domenica 15 novembre 2009

Non tutti i cittadini sono uguali di fronte alla legge

Un'amnistia enorme purché sia assolto.

Non si può che sottoscrivere l'appello di Roberto Saviano.Una legge, quella del "processo breve" che fissa un'evidente diseguaglianza fra gli incensurati e quelli che non lo sono. E si traduce in un'amnstia enorme  senza neppure spiegarla all'opinione pubblica.
Gli efffetti della norma saranno devastanti: cadranno in prescrizione oltre 600.000 processi importanti, come quello alla Parmalat, alla Cirio, su "calciopoli",  lasciando senza giustizia le parti offese e graziando fior di mascalzoni.
A finire sul tritacarne di questa legge ci sarà anche il processo Thyssen a Torino. E, come giustamente ricorda Claudio Fava,  "per i sette operai arsi vivi nel rogo della fabbrica, per le loro famiglie, non sarà solo un vizio di giustizia negata: sarà un furto di memoria.

...C'è un altro paese che s'aggira sulle ceneri della Thyssen, e che di quei sette morti, del loro incongruo sacrificio, del miserabile risparmio che li portò a farsi uccidere dalle fiamme (costava troppo, in fabbrica, un nuovo impianto antincendio...) tutto sommato se ne frega. Un paese che considera la memoria di quelle morti solo un dettaglio, una moneta da riscuotere di fronte all'urgenza di promettere sogni felici al cavalier Berlusconi. E pur di far andare prescritti i due processi che lo offendono, Mills e Mediaset, prescriviamo pure quei morti, quelle responsabilità, quella memoria.
....Non si parla, qui, di una memoria privata, ma di un furto consumato ai danni di tutti noi. E di un esercizio di disprezzo che ci riguarda tutti. Ci sono gesti che, una volta compiuti, finiscono per vivere di dignità propria. Il gesto di quei sette, che li unì alla fine della loro vita, non è un dettaglio processuale: è la faccia con cui una nazione si presenta al giudizio della storia. Tocca a noi decidere se sia davvero quella, la nostra faccia, e non il cerone consunto di Berlusconi".

(a cura di Michele Sala)

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