UNA DISTRIBUZIONE PIÙ EQUA DEL CARICO FISCALE
Il dettato
costituzionale e un’economia che funzioni per tutti ci impongono scelte
che vadano nella chiara direzione della redistribuzione della ricchezza e
del sostegno ai redditi da lavoro.
C’è domanda di equità, da
garantire attraverso un fisco più giusto, la lotta all’evasione fiscale e
all’elusione fiscale perché sottraggono al bilancio dello Stato risorse
fondamentali per l’erogazione dei servizi pubblici e per il Welfare. La questione fiscale è una grande questione di giustizia.
La base imponibile dell’Irpef è costituita in larga parte da redditi di
lavoro e pensione. Bisogna alleggerire il peso di questa imposta
partendo dalla riduzione dell’aliquota del primo scaglione in modo da
concentrare gli sgravi soprattutto sui redditi bassi e medi. Gli
scaglioni di reddito devono essere più stretti e le aliquote più
progressive. Ogni ipotesi di imposta piatta o con poche aliquote va
invece respinta perché beneficia i più abbienti colpendo i ceti medi.
Le detrazioni per carichi familiari vanno unificate con gli assegni
familiari in uno strumento unico di sostegno alle famiglie, da estendere
anche ai lavoratori autonomi, in modo da superare il problema
dell’incapienza.
Dall’altro lato i tanti prelievi esistenti sui
redditi da capitale e sul patrimonio mobiliare e immobiliare possono
essere eliminati e sostituiti da un’imposta unificata con aliquota
progressiva e minimi imponibili adeguati, che lascino esenti i patrimoni
inferiori alla media.
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