lunedì 21 marzo 2011

150 ANNI D'ITALIA UNITA

Un’occasione da cercare per ricordare 150 anni d’Italia unita
 
Il rischio di cadere nella retorica non è da sottovalutare, ma nello stesso tempo la nascita dello Stato italiano unitario è stato un evento che non può essere sottaciuto o dimenticato.
Non tutti i giorni nasce uno Stato, non tutti gli anni si celebra un anniversario. Sarà pure una convenzione, ma fissare nella mente la data di un avvenimento e rammentarsene ha la sua importanza. L’oblio non è la soluzione.
I cittadini possono esporre la bandiera, possono studiare sui libri la storia, possono parlare tra loro, ma si attendono che le istituzioni si chiamino in campo e organizzino eventi collettivi.
L’istituzione pubblica più vicina ai cittadini è, a detta di molti, l’Amministrazione Comunale e molte amministrazioni comunali hanno colto l’occasione per celebrare in forma pubblica la nascita del Regno d’Italia.

L’amministrazione comunale di Bussero ha lasciato passare il 17 marzo 2011, non so se per scelta o per dimenticanza, senza organizzare un evento collettivo per riflettere sull’anniversario dei 150 anni di Italia unita.

Ricordare l’anniversario dell’unità d’Italia in forma pubblica avrebbe sottolineato che gli uomini sulla terra non sono soli, che anche gli Stati non sono soli, che se non ci si dà una mano varrebbe solo l’adagio: “homo homini lupus”. E, francamente, mangiare l’altro per non essere mangiati non è una bella prospettiva.
Celebrare in modo pubblico l’anniversario di uno Stato unitario che non tutti amano, ci avrebbe aiutato a ricordare che lo Stato non è una entità astratta, ma è un insieme di persone che vivono gomito a gomito.
Persone che, in un modo o nell’altro, cercano, o almeno dovrebbero cercare, di aiutarsi, a partire dalle organizzazioni naturali più minute per salire via via nella scala della complessità per affrontare problemi più grandi che i singoli non potrebbero altrimenti superare.
La celebrazione in forma pubblica e collettiva avrebbe ben potuto andare oltre la retorica se non si fosse limitata ad un bel discorso, ad una banda che suona, a una marcia di soldati, se l’incontro fosse stato promosso per fare incontrare chi ha idee diverse, chi non la pensa allo stesso modo, ma che, comunque, vive sullo stesso piccolo pezzetto di terra che il Buon Dio ci ha dato in prestito.
A questo punto, anche se l’unicità del giorno è andata perduta, guardo al futuro e spero che l’Amministrazione Comunale trovi il tempo di metterci tutti insieme a far festa.

Bussero, 20 marzo 2011
Marco Vergani

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