L'UGUAGLIANZA NEI DIRITTI.
L’uguaglianza non ammette distinzioni,
perché non parliamo di una concessione della politica, ma del
riconoscimento di diritti da rendere esigibili. Abbiamo la necessità di
riformare nel suo complesso il diritto di famiglia, che deve essere
declinato al plurale, parlando di “famiglie” e includendo anche quelle
di fatto e ogni altra forma di legame familiare. L’istituto
dell’adozione ordinaria va riformato per rispondere a criteri più
accessibili e semplificati, nell’esclusivo interesse del minore.
È necessaria un’azione determinata e continua di contrasto alla
violenza nei confronti delle donne. Un contrasto che passa anche da un
piano straordinario per l’occupazione femminile che renda le donne
libere di scegliere e fiduciose nel proprio futuro. Per fare questo
abbiamo bisogno di una maggiore presenza femminile nella politica, nel
mondo economico, nelle professioni.
Sulle politiche di accoglienza è
aperta una faglia in tutta Europa. Dobbiamo rigettare accordi con Paesi
in cui non siano garantiti i diritti umani, promuovere reali occasioni
di sviluppo nei Paesi di provenienza e non permettere che si continui a
depredarli.
Dobbiamo gestire le migrazioni con razionalità, abolendo
la Bossi-Fini, introducendo un permesso di ricerca lavoro e meccanismi
di ingresso regolari, promuovendo la nascita di un unico sistema di
asilo europeo che superi il criterio del paese di primo accesso e che
comprenda canali umanitari e missioni di salvataggio.
Va costruito
un sistema di accoglienza rigoroso, diffuso e integrato, sulla base del
modello Sprar, adeguatamente dimensionato, superando la gestione
straordinaria che troppi scandali e distorsioni ha generato in questi
anni, stroncando ogni forma di speculazione e invece generando nuove
opportunità di inclusione e sviluppo.
Con la stessa forza va
affermato che riconoscere la cittadinanza italiana a chi nasce in Italia
da genitori stranieri, o è arrivato in Italia da piccolo e ha
completato almeno un ciclo di studi, non è un atto di solidarietà, ma un
riconoscimento doveroso che si deve a chi nei fatti è già italiano.
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