mercoledì 15 luglio 2009

ITALIANI POVERI O POVERA ITALIA

m.s.
Il 50% dei contribuenti italiani dichiara meno di € 15.000 lordi di reddito, l’80% non oltre € 26.000, mentre la classe con un maggior numero di contribuenti è quella di coloro che dichiara reddito tra i 15 mila e i 20 mila euro. Pochissimi i redditi alti: solo lo 0,2% (75.689 contribuenti!) dichiara oltre 200 mila € l’anno e di questi 43.006 sono lavoratori dipendenti.
In sostanza, il reddito medio si attesta a € 18.892 l’anno: € 1.453 lordi al mese, tredicesima compresa.
Quasi una società di capitali su due dichiara al fisco di essere in perdita.
La Lombardia si conferma al primo posto fra le regioni italiane, con una media di € 22.460, confermando il divario nord-sud: i redditi più alti in Italia si guadagnano al Nordovest (dichiarazioni medie € 21.480), quelli più bassi al Sud (€ 15.060).
E’ questa la fotografia dell’Italia scattata dal Ministero dell’Economia relativa alla dichiarazione dei redditi 2008.
Dati eloquenti sulle condizioni di vita degli italiani, alla faccia di chi (Berlusconi) tutti i giorni incita gli italiani a "consumare, consumare, consumare, perché la crisi è dipinta solo dalla stampa catastrofista e da certi organi" (leggi Banca d’Italia): da un lato, oltre 20.600 mila contribuenti deve arrivare alla fine del mese con meno di € 1.200 lordi, dall’altro solo 75.689 contribuenti va oltre 16.600 €.
Basterebbe fare il giro delle coste italiane, proprio in questo periodo estivo, per capire, dalle barche extra lusso ormeggiate o in navigazione, quanto elevato possa essere, in realtà, il numero degli evasori fiscali. Ma "lor signori" sono subito serviti dal governo Berlusconi, Tremonti ha già pronto il suo terzo condono fiscale (in verità, per evitare la monotonia viene chiamato "scudo fiscale"), un vero e proprio colpo di spugna sui capitali all’estero (oltre 550 miliardi di €), nonché su molti reati societari e tributari: dal falso in bilancio alla bancarotta, dall’emissione di fatture false a tutti i reati tributari. E’ così che, per i "pirati dell’euro", c’è l’opportunità di farla ancora franca. In cambio di una sanzione piccola-piccola, chi riporta i soldi godrà di un condono "tombale": non pagherà le tasse evase, conserverà l'anonimato, eviterà ogni sanzione penale. Anche se quei soldi sono frutto di attività illecite.
Nonostante il fiasco dei condoni precedenti, Tremonti insiste: dichiara che non vuole toccare le tasche degli italiani e allunga la mano solo per chiedere l'elemosina agli evasori, anziché minacciare il carcere e il sequestro dei beni all'estero. Una bella differenza rispetto a quello che, in materia, fa Barack Obama: cita in giudizio l'Ubs (Union de Banques Suisses), la più grande banca Svizzera, che accoglie nei propri forzieri almeno 20 miliardi di dollari di 52 mila evasori fiscali Usa.
E mentre gli evasori "emigrano" all'estero, in Italia c'è chi soffre davvero per penuria di capitali, le piccole e medie imprese a favore delle quali il presidente della Consob ha lanciato un allarme: senza finanziamenti molte rischiano di non riaprire a settembre. Insomma, la crisi non è finita e senza seri interventi di politica economica, c’è poco da scialacquare. Anzi.

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