giovedì 1 ottobre 2009

IL PROCESSO: un cantiere sempre aperto.



Leggendo articoli di dottrina giuridica si ricavano informazioni sul modo di procedere del nostro Legislatore. Ci si rende conto di come spesso, purtroppo, la politica giudiziaria sia più “marketing legislativo” che volontà di affrontare i problemi che affliggono il mondo del processo.
Tutti sono d’accordo sul fatto che il processo debba essere “giusto” e “breve”, ma le soluzioni via via escogitate troppo facilmente portano a risultati ben diversi.
Rimanendo nel campo della procedura civile, l’attuale compagine governativa ha appena modificato, ancora una volta, il processo ed ha appena approvato una delega per la semplificazione dei riti.
In concreto però, al momento, gli operatori del diritto devono gestire contemporaneamente riti vecchi, semivecchi, seminuovi, nuovi e nuovissimi, destinati ad andare ad esaurirsi solo nei prossimi anni, quando i processi iniziati con ciascun rito avranno compiuto il loro iter (tutt’altro che la semplicità).
In attesa della promessa semplificazione dobbiamo, ahimè, tenere presente che il legislatore che si appresta a semplificare il processo è lo stesso che, dopo avere introdotto il “rito societario” (all’epoca presentato, a furor di marketing legislativo, come la soluzione di tutti mali del processo civile), lo ha appena cancellato, perché nei fatti si è rivelato ingestibile.
Gli esempi potrebbero essere anche altri, ma il discorso diventerebbe lungo e difficile da riassumere in poche righe.
Limitiamoci a sperare che la semplificazione promessa dalla maggioranza di governo non sia marketing, ma affronti i veri problemi che riguardano i nodi e i tempi della giustizia.

Marco Vergani
Avvocato in Milano


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