbigliano, si raccomandano, stringono mani, danno pacche sulle spalle.
Questo è il bello di una DEMOCRAZIA, essere lì ogni 5 anni a prova di elettore, non essere sicuri di vincere e nemmeno fino all’ultimo di perdere.
Mi chiedo se Angelo Barzago e quelli come lui, assassinati dai nazi-fascisti più di 70 anni fa, potranno guardare da dove sono oggi e dire:
“si, essere morti per la LIBERTA’ nonostante tutto, ne è valsa la pena”.

Bricolage

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