lunedì 14 aprile 2014

RISCALDAMENTO INSOSTENIBILE

L'ONU ha reso noto il Quinto rapporto dell’Ipcc (Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici) sullo studio del clima.

«La situazione è peggiore rispetto al rapporto precedente del 2007», ha detto allarmato Saleemul Huq, co-autore della pubblicazione. «Le conseguenze arriveranno prima di quanto previsto e con un impatto maggiore».
Se non siamo in grado di tagliare le emissioni di gas serra, i cambiamenti climatici, che sono già in atto in tutto il pianeta, causeranno una serie di problemi che saranno amplificati dal fatto che il mondo non è preparato ad affrontarli.
«Dalla scienza arriva un messaggio chiaro: per evitare pericolose interferenze con il sistema climatico occorre smettere di avere un atteggiamento di sottovalutazione», ha detto Ottmar Edenhofer, uno dei tre co-presidenti del gruppo di lavoro dell’Ipcc.
Rajendra Pachauri, presidente dell’Ipcc, di cui fanno parte 195 nazioni, ha affermato che «Il rapporto fornisce una mappa non solo sulle caratteristiche della sfida climatica, ma anche sulle opzioni per le soluzioni».
Il problema è come contenere in 2 gradi centigradi (2 °C) il riscaldamento della Terra rispetto ai livelli pre-industriali, quando già oggi le temperature sono aumentare di 0,8 °C e la tendenza è in aumento.
Tutti gli esperti concordano sul fatto che se le emissioni di gas serra continuano con i tassi attuali entro il 2100 le temperatura media del pianeta sarà di 4 °C maggiore rispetto alla media 1986-2005 e questo riscaldamento è dovuto con una sicurezza del 95% a cause umane.
Le ondate di calore saranno più frequenti e dureranno più a lungo, nelle regioni umide pioverà di più e quelle secche diventeranno più aride. L'aumento del livello dei mari entro la fine del XXI secolo sarà compreso tra 26 e 82 centimetri (nel precedente rapporto era di 18-59 cm).
Le coste maggiormente colpite saranno le coste atlantiche dell'America centrale e dell'Africa, dell'Indonesia, dei paesi del Mediterraneo.
In Europa temperature in aumento ovunque, precipitazioni medie annue in marcata crescita al nord e in diminuzione al sud, con un aumento di estremi termici, periodi di siccità e precipitazioni anomale. La regione mediterranea viene individuata come la regione più a rischio con impatti su turismo, agricoltura, foreste, infrastrutture critiche e salute. L’incremento nella frequenza e nella intensità di eventi climatici estremi anche in Italia, con un pesantissimo tributo di vite umane ed enormi danni per alluvioni, frane, violente esondazioni dei fiumi, ci mette davanti alla necessità di scelte che non possono più essere rinviate.
Per limitare il riscaldamento globale entro 2 gradi il mondo dovrà tagliare entro il 2050 le emissioni di gas serra del 40-70% rispetto ai valori del 2010, per poi arrivare a un valore prossimo allo zero entro la fine del secolo. Ma per ottenere questi risultati non bisogna rimandare oltre il 2030 l’introduzione delle misure necessarie. Il principale settore sul quale occorrerà intervenire è quello energetico, più si ritarderà il passaggio dai combustibili fossili alle energie alternative e più difficile e costoso sarà raggiungere l’obiettivo.

Nessun commento:

Posta un commento