sabato 18 luglio 2009

PROMOSSI E BOCCIATI

o.p.
La Riforma Gelmini ha unito docenti e alunni in un comune pensiero: "Io speriamo che me la cavo".
Il voto in condotta e i voti, introdotti anche nella Secondaria di I grado, hanno finito per confondere quel concetto di valutazione che faceva riferimento all’idea di percorso educativo e formativo individualizzato.
Valutare o misurare?
Persi in un susseguirsi di circolari esplicative (si fa per dire), i Collegi dei docenti, addirittura i singoli Consigli di classe, hanno finito per decidere criteri di valutazione provvisori e incerti tra il "buonismo" e la "selezione" a discapito dell’etica professionale e, in alcuni casi, del buon senso.
Grazie alle direttive della Ministra, la scuola pubblica è diventata la scuola del: "Così, forse, quasi, pressappoco".
Del resto come accusare gli insegnanti?
Che dire di docenti travolti dall’incertezza del futuro, dalla precarietà di un posto di lavoro sfumato dopo i "tagli" confermati dagli organici?
Che dire dei progetti per far fronte alle crescenti situazioni di disagio ed evitare la dispersione scolastica che, per la riduzione del personale, non potranno più essere attivati?
Meglio bocciare piuttosto che prevenire?
Bocciare per risolvere?
E dove finiscono i ripetenti se non nella stessa scuola pubblica che, con un numero di alunni per classe sempre più elevato e la diminuzione delle "risorse umane", non è in grado di garantire attività didattiche specifiche, personalizzate, per il recupero.
Che ne sa la Ministra della differenza tra il far sbattere un passero contro un vetro chiuso (bocciare) e l’avere una persona per aprire il "vetro" e aiutare il passero a volare?
La scuola di qualità non è la scuola del: "Ce la farò?" e del: "Lavorerò?"
Per fortuna la coscienza e la disponibilità dei docenti superano le stesse leggi, trovando nel volontariato degli insegnanti, perché di questo si tratta, l’unica risorsa per mantenere ciò che di qualitativamente educativo e formativo c’è sempre stato nella scuola italiana. Scuola che sicuramente, soprattutto quest’anno, ha imparato una regola fondamentale: "Fai da te", per salvare quell’idea di insegnamento/missione che, con i voti, i "tagli", le cifre, ben poco ha a che fare.

Nessun commento:

Posta un commento